Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

DALLA CHIESA: LA BATTAGLIA CONTRO COSA NOSTRA LA PIU’ GRANDE SFIDA DELLA SUA VITA

Carlo Alberto dalla Chiesa: «... ci sono cose che non si fanno per coraggio. Si fanno per potere continuare a guardare serenamente negli occhi i propri figli e i figli dei propri figli. C’è troppa gente onesta, tanta gente qualunque, che ha fiducia in me. Non posso deluderla. » (Carlo Alberto Dalla Chiesa al figlio, citato in 'Delitto imperfetto' di Nando Dalla Chiesa, 1984)

PALERMO, 02/09/2013 - “Trentuno anni fa, in via Isidoro Carini a Palermo, l’Italia perdeva un uomo che con grande sacrificio e un altissimo senso dello Stato e delle Istituzioni aveva combattuto la mafia, fino a far diventare quell’impegno la più grande sfida della sua vita. L’uccisione del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, assassinato con la moglie Emanuela Setti Carraro e con l’agente di scorta Domenico Russo, resta una delle pagine più buie e tristi della nostra Storia”.

Sonia Alfano (Presidente della Commissione Antimafia Europea e dell’Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia), ricorda il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente Domenico Russo, a 31 anni dall’omicidio di via Isidoro Carini. “L’isolamento e le collusioni istituzionali che aveva denunciato in qualità di Prefetto di Palermo - dice Sonia Alfano - furono la sua condanna a morte. Ma se per quell’eccidio i vertici di Cosa Nostra sono stati condannati all’ergastolo, sono ancora impuniti i mandanti politici”.

Carlo Alberto Dalla Chiesa (Saluzzo, 27 settembre 1920 – Palermo, 3 settembre 1982) è stato un generale e prefetto italiano. Fondò il Nucleo Speciale Antiterrorismo, fu Vice Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri e Prefetto di Palermo. Alle ore 21.15 del 3 settembre 1982, la A112 bianca sulla quale viaggiava il Prefetto, guidata dalla moglie Emanuela Setti Carraro, fu affiancata, in via Isidoro Carini a Palermo, da una BMW, dalla quale partirono alcune raffiche di Kalashnikov AK-47, che uccisero il Prefetto e la moglie.

Nello stesso momento l'auto con a bordo l'autista e agente di scorta, Domenico Russo, che seguiva la vettura del Prefetto, veniva affiancata da una motocicletta, dalla quale partì un'altra raffica che uccise Russo. Per l'omicidio di Dalla Chiesa, di Setti Carraro e di Domenico Russo sono stati condannati all'ergastolo come mandanti i vertici di Cosa Nostra: i boss Totò Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco, Pippo Calò, Bernardo Brusca e Nenè Geraci.

Nel 2002 sono stati condannati in primo grado, quali esecutori materiali dell'attentato, Vincenzo Galatolo e Antonino Madonia entrambi all'ergastolo, Francesco Paolo Anzelmo e Calogero Ganci a 14 anni di reclusione ciascuno.



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