Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

SCUOLA & MERCANZIE. PUGLISI: “CONTRO “GLI ASSALTI” OCCORRE ALZARE UN MURO A TUTELA DEGLI ALUNNI”

 21/11/2013 - Egr. dott. Giovan Battista Puglisi, Direttore Editoriale della “Letterina”, avendo molta considerazione della pubblicazione che Lei dirige, della quale replichiamo sul ns. ‘Nebrodi e Dintorni’ qualcuno degli apprezzabili articoli presenti, mi permetto di sollecitare la Sua attenzione su di una questione che ci viene segnalata da alcuni genitori di studenti di scuola media superiore, come sotto sommariamente descritto.
Ci sono istituti di istruzione di secondo grado in cui si arriva a prospettare agli alunni la possibilità di tesserarsi, volendo, ad associazioni di varia natura (come fossero i Lyons, ma non è di questi che si tratta) al prezzo di 10-12 euro l’anno.

Naturalmente una simile proposta viene prima vagliata e approvata dal consiglio di istituto e quindi ‘somministrata’ agli studenti, ovvero alle povere famiglie già appesantite dal costo dei libri di testo, delle tasse scolastiche e da quant’altro oggi grava (pesantemente) sul bilancio di casa. Ciò rientra nel progetto dell’autonomia scolastica (?) e sicuramente avviene a fronte di una richiesta avanzata dai responsabili della stessa associazione che prospetta i propri ‘servigi’ e il relativo tesseramento.

Ci chiediamo - allora - cosa accadrebbe se 10, 20 o 100 di queste associazioni, ogni anno, possedendone i requisiti, avanzassero pari richiesta ai presidi, con offerte di ‘prodotti’ associativi, marmellate, libri, figurine, balli in maschera, degustazioni o viaggi a Lourdes? La scuola sarebbe una riserva di caccia (di clienti), un mercato ideale dove la clientela è a portata di mano, numerosa, garantita, pronta all’uso: in un colpo solo ne blandisci 30-90-60-120-1200. Gradiremmo conoscere il suo punto di vista e magari pubblicarne il testo. Con l’occasione porgiamo cordiali saluti.

'Nebrodi e Dintorni'

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Risponde il Direttore

Comprendo e condivido le sue perplessità nei confronti di operazioni che sembrano finalizzate a sostenere finanziariamente qualche associazione che potrebbe viceversa non avere ossigeno sufficiente per la sua sopravvivenza. A chi gli chiedeva quali sono i limiti dell’autonomia scolastica sancita dal DPR 275/99 il ministro Berlinguer rispondeva: è possibile fare tutto ciò che non è vietato dalla legge. Naturalmente dava per scontato che a prevalere su ogni scelta e decisione deve essere il buon senso. La scuola viene considerata senz’altro un grande mercato nel quale piazzare i propri prodotti.

Vi sono aziende specializzate che producono oggetti per gli studenti e guai a non avere ogni anno lo zaino all’ultima moda, il portapenne, o il diario. Vi sono poi quelli che “assaltano” la scuola nel corso dell’anno scolastico proponendo libri, abbonamenti a riviste, a spettacoli teatrali o cinematografici od anche prodotti che con la cultura non hanno nulla a che vedere. Contro “gli assalti” occorre alzare un muro a tutela degli alunni e discernere con attenzione le proposte coerenti col POF e che non incidano sulle finanze familiari.

Il Consiglio d’istituto può certamente deliberare di aderire ad un progetto o di autorizzare la scuola a pubblicizzare l’iscrizione, che comunque non può che essere volontaria, ad una associazione, ma non può e non deve autorizzare iniziative che nulla hanno a che fare con il progetto formativo dell’istituto e che possono appesantire ulteriormente i costi che le famiglie già sopportano per mandare i figli in una scuola che per dettato costituzionale è obbligatoria e gratuita.

Tale divieto non è però previsto dalla legge, ma dal buon senso, che è come il coraggio di Don Abbondio. In ogni caso il Dirigente scolastico può non dare corso alla delibera, motivando la sua decisione, se la ritiene non opportuna e non utile ai fini educativi.

G.B. Puglisi

Commenti

  1. Intelligente, da parte di questa redazione, avere posto l'accento su una problematica che tanto coinvolge le famiglie.
    Pertinente e onesta la risposta del Dott. Puglisi.
    Purtroppo però, sono tanti i dirigenti scolastici che non soltanto autorizzano, ma promuovono caldamente adesioni ad iniziative sulla cui congruità col progetto formativo dell'istituto si può nutrire più di un dubbio. Nella scuola c'è ancora un sistema improntato ad un autoritarismo anacronistico e francamente molto discutibile.
    Poche le voci fuori dal coro e il coraggio di Don Abbondio fa da padrone, tra insegnanti e genitori.

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