Denunce medico del Civico di Palermo: di enorme gravità, approfondire le indagini

Denunce medico del Civico di Palermo, M5S chiede invio ispettori e audizioni in commissione Ars  7 mag 2025 - "Quanto denunciato dal dottore Francesco Caronia, in servizio presso il reparto di Chirurgia toracica dell'ospedale Civico di Palermo, e portato a conoscenza dell'opinione pubblica grazie all'operato del collega Ismaele La Vardera, è di enorme gravità e meritevole di essere immediatamente attenzionato dall'assessore alla Sanità, cui chiediamo celeri ed approfondite indagini”. Lo afferma il capogruppo del M5S all'Ars Antonio De Luca “Intanto - continua De Luca - chiederò al presidente della commissione Salute Laccoto di audire in separata sede il dottor Caronia e il primario di Chirurgia toracica Damiano Librizzi”.

ADRIANA FARANDA, DA TORTORICI A MODICA E NOTO PER UNA MOSTRA CONTESTATA NEL NOME DI ALDO MORO

19/11/2013 - Adriana Faranda, la brigatista rossa di Tortorici, in provincia di Messina, la 'postina' delle Brigate Rosse ha esposto i suoi lavori a Noto e Modica, suscitando polemiche e proteste. Uccio Barone, preside della facoltà di scienze politiche di Catania, ha contestato la mostra dell'artista Adriana Faranda: "La Faranda – ha detto Barone - sarà oggi un'artista affermata, si sarà pure dissociata e 'pentita' , ma per me rimane la 'postina' delle Brigate Rosse durante i drammatici 55 giorni del sequestro e dell'assassinio di Aldo Moro".



Dopo avere militato nella lotta armata a Roma, la Faranda nel 1976 entrò a far parte delle Brigate Rosse, col suo compagno Valerio Morucci, dirigendo la colonna romana, con un ruolo di primo piano nel sequestro Moro. Adriana Faranda prese le distanze dalle Brigate Rosse per contrasti sulle scelte strategiche nel 1979. Arrestata il 30 maggio 1979 insieme a Morucci, durante gli anni ottanta si è dissociata dal terrorismo beneficiando delle riduzioni di pena previste dalla legge e uscendo dal carcere nel 1994.
Adriana Faranda è nata a Tortorici, in provincia di Messina, il 7 agosto 1950.

A Famiglia Cristianaraccontò i suoi incontri con Francesco Cossiga, “lui, ministro dell’Interno all’epoca del rapimento, e io, all’epoca, esponente della colonna romana delle Brigate Rosse eravamo come uniti da un filo che veniva dall’aver attraversato quella tragedia, seppur da sponde opposte”. Gli incontri, episodici, diradati nel tempo, cominciarono nella seconda metà degli anni Novanta, “un tentativo di dialogo con chi, negli anni Settanta avevamo considerato nostro nemico. Non potevamo certo recuperare una memoria dei fatti o cercare di ricostruire quei passaggi storici”, dice la Faranda, “potevamo però ricostruire una memoria dell’anima, recuperare come persone coloro che avevamo tragicamente vissuto come dei simboli da abbattere. Era un progetto che avrebbe dovuto coinvolgere più persone. Cominciammo con Cossiga e lo trovammo subito disponibile, ma la cosa non andò oltre”.

Commenti

  1. Ma non si vergogna! Come fa a ritenersi un artista con questo penoso e vergognoso passato: https://it.wikipedia.org/wiki/Adriana_Faranda

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