1° Maggio: «Festa del Lavoro», la filastrocca di Mimmo Mòllica

1° Maggio Festa del lavoro. La «Filastrocca del Lavoro» di Mimmo Mòllica racconta in versi e strofe questa importante ricorrenza. E noi la proponiamo a grandi e piccini per celebrare la «Festa del Lavoro e dei Lavoratori».  «Filastrocca del lavoro» di Mimmo Mòllica   Caro babbo che cos’è il lavoro? dei bambini domandano in coro a un papà stanco e pure affannato, dal lavoro appena tornato. Ed il babbo risponde a fatica «serve a vivere, è una regola antica». Ed aggiunge: «… ed inoltre, sapete il lavoro è passione, è volontà e decoro». «E che cosa vuol dire decoro?», ribatterono subito loro. «È nell’opera di un falegname, è Van Gogh, è in un vaso di rame». «È Geppetto e il suo pezzo di legno, è Pinocchio, è Collodi e il suo ingegno, è donare qualcosa di noi senza credersi dei supereroi». «È costruire un gran bel grattacielo, è Gesù quando spiega il Vangelo, compiacersi di quello che fai, è dolersene se non ce l’hai!». Però un tipo iniziò a blaterare: «È pagare la gente per non lavorare, s

LAMPEDUSA: “LO STATO ITALIANO DIA UNA RISPOSTA AI FAMILIARI DELLE VITTIME DEL NAUFRAGIO”

Questa mattina nel tribunale di Agrigento si svolge l’incidente probatorio dei nove superstiti al naufragio del 3 ottobre scorso davanti a Lampedusa che hanno riconosciuto e indicato lo scafista agli inquirenti
Lampedusa, 29 novembre 2013 - Il Comitato 3 Ottobre - nel giorno di questa udienza - torna a chiedere un incontro urgente al Dipartimento delle Libertà Civili e Immigrazione per sollecitare una risposta adeguata da parte dello Stato italiano ai familiari delle vittime del naufragio davanti a Lampedusa in merito alle procedure di riconoscimento attraverso l’esame del DNA, così come è stato loro promesso.

A due mesi dalla tragedia, infatti, quei morti sono ancora senza nome, sepolti come numeri anonimi che non consentono ai parenti di avere un corpo da piangere e un luogo dove portare un fiore. Nonostante le ripetute promesse seguite alla tragedia, le procedure per il riconoscimento dei corpi non sono mai state avviate. Ancora oggi nella questura di Agrigento continuano ad arrivare da tutta Europa i congiunti dei dispersi in cerca di certezze, ma tornano indietro senza risposta. Ove necessario, i parenti delle vittime si dichiarano anche disponibili a sostenere i costi dei test del DNA purché siano messi in condizione di sapere con certezza dove sono sepolti i loro cari. Il Comitato 3 Ottobre sostiene e rilancia tale richiesta che considera alla base del principio universale di “accoglienza”.

A seguire l’appello alle autorità italiane inviato al Comitato 3 ottobre da uno dei familiari delle vittime.

For those who are responsible for the issue under.

My name Abraham and I am a relative of a victim of the tragedy in lampedusa on 3/10. My brother is actually one of those who drowned that day. I have been in place in Lampedusa and sought my brother both with those survivors and with dead ones but in vain. I did not find him either alive or dead. I met some of his friends, among the survivors who had told me that they were with him until the moment the boat went down. I would now like to ask you for help me, in one way or another, identify my brother, for example by taking DNA tests. This is not just my issue, but many others also who have lost their loved ones. It would be another tragedy to not be able to find our family's bodies and have a place where we have the opportunity to light a candle, pray for them and have a memorial place where they rest in peace.
I thank you in advance for your reply.

Per coloro che sono responsabili dell’istanza che segue.

Il mio nome è Abraham, sono parente di una delle vittime della tragedia di Lampedusa del 3 ottobre. Mio fratello è una delle persone annegate quel giorno. Sono stato a Lampedusa e ho cercato mio fratello tra i sopravvissuti e tra i morti, ma senza risultato. Non lo ho trovato né in vita né morto. Ho incontrato alcuni dei suoi amici tra i sopravvissuti che mi hanno detto che erano insieme a lui fino a che la barca non è affondata. Io vorrei ora chiedervi di aiutarmi, in un modo o nell’altro, ad identificare mio fratello attraverso il test del DNA. Non è solo una mia richiesta, è la richiesta di molti altri che hanno perso i loro cari. Sarebbe per noi una nuova tragedia se non fossimo in grado di trovare i corpi dei nostri familiari, avere un posto dove accendere una candela e pregare per loro e avere un luogo della memoria dove possano riposare in pace.
Vi ringrazio sin d’ora della vostra risposta.
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Il “Comitato 3 ottobre”, nato all’indomani della tragedia consumatasi al largo delle coste di Lampedusa, si pone come obiettivo l’istituzione il 3 ottobre di ogni anno della “Giornata della Memoria e dell’Accoglienza” per ricordare tutti i migranti morti nel tentativo di fuggire da persecuzioni, dittature, guerre e miseria, nonché tutti gli uomini che per salvarli mettono a rischio la propria vita. All’iniziativa, attraverso il gruppo Facebook “Accoglienza”, hanno finora aderito oltre 9.000 persone. Il “Comitato 3 ottobre” ha inoltre il sostegno di: Comune di Lampedusa e Linosa, Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim), Consiglio Italiano per i Rifugiati (Cir), Save the Children, Terres des Hommes Italia ONLUS, Legambiente, Centro Astalli, Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (Asgi), Arci, UsigRai, Tv2000, MeltingPot, Libera, Gruppo Abele, Emergency, Croce Rossa Italiana, Medici Senza Frontiere, Amnesty International, Recosol, Rete G2.

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