Festa della Liberazione: la filastrocca del 25 aprile di Mimmo Mòllica

Festa della Liberazione: la filastrocca del 25 aprile di Mimmo Mòllica 25/04/2024 - La «Filastrocca del 25 aprile» di Mimmo Mòllica ricorda la liberazione dell'Italia dalla dittatura fascista e dall'occupazione nazista. Una data importante per adulti e bambini, da non dimenticare per dire 'no' ai totalitarismi e a tutte le guerre. Sempre e in  ogni luogo, «meglio fiori che armi». «Filastrocca del 25 aprile» di Mimmo Mòllica

ANTIBRACCONAGGIO NEL PARCO DEI NEBRODI, 5 CACCIATORI ‘BECCATI’ DALLA FORESTALE NELL’AREA PROTETTA A CARONIA

Caronia (Me), 31/12/2013 - Attività antibracconaggio condotta dal Corpo Forestale della Regione Siciliana e dal Corpo di Vigilanza del Parco dei Nebrodi, coordinata dal Commissario Superiore Forestale S. Scaffidi del Distaccamento Forestale di Caronia, con la supervisione dell'Ispettorato Ripartimentale delle Foreste. L'attività ha avuto luogo nel Comune di Caronia, località “Piano Re”, zona “A” del Parco dei Nebrodi. Gli estremi del reato: Caccia in zona non consentita.
PERSONE SOTTOPOSTE AD INDAGINI:

 F. A. anni 49 di Taormina e residente a Roccella Valdemone (ME);
 F. B. anni 36 di Taormina e residente a Roccella Valdemone (ME);
 B. G. anni 37 di Taormina e residente a Roccella Valdemone (ME);
 F. G. anni 45 di Taormina e residente a Roccella Valdemone (ME);
 F. S. anni 56 di Giarre e residente a Giarre (CT);

Durante un servizio di vigilanza congiunto tra il Personale del Distaccamento Forestale di Caronia ed il Corpo di Vigilanza dell’Ente Parco dei Nebrodi sede di Caronia, finalizzato alla repressione bracconaggio in aree del Parco dei Nebrodi, intorno alle ore 8,30 del 28 dicembre nella località “Piano Re” del Comune di Caronia, zona di riserva integrale “A” del Parco dei Nebrodi, una delle pattuglie percorrendo una strada comunale sterrata, notava che in una radura all’interno di un’area boscata vi erano in sosta n. 3 veicoli fuoristrada. Giunti sul posto e da una prima ispezione visiva dell’abitacolo delle autovetture si notava che vi erano riposte diverse custodie in tela per fucili, indumenti vari, alcuni zaini, una custodia in cuoio per fucile, oltre ad altri oggetti.

Avendo avuto contezza che le persone che avevano lasciato in sosta i mezzi sopra richiamati erano intenti
ad esercitare attività venatoria in area protetta “zona A Parco dei Nebrodi” dove vige il divieto generale
all’esercizio della caccia, venivano rilevate le targhe del mezzi rinvenuti e comunicate alla Sala Operativa
Forestale di Messina, per procedere alla visura mediante la banca dati dell’A.C.I.

Avvisate le altre pattuglie facenti parte del programmato servizio congiunto, venivano avviate le ricerche
dei soggetti intenti ad esercitare la caccia in zona preclusa a tale attività. Nel corso della perlustrazione della
zona, anche con personale appiedato, lungo una stradella in terra battuta ci si imbatteva in un cane di razza
“meticcia” con manto pezzato, munito di collare in cuoio con campanaccio, dello stesso tipo rinvenuto nella
tarda sera del 28 dicembre 2013 durante la perquisizione degli automezzi.

Dopo alcune ore di vane ricerche, avuta la sensazione che i cacciatori avessero notato la presenza degli
Agenti, e che pertanto non avrebbero fatto più ritorno alla base per ritirare le autovetture lasciate in sosta,
attraverso la Sala Operativa Forestale di Messina si contattava il Sig. F. G., proprietario di uno degli
automezzi, conseguentemente si avanzava richiesta alla Stazione Carabinieri di Roccella Valdemone di
verificare se le armi detenute dai Sigg. F. A. e F. G. erano custoditi presso le proprie abitazioni.
Alle ore 20,40 circa, la Sala Operativa Forestale di Messina, contattato il sig. F. A. si apprendeva che lo
stesso trovavasi a San Fratello, in quanto insieme agli altri si era smarrito mentre cercava funghi.

Il F. A. veniva invitato ad attendere l’arrivo di personale del Corpo Forestale in servizio al Distaccamento
Forestale di San Fratello che avrebbe provveduto ad accompagnarli in località “Piano Re” del Comune di
Caronia, luogo in cui si trovano i mezzi lasciati in sosta nella mattinata del 28 dicembre 2013.
Dopo aver declinato ognuno le proprie generalità ed aver tutti confermato le versione di essersi smarriti
mentre cercavano funghi, si constatava che gli stessi non avevano al seguito alcun attrezzo (cestini, rastrelli
o altro) che potesse far ricondurre la loro presenza sui luoghi per la raccolta funghi. Di contro, il loro
abbigliamento era tipico dei cacciatori (giacche a vento e pantaloni tipo “mimetiche militari). Per tali ragioni
ed avendo già nella mattinata notato nei mezzi le custodie dei fucili ed avendo il sospetto che sugli stessi
mezzi si potessero trovare delle armi, si è proceduto alla perquisizione dei automezzi.

Nel corso della perquisizione, oltre a vari collari con relativi campanacci e segnalatore acustico (collare
satellitare) per cani, sono stati rinvenuti attrezzi vari tipici per l’esercizio della caccia con l’auslio dei cani ed
altri arnesi, foderi per fucili, munizioni e oggetti vari. Le munizioni rinvenute, n.50 a "palla" venivano sottoposte a sequestro restando custodite presso gli Uffici del Comando Distaccamento Forestale di Caronia a disposizione della A.G.

Alle ore 21,30 circa del 28 dicembre 2013, a seguito di specifica richiesta, il Comando Stazione Carabinieri
di Caronia trasmetteva ai Comandi Stazioni Carabinieri di Roccella Valdemone e Giarre richiesta di
accertamenti urgenti, finalizzata alla verifica presso le abitazioni degli intestatari dei veicoli nonché presso le
dimore di F. B. e B. G., per riscontrare la fattiva custodia di armi detenute all’interno delle proprie abitazioni.
In data 29/12/2013, dopo essere stato telefonicamente contattato, alle ore 12,30 circa si presentava il
Sig. F. S. invitato a presso gli Uffici del Comando Distaccamento Forestale di Caronia per gli adempimenti di
rito.

L’azione posta in essere dai soggetti che si sono resi parte attrice dell’illecito in menzione, ha violato i
principi generali dettati dall’art. 1 L. n. 394 del 06/12/2001 e s.m.i., il cui comportamento e motivo di
deterioramento di un patrimonio naturale di “rilevante valore naturalistico e ambientale”, mettendo a rischio
la conservazione di specie animali sottoposti ad uno speciale regime di tutela e di gestione.
Dell'accaduto veniva informata al Procura Generale presso il Tribunale di Patti.

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