
CATANIA, 30/08/2013 - «Mettiamo in campo strumenti di premialità a favore dei testimoni di giustizia, per incoraggiare un atto di responsabile cittadinanza da parte di chi ha potuto assistere a vicende criminose». Così il vice ministro dell’Interno Filippo Bubbico ha motivato la misura - contenuta nel pacchetto per la Pubblica Amministrazione a emanato dal Consiglio dei ministri – che prevede l’assunzione per chiamata diretta nominativa dei testimoni di giustizia, estendendo a loro la norma già in vigore per le vittime del terrorismo e della criminalità organizzata.
Un’azione accolta con entusiasmo dall’Associazione Libera di Don Ciotti e dall’Associazione nazionale dei testimoni di Giustizia che si sono adoperati in tal senso, e che riceve anche il plauso dei soci Asaec, Associazione antiestorsione “Libero Grassi” di Catania: «È stato riconosciuto il sacrificio compiuto dai testimoni di giustizia e dalle loro famiglie – commentano i soci Asaec – premiando il coraggio e lo spirito di rinnovata lealtà nei confronti dello Stato, e valorizzando il gesto della testimonianza, come atto di legalità».
Costretti a cambiare vita, a lasciare i propri luoghi per effetto di un necessario allontanamento che equivale ad un atto di sradicamento, i testimoni «meritano un’altra opportunità occupazionale – continuano - il lavoro è dignità, soprattutto per quanti ne sono stati privati per aver denunciato e testimoniato contro la malavita. In questo modo lo Stato adempie al debito morale verso coloro che hanno deciso di non tacere per il bene di tutti. Ci auguriamo infine – concludono i soci Asaec – che si possa superare il limite dell’assunzione condizionata alla disponibilità dei posti, prendendo esempio dal nostro Governo regionale che, nel segno del risarcimento morale, ha previsto la chiamata anche in sovrannumero».
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Tra le persone interessate dal provvedimento l'imprenditore palermitano Vincenzo Conticello (nella foto), il titolare dell'Antica Focacceria San Francesco che ha denunciato i suoi estorsori, Vincenzo Carimi, uno dei collaboratori di Don Pino Puglisi, e Piera Aiello, cognata di Rita Atria. La misura era stata annunciata al termine del Cdm dal ministro per la Pubblica amministrazione e la Semplificazione, Gianpiero D'Alia, che l'aveva definita ''un atto di giustizia''.
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