1° Maggio: «Festa del Lavoro», la filastrocca di Mimmo Mòllica

1° Maggio Festa del lavoro. La «Filastrocca del Lavoro» di Mimmo Mòllica racconta in versi e strofe questa importante ricorrenza. E noi la proponiamo a grandi e piccini per celebrare la «Festa del Lavoro e dei Lavoratori».  «Filastrocca del lavoro» di Mimmo Mòllica   Caro babbo che cos’è il lavoro? dei bambini domandano in coro a un papà stanco e pure affannato, dal lavoro appena tornato. Ed il babbo risponde a fatica «serve a vivere, è una regola antica». Ed aggiunge: «… ed inoltre, sapete il lavoro è passione, è volontà e decoro». «E che cosa vuol dire decoro?», ribatterono subito loro. «È nell’opera di un falegname, è Van Gogh, è in un vaso di rame». «È Geppetto e il suo pezzo di legno, è Pinocchio, è Collodi e il suo ingegno, è donare qualcosa di noi senza credersi dei supereroi». «È costruire un gran bel grattacielo, è Gesù quando spiega il Vangelo, compiacersi di quello che fai, è dolersene se non ce l’hai!». Però un tipo iniziò a blaterare: «È pagare la gente per non lavorare, s

CROCETTA, CERRETI SU EMENDAMENTO "SALVA PROVINCE": “TU PIÙ IL “PRINCIPE” MA IL PRESIDENTE DELLA REGIONE CHE NOI ABBIAMO VOTATO”

AL Presidente della Regione Siciliana On. Rosario Crocetta
Messina, 19/12/2013 - Ill.mo Presidente, è oramai evidente il disagio creato da un’azione politica ed amministrativa, che ritengo sia nata in buona fede, ma che oggi rischia di naufragare nel disappunto generale, ovvero “l’abolizione delle Province Siciliane”, che oggi porta importanti testate giornalistiche a titolare ed esprimersi in una riflessione che oramai è nella testa di ogni cittadino siciliano: “Ma al di là delle parole, gli unici risultati portati a casa sono stati quelli di aver impedito a molti siciliani di esprimere liberamente il proprio voto”.


Indubbia la spinta emozionale dettata da quell’assurdo ed estremo sentimento antipolitico ed in alcuni casi anti istituzionale che pervade ed ha pervaso il Paese in quest’orrido 2013, ed è forse questo che ha spinto anche l’Assemblea Regionale Siciliana, nel tentativo populistico di placare “la caccia alle streghe” avviata mediaticamente contro la classe “Politica” Nazionale, ad agire impulsivamente approvando l’ipotesi di abolizione delle Province siciliane ed appoggiandoti, senza avviare mai un vero e serio processo riflessivo sulla validità ed utilità di questo assurdo “accanimento terapeutico”, nei confronti di una classe politica e di una “Casa Istituzionale” che se definitivamente soppresse in tutto il Paese, presupponendo l’eliminazione di personale e debiti, porterebbe ad un risparmio complessivo del 1,49% sul bilancio Nazionale, con un reale risparmio di appena € 60.000.000,00.

Ma i propri desideri, anche se motivati e stimolati da buoni propositi ed intenti, a volte urtano con la realtà, che nel caso specifico vede una bozza di legge contestata addirittura dal capo della segreteria tecnica dell’Assessore Patrizia Valenti ed inadatta agli scopi, che in vero provocherebbe solo incertezze per i circa 6500 dipendenti delle Province ed incertezza sull’ammontare del debito pubblico che gli stessi 9 Enti in soppressione lascerebbero come eredità contabile.

Mi sembra chiaro e lo dimostra anche l’aria che si respira nei caotici corridoi dell’ARS, che oramai quotidianamente percorro, che il vento è cambiato e che il tentativo malsano della “Politica di seria A” di attaccare e scaricare responsabilità, per non riconoscere i propri fallimenti, sulla “politica più popolare e di serie B”, oramai è decisamente fallito.

Dimostrazione il mancato rispetto dei tempi previsti per la presentazione e approvazione della norma “elimina Province” che doveva consegnare Legge approvata entro il 31 dicembre 2013 e la reazione dei deputati, tra l’altro molti di quelli che inizialmente appoggiarono l’idea dell’abolizione degli Enti intermedi, che oggi provati da 7 mesi di assenza di rappresentanza istituzionale nelle Province Regionali, rappresentanza che in qualche modo ha sempre supplito e supportato le interlocuzioni con la Regione Siciliana, dando voce alle istanze e necessità popolari, hanno deciso di reagire alla solita vecchia e monotona politica del “PRINCIPE” presentando un emendamento che preveda il mantenimento delle Province Regionali Siciliane.
Nel reame della demagogia e del populismo, mi auguro tu possa non essere più il “Principe”, ma il Presidente della Regione che noi abbiamo votato, mettendo da parte orgoglio personale ed emotività, per valutare realmente ciò che è bene per i cittadini, per i dipendenti provinciali, per i tanti servizi di supporto sociale di carattere intercomunale, per le famiglie dei meno fortunati del territorio siciliano e soprattutto per consentire che la volontà popolare possa essere efficace ed esprimibile a tutti i livelli.

Il Consigliere Provinciale
Roberto Cerreti
Capogruppo

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