1° Maggio: «Festa del Lavoro», la filastrocca di Mimmo Mòllica

1° Maggio Festa del lavoro. La «Filastrocca del Lavoro» di Mimmo Mòllica racconta in versi e strofe questa importante ricorrenza. E noi la proponiamo a grandi e piccini per celebrare la «Festa del Lavoro e dei Lavoratori».  «Filastrocca del lavoro» di Mimmo Mòllica   Caro babbo che cos’è il lavoro? dei bambini domandano in coro a un papà stanco e pure affannato, dal lavoro appena tornato. Ed il babbo risponde a fatica «serve a vivere, è una regola antica». Ed aggiunge: «… ed inoltre, sapete il lavoro è passione, è volontà e decoro». «E che cosa vuol dire decoro?», ribatterono subito loro. «È nell’opera di un falegname, è Van Gogh, è in un vaso di rame». «È Geppetto e il suo pezzo di legno, è Pinocchio, è Collodi e il suo ingegno, è donare qualcosa di noi senza credersi dei supereroi». «È costruire un gran bel grattacielo, è Gesù quando spiega il Vangelo, compiacersi di quello che fai, è dolersene se non ce l’hai!». Però un tipo iniziò a blaterare: «È pagare la gente per non lavorare, s

ANTHONY FARINA, SALVIAMOLO: LO STATO DELLA FLORIDA LO VUOLE MORTO, È ORIGINARIO DI S. STEFANO DI CAMASTRA

Un appello per salvare la vita di Anthony Farina, originario di Santo Stefano di Camastra, condannato alla pena di morte negli Stati Uniti, è stato rivolto al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e a Papa Benedetto XVI. Oggi 38enne, Farina è originario della città messinese delle ceramiche
29/11/2013 - Nel 1992 era appena un giovanotto di 18 anni quando rapinò un fast food a Daytona Beach. Assieme al fratello sedicenne Jeffrey, Anthony Farina, la cui famiglia è originaria di S. Stefano di Camastra, in provincia di Messina, sparò e uccise una dipendente. In effetti a sparare fu il fratello, Jeffrey:  la sua pena venne poi commutata in ergastolo, con la possibilità di ottenere la libertà condizionata dopo 25 anni. Anthony, invece, pur non avendo materialmente commesso l’omicidio, si è ritrovato condannato alla pena di morte.
........................Nella conferenza stampa che si è svolta ieri presso la sede di Nessuno tocchi Caino, Elisabetta Zamparutti, che ha moderato, ha ricordato come Anthony Farina fosse stato condannato a morte nel 1992 per una rapina in un fast food commessa appena diciottenne insieme al fratello Jeffrey, all’epoca sedicenne e che uccise una dipendente. Per quei fatti Jeffrey, in quanto minorenne, fu condannato all’ergastolo con condizionale ed Anthony, che non aveva materialmente ucciso, invece, alla pena di morte.
Francesco Re, Sindaco di S. Stefano di Camastra, ha annunciato la volontà della comunità siciliana ad accogliere Anthony e suo fratello Jeffrey, con prospettive di reinserimento anche lavorativo.

Celia Ouellette,responsabile del gruppo di lavoro contro la pena di morte di “Reprieve”, ha fatto il punto sulla situazione processuale. La pubblica accusa dello Stato della Florida ha recentemente fatto ricorso contro la decisione della Corte Federale d'Appello per l’11° Circuito degli Stati Uniti del 30 settembre scorso. La Corte ha dichiarato incostituzionale il modo in cui era stata chiesta la condanna a morte di Anthony poiché la pubblica accusa, rivolgendosi ai giurati popolari per invocare la pena di morte, manipolò le parole della Bibbia, definendosi “agente di Dio” e “strumento di punizione divina”. In questo modo ha condizionato illegittimamente la giuria, in violazione dell’8° Emendamento.

La pubblica accusa chiede oggi, con una petizione, di essere audita dal plenum della Corte, composta da nove membri e non solo dai 3 giudici, come avvenuto il 30 settembre, per convincerli a rovesciare l’ultima decisione in modo da impedire ad Anthony la revisione della sentenza capitale.

Carlo Santoro, della Comunità di Sant’Egidio, si farà promotore nell’ambito della Conferenza internazionale dei Ministri della Giustizia, che si svolgerà domani a Roma, di prendere posizione anche sul caso di Anthony Farina.
L’avvocato Andrea Saccucci, che segue il caso da un punto di vista giuridico ha fatto appello al Governo italiano per un impegno forte a tutela dei diritti di Anthony Farina, in quanto cittadino italiano.

Sergio d’Elia, segretario di Nessuno tocchi Caino, ha ricordato il caso di Pietro Venezia, un altro cittadino italiano che rischiava la pena di morte in Florida, dalla quale fu salvato grazie ad una mobilitazione d’opinione pubblica e a ricorsi legali che portarono alla storica sentenza della Corte Costituzionale secondo cui l’Italia non deve collaborare in alcun modo alla pena di morte verso chiunque. Secondo d’Elia, quella stessa mobilitazione va riproposta oggi per salvare Anthony a partire dalla sottoscrizione di un appello pubblicato sui siti delle organizzazioni coinvolte che invita anche a inviare una cartolina di Natale ad Anthony.
Insieme a Reprieve, Sergio d’Elia, ha ricordato le battaglie condotte per fermare l’uso di farmaci prodotti in Italia ed usati per l’iniezione letale, annunciando un’iniziativa per fermare i finanziamento dei Governi alle Nazioni Unite destinati alla lotta alla droga in Paesi, come l’Iran, che ammazzano a man bassa trafficanti di droga o presunti tali.
Per spedire una cartolina di auguri di Natale ad Anthony Farina, l’indirizzo è: Anthony Farina, #684135, UCI P6224, 7819 N. W. 228th Street, Raiford, FL 32026, USA.
Per ulteriori informazioni: Tel. 06 68979212 – 06 68803848 – fax 06 68979211 - cell. 335 8000577 – e mail: e.zamparutti@radicali.it

http://notizie.radicali.it/articolo/2013-11-29/editoriale/pena-di-morte-le-iniziative-salvare-il-cittadino-italiano-anthony-far





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