Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

FORMAZIONE SICILIA: “PER GRAVITÀ E PROPORZIONI UNO SCANDALO DI DIMENSIONE NAZIONALE”

Arresti nel settore della formazione regionale: lo scandalo secondo Ivan Lo Bello, vicepresidente della Confindustria, è di tale gravità e proporzioni da dover essere considerato di dimensione nazionale. Pubblichiamo la dichiarazione del presidente Rosario Crocetta
17/10/2013 - “Gli arresti di oggi effettuati a Catania su richiesta della Guardia di Finanza e del procuratore Gennaro, rivelano l'esistenza di un mondo di colletti bianchi protesi all'accaparramento illecito della risorse pubbliche. Tale mondo è stato coperto e qualche volta rappresentato da una parte consistente del sistema politico siciliano, che ha fatto anche gli affari con tale sistema deviato.
Viene fuori il ruolo di qualche funzionario della Regione e di parenti eccellenti di politici, nello schema classico che troviamo in tutta la formazione: fatture false a fronte di servizi inesistenti e a volte anche di alunni inesistenti. Ormai sono pochi gli enti che si salvano dagli scandali ed è l'ora di ripensare concretamente a un nuovo sistema di formazione che faccia a meno degli enti privati, che non solo effettuano i servizi a costi molto più alti di quanto costerebbero direttamente alla Regione, ma forniscono spesso una qualità dei corsi assolutamente inaccettabile.


Con la dichiarazione che pubblichiamo il presidente della Regione Rosario Crocetta ha commentato i risultati dell’operazione della Guardia di Finanza di Catania, denominata Pandora, che ha fatto uscire allo scoperto, come i mali del mitologico vaso, un altro grave fatto di corruzione e di illecito arricchimento ai danni del patrimonio pubblico nel settore della formazione professionale gestita da alcuni enti.

Sembra chiaro ed apprezzabile l’impegno di Crocetta nel voler fare piazza pulita in un settore che già da alcuni anni utilizza il denaro pubblico in modo autoreferenziale, non tanto per fornire un servizio di cui molti giovani hanno certamente necessità, bensì per sostenere un apparato che serve quasi esclusivamente a mantenere posti di lavoro non sempre utili e che sfuggono al controllo della Regione in quanto gestiti direttamente dagli Enti accreditati, costituendo quella che l’ex assessore Mario Centorrino ha definito, durante un’intervista condotta ad Aprile scorso da Radio Radicale, “una falsa occupazione pubblica”.
Nella stessa intervista Centorrino ha precisato che i dipendenti degli Enti di formazione non sono infatti, come adesso hanno chiesto e vorrebbero, dipendenti della Regione. Circa 8.000 di loro hanno un contratto a tempo indeterminato stipulato direttamente con gli ENTI; circa 2000 sono normalmente quelli che hanno un contratto a tempo determinato e che sperano con il rinnovo sino ad un triennio di poter transitare a dipendenti con contratto a tempo indeterminato.

Su 2500 enti accreditati solo circa 200 hanno partecipato annualmente negli anni scorsi ai bandi per ottenere i finanziamenti destinati ai corsi di formazione, la cui istituzione e i cui contenuti programmatici non sono dipesi tanto dall’esigenza e dalla richiesta dell’utenza, bensì dalle competenze in possesso dei docenti disponibili. Questa forse è una delle cause, a quanto sembra dalle indagini condotte sin qui, di corsi frequentati da alunni fantasmi, ma regolarmente presenti sui registri. Tra l’altro a quanto risulta da dichiarazioni dello stesso Crocetta, molti Enti, ricevuti i finanziamenti non hanno pagato i dipendenti.

Mario Centorrino nella stessa intervista alla quale accennavamo, ha ricordato che quando era assessore ha tentato, senza riuscirci, di regolarizzare il sistema della formazione professionale, utilizzando per i finanziamenti fondi europei, in modo tale da sottoporre gli Enti professionali ai rigorosi controlli degli ispettori che vengono normalmente inviati per i progetti PON e POR.

Da tutta questa vicenda, che ancora potrà dal punto di vista delle indagini avere ulteriori sviluppi, emerge ancora una volta quel mondo oscuro del sottogoverno nel quale sono coinvolti, per fini certamente non sempre nobili, partiti politici, sindacati e associazioni con essi confinanti. Il vicepresidente della Confindustria Ivan Lo Bello, che ben conosce la realtà siciliana, ha definito lo scandalo di tale gravità e proporzioni da dover essere considerato di dimensione nazionale.

Intanto quelli che avrebbero dovuto fruire dei servizi dei tre settori affidati agli Enti di formazione, i giovani, i disagiati e i disabili, i lavoratori in formazione permanente all’interno delle aziende, sono coloro che immediatamente pagano e pagheranno sulla propria pelle il prezzo di tali fenomeni di corruzione: tutte le attività dei corsi sono state sospese dal presidente Crocetta, e vista l’aria che tira, chissà quando e se potranno riprendere, con la speranza di una nuova una gestione corretta ed efficace.

Giovan Battista Puglisi
Direttore Editoriale della “Letterina” ASASI

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