1° Maggio: «Festa del Lavoro», la filastrocca di Mimmo Mòllica

1° Maggio Festa del lavoro. La «Filastrocca del Lavoro» di Mimmo Mòllica racconta in versi e strofe questa importante ricorrenza. E noi la proponiamo a grandi e piccini per celebrare la «Festa del Lavoro e dei Lavoratori».  «Filastrocca del lavoro» di Mimmo Mòllica   Caro babbo che cos’è il lavoro? dei bambini domandano in coro a un papà stanco e pure affannato, dal lavoro appena tornato. Ed il babbo risponde a fatica «serve a vivere, è una regola antica». Ed aggiunge: «… ed inoltre, sapete il lavoro è passione, è volontà e decoro». «E che cosa vuol dire decoro?», ribatterono subito loro. «È nell’opera di un falegname, è Van Gogh, è in un vaso di rame». «È Geppetto e il suo pezzo di legno, è Pinocchio, è Collodi e il suo ingegno, è donare qualcosa di noi senza credersi dei supereroi». «È costruire un gran bel grattacielo, è Gesù quando spiega il Vangelo, compiacersi di quello che fai, è dolersene se non ce l’hai!». Però un tipo iniziò a blaterare: «È pagare la gente per non lavorare, s

CROCETTA & L’ARS: “NON BASTA UN LIFTING, BISOGNA ELIMINARE STIPENDI D’ORO, SPRECHI E RUBERIE”

I deputati dell’assemblea regionale siciliana si sono ridotti lo stipendio. Non basta. Occorre ridimensionare anche gli esosi stipendi dei dipendenti regionali equiparandoli a parità di compiti a quelli degli altri settori del pubblico impiego e vigilare ed eliminare gli sprechi e le ruberie
Palermo, 19/12/2013 - Dopo l’intervento a Matrix del presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta, che denunciava l’esosità degli stipendi dei dipendenti del parlamento siciliano, una svolta
importante si è delineata con la deliberazione della commissione spending review e la successiva modifica ed approvazione da parte dell’assemblea regionale: gli stipendi dei deputati regionali vengono così tagliati più del 20% previsto dalla prima stesura del decreto legge, riducendosi a 11.100 euro lordi con un importo netto di circa 7000 euro. La Regione Sicilia si adegua così a quanto previsto dal Decreto Monti, al quale, probabilmente per orgoglio autonomistico, nel disegno di legge non viene fatto alcun riferimento. È certamente un segnale importante che la commissione presieduta da Riccardo Savona prima e l’assemblea successivamente, hanno voluto dare. Il disegno di legge prevede tra l’altro il limite di 13.700 per il presidente della Giunta regionale e per il presidente dell’ARS, l’eliminazione dell’indennità per gli assessori, che se deputati conserveranno solo il loro stipendio, se esterni avranno lo stesso stipendio dei deputati.

I deputati componenti delle commissioni non avranno più i gettoni di presenza. È solo un primo passo verso stipendi più equilibrati nell’ambito della Regione: restano infatti inalterate le notevoli spettanze al personale dell’Assemblea, già denunciate dallo stesso Crocetta, e validi i contratti di lavoro relativi agli stipendi dei dirigenti regionali. La Regione Sicilia, che ha un notevole numero di dipendenti (19.739 di cui 2245 dirigenti) spende circa un miliardo e duecento milioni di euro per pagare gli stipendi. Ai dirigenti di livello inferiore, vengono erogati stipendi che oscillano dagli 80.000 ai 95.000 euro lordi annui, quasi il doppio di quello che percepisce un dirigente scolastico. I dirigenti di prima fascia percepiscono a carriera avanzata circa 190.000 euro.

Lo stipendio più elevato risulta essere quello del segretario generale dell’ARS con 13.145 euro netti per sedici mensilità all’anno. I comuni mortali con regolare contratto percepiscono una e una sola tredicesima mensilità, chi sta sull’Olimpo tra gli dei ne percepisce quattro di tredicesime! Il confronto, in materia di stipendi, con la regione Lombardia effettuato quattro anni fa dall’allora presidente Lombardo e dall’assessore Massimo Russo, andati in missione a Milano per verificare il trattamento riservato ai dipendenti regionali lombardi ha evidenziato una differenza a favore dei siciliani di circa in 20% in più. Il numero dei dipendenti regionali della Lombardia, in una regione che ha quasi il doppio degli abitanti della Sicilia, sono complessivamente 3129 di cui 245 con incarico dirigenziale e con una spesa complessiva di circa 207 milioni di euro. I dipendenti della Regione Sicilia sono pertanto sei volte più di quelli della Lombardia. Una parte non risibile delle risorse della Regione Sicilia viene quindi utilizzata per il mantenimento dell’elefantiaco apparato sottraendola a possibili ed auspicabili programmi di sviluppo economico e sociale ed anche ai comuni e ad altri servizi, fra cui non ultimi quelli scolastici che necessitano di maggiori risorse soprattutto per la messa in sicurezza degli edifici.

L’autonomia della Sicilia, come abbiamo avuto occasione già di scrivere, anziché promuovere lo sviluppo economico e sociale, è servita soltanto a creare dal punto di vista del lavoro un paradiso per quasi ventimila persone che oltre ad avere un lavoro sicuro godono di retribuzioni che non sono paragonabili con quelli del resto del pubblico impiego. Non entriamo qui nel merito delle ruberie e delle truffe di cui si è già trattato nelle settimane scorse su questa rivista, soprattutto a proposito del settore della formazione professionale, che, pur avendo visto coinvolte alcune decine di dipendenti regionali attualmente agli arresti o sotto inchiesta per fatti gravi, che non sono certamente connotativi di tutti gli altri dipendenti, denunciano un modo distorto e furfantesco di intendere l’amministrazione della cosa pubblica: semplicemente una vacca da mungere. Riusciranno i politici regionali, che oggi hanno dato dimostrazione di saggezza nel diminuire i loro stipendi, a liberare risorse utili alla Sicilia ponendo dei limiti ai contratti dei dipendenti regionali? È certo che in questo momento che la nostra società vive tempi difficili che portano molti ad esternare già in piazza una rabbiosa protesta per le condizioni di grave difficoltà in cui si trovano disoccupati, pensionati al minimo, esodati, imprenditori e commercianti già falliti o sull’orlo del fallimento, giovani senza prospettive di un futuro, sarebbe bene da parte di chi ha responsabilità di governo a tutti i livelli assumere comportamenti informati ad equità e giustizia sociale.

Giovan Battista Puglisi
Direttore Editoriale della “Letterina”
ASASI

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