Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

ATTILIO MANCA: “NO A UN ALTRO PEPPINO IMPASTATO, CHE HA ASPETTATO 20 ANNI PER AVERE GIUSTIZIA”

Barcellona Pozzo di Gotto, 05/09/2013 - Il fenomeno mafioso tende da secoli a discostarsi e a debellare quella parola che potrebbe distruggerlo, annientarlo. Quella parola tanto abusata e offesa, attaccata e stuprata dal più grande dei mali che affligge lo stivale (e non solo). Quella parola, che più che essere una parola, è un valore. Un valore per il quale c’è stata e c’è gente pronta a morire. Quel valore chiamato verità.
La storia italiana è piena di verità nascoste, di storie poco chiare che lo stato (quello con la esse minuscola) ha cercato di riporre nel dimenticatoio con la speranza che nessuno potesse accorgersene. Lo stesso stato che ha ucciso giudici, giornalisti, attivisti, civili, forze dell’ordine. Ucciso non fisicamente, attenzione. A quello ci pensa la mafia. Lo stato da anni è specializzato ad uccidere il ricordo. La memoria.

Tra le innumerevoli vittime che lo stato vanta, c’è anche il nome di un certo Attilio Manca, urologo di fama internazionale, ucciso in circostanze poco chiare con un mix di droghe, iniettate dopo uno scontro corpo a corpo con il giovane barcellonese, il 12 febbraio del 2004. Attilio però, come tanti altri, ha subito una seconda uccisione. Questa volta il mandante è stato la Procura di Viterbo che giorno 20 Agosto 2013, ha archiviato il caso Manca: per lo stato italiano Attilio Manca si è suicidato. Ma, dalle ceneri di una verità bruciata, spesso nasce qualcosa di molto più forte.

Dopo la rabbia e la disperazione, ecco che lo Stato (occhio alla S) ha alzato la voce. Ha detto no: no a un altro Peppino Impastato che ha aspettato 20 anni per avere giustizia. La famiglia Manca da nove anni aspetta, lotta e ha fame di verità. E oggi, non è sola. “Attilio è vivo e lotta insieme a noi!” è stato il sottofondo della manifestazione organizzata da Angela, Gianluca e Gioacchino Manca e dall'Associazione Nazionale Amici di Attilio Manca, per ricordare il nome di Attilio e per dire alla Procura viterbese che adesso, la verità, la sanno in tanti. La sanno tutti coloro che hanno sfilato in un corteo pacifico partito da piazza Falcone fino ad arrivare a piazza Duomo.
La sanno coloro che hanno visto tutto dall’alto dei loro balconi o che hanno fatto finta di niente, simulando indifferenza per paura. Riuniti in Piazza Duomo, i numerosi partecipanti alla manifestazione, hanno ascoltato le parole di numerosi esponenti dell’antimafia: gruppi, associazioni e istituzioni per dire che la verità deve riemergere.

Significativi gli interventi dei due sindaci, Maria Teresa Collica e Renato Accorinti, che testimoniano come anche le istituzioni siano dalla parte della famiglia Manca. La prima dice a gran voce “Che i riflettori sul caso Manca non devono assolutamente spegnersi ma che bisogna fare chiarezza”. Il neoeletto sindaco, invece, rivolgendosi ad Angela Manca dice: “Noi ti vogliamo tanto bene. Siamo qui per lottare con te. Noi non abbiamo perso perchè siamo qui, oggi in piazza, a ricordare Attilio.” Salvatore Borsellino cita anche le sue esperienze personali e ciò che sta facendo per fare far emergere la verità sul caso dell’agenda rossa del fratello Paolo. “Io porto sempre con me un’agenda rossa. un’agenda simile a quell’agenda che è stata sottratta a mio fratello il giorno dell’attentato. Ci sono video e foto che testimoniano che quell’agenda è stata presa. Io noto diverse affinità tra ciò per cui io lotto e ciò per cui siamo qui stasera.”

Antonio Ingroia ricorda il suo trascorso alla magistratura e con amarezza afferma che: “Lo stato ormai è la mafia, noi siamo e dobbiamo essere l’antistato. Se un paese ha paura della verità non è un paese civile, libero e democratico. Bisogna difendere chi va contro i poteri forti.” A concludere l’evento, è stato Sonny Foschino, che, con i ragazzi di Aula AUT, ha chiamato accanto a sè Angela Manca, dicendole:

“L’Associazione Peppino Impastato ti ritiene una madre putativa. Tu sei la forza che ci fa andare avanti, proprio come lo è Salvatore Borsellino. Per noi, voi, siete degli esempi da seguire. I compagni di Peppino e Felicia, la madre, ebbero giustizia dopo vent’anni. Evitiamo un altro Peppino Impastato! ” Il suo discorso (e tutto l’evento) si è concluso con il coro dei ragazzi di Aula AUT che con Salvatore Borsellino hanno urlato: “Resistenza! Resistenza! Resistenza!”. Non c'è modo di concludere questa riflessione se non citando Fabrizio de Andrè che nel “La canzone del Maggio” canta: “Anche se vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti!” e noi lo dedichiamo, sommessamente, alla Procura di Viterbo.

Aula Aut e l'Associazione Peppino Impastato, al termine di questa giornata di mobilitazione, dichiarano che tra i nostri prossimi obbiettivi principali vi è il proseguimento della lotta sul caso Manca, affinchè la Verità e la Giustizia anche su questo suicidio di Mafia possano trionfare.

Dario Morgante in rappresentanza dell'intero:
- Direttivo Nazionale dell'Associazione Peppino Impastato
- Attivo di Aula Aut

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