Archeoclub d’Italia: a Cefalù: 30 anni di esistenza di Archeoclub d’Italia sede di Cefalù: 30 anni di impegno sociale

Archeoclub d’Italia: a  Cefalù, venerdì 7 Novembre dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 15 alle ore 17, in collaborazione con la Diocesi di Cefalù, visita alla Chiesa della SS. Trinità e al Chiostro Monumentale di San Domenico – Via Costa, 63 – Cefalù.  Sabato 8 novembre alle  ore 16 visita all’Archivio Storico Diocesano. A  Finale di Pollina alle  ore 17.30, conferenza su  : “L’Ulivo del Mediterraneo. Simboli e cultivar tra Sicilia e Calabria”. 7/11/2025 - Venerdì 7 Novembre, saranno 30 anni di esistenza di Archeoclub d’Italia sede di Cefalù in Sicilia. Ben 30 anni fa veniva  costituita la sede di Cefalù dell’Archeoclub d’Italia. Trent’anni di impegno sociale costante.  Nel 1995 un piccolo gruppo di cittadini scelse di dedicarsi all’approfondimento e alla condivisione della conoscenza del grande patrimonio culturale della città facendo confluire le proprie energie all’interno di un’associazione a carattere nazionale, nata nell’ambito del mondo ac...

È NATALE, IMPIETOSO TEMPO DI BOLLETTE E BUROCRAZIA PER CHI (NE) HA LE TASCHE PIENE

24/12/2013 – Il 24 dicembre la posta in Italia funziona e porta a casa lettere e bollette. Una volta tanto il cinismo della burocrazia potrebbe mutarsi in disservizio, la vigilia di Natale. Macché, in un’epoca di tasse impazzite e conti pubblici che non tornano la politica non conosce più ostacoli, nè vigilie, nè misericordia, nè carità. La dimensione locale e quella nazionale fanno a gara per somigliarsi e arrivare prima dell'altro sulle tredicesime degli italiani, sui pochi risparmi, sulla disperazione della gente. La carità non è roba di questi tempi.  I conti sono la ragion di Stato. I loro conti, che chiamano stabilità.
Chi ha le tasche piene guarda il Natale come epoca di tredicesime da spolpare. E C'E' CHI, INVECE,  NE HA PIENE LE TASCHE.
Cosa non facile da manifestare senza passare per populista.

Muti passaron quella notte i fanti:
tacere bisognava e andare avanti.
S'udiva intanto dalle amate sponde
sommesso e lieve il tripudiar dell'onde.
Era un presagio dolce e lusinghiero:
il Piave mormorò "Non passa lo straniero!".

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