Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

ABELE FERRARINI A CAPO D’ORLANDO: “RARE VOLTE NELLA VITA S’INCONTRANO PERSONE DI CUI È FACILE COGLIERE UMANITÀ E DOLCEZZA”

22 GENNAIO 2014 - Chi non è pienamente convinto che lo sport sia un incredibile strumento per veicolare valori positivi e universali, si faccia da parte. Questa è la storia di un professore arrivato da poco a Capo d’Orlando, anzi del professore Abele Ferrarini. Rare volte nella vita s’incontrano persone di cui è facile cogliere umanità e dolcezza da sguardi e parole. Da qualche mese a Capo d’Orlando si può. Da Piumazzo (Modena) a Capo d’Orlando ambientarsi è stato un attimo. «Ho sentito Capo come casa mia fin dal primo giorno.
Sapevo poco o nulla della Sicilia, solo quello che vedevo da fuori e leggevo. Ero venuto qui altre volte solo con la squadra (la Fortitudo Bologna), l’ultima nel 2006 e abbiamo anche perso».

Già, perché Abele è uomo di sport, fisioterapista storico della Fortitudo e della Nazionale Italiana, innamorato oggi più di ieri del suo lavoro.
«Ho cominciato nel ‘86/’87 con il Burghi Modena, una società ambiziosa che aveva intenzione di raggiungere una serie superiore, il coach era Otello Bruni. Lavoravo in ospedale e facevo turni tutte le mattine per avere liberi i pomeriggi quando c’erano gli allenamenti. Poi per caso passai alla Fortitudo, alla vigilia del ritiro, infatti, venne loro a mancare il fisioterapista per motivi familiari. Su di indicazione di coach Michelini chiamarono me e mi accasai a Bologna, era il primo anno di Sergio Scariolo. Amavo come amo oggi il mio lavoro, ma ora sono invecchiato e fatico un pò a fare tutto ciò che facevo allora…»

A Bologna ha conosciuto Gianluca Basile e Gianmarco Pozzecco…
«Baso l’ho avuto sei anni in Fortitudo, Poz solo due anni, entrambi poi li ho ritrovati in Nazionale. Raccontare del rapporto che ho con loro è difficile. In vita mia ho avuto bisogno d’affetto e i primi che si sono avvicinati per aiutarmi, non sono stati gli amici miei di sempre, ma sono state queste due persone conosciute durante il lavoro nell’attività sportiva: Gianluca e Gianmarco. Tuttora mi stanno vicino e lo fanno in un modo così pieno d’affetto che non so se potrò mai ricambiarli. Mi stanno aiutando a superare un momento poco felice della mia vita. Hanno capito la mia esigenza e hanno fatto tutto il possibile per farmi sentire a mio agio e non pensare a ciò che mi rattrista. Voglio un bene dell’anima a entrambi».

Due personaggi di grande spessore, due campioni veri, che hanno dimostrato più volte nella vita quanto il campo avesse già lasciato intendere.
«Sono diversi fra loro, ma hanno un cuore grande come una casa. Poz è un ragazzo estremamente intelligente, con un estro incredibile e un carattere allegro che in passato lo penalizzò anche. Un giorno mi fece un ragionamento che io condivisi. Mi disse: “Tutti conoscono me, il mio carattere e il mio modo di giocare. Chi mi vuole deve prendere Pozzecco per quello che è. Non riuscirò mai a snaturarmi, o uno capisce ciò o mi lasci in pace dove io posso esprimermi come so fare”. Aveva ragione. Vederlo adesso coach di una squadra è magnifico. È stata una sorpresa incredibile. Sicuramente può migliorare tanto ancora, ma diventerà un grande allenatore. Baso è una persona speciale. Mio figlio mi ha chiesto tante volte: “Ma vuoi più bene a Basile o a me?” Il giorno che vinse l’Eurolega con il Barcelona guarda cosa disse (ed esce dal portafoglio uno stralcio gelosamente custodito del Resto del Carlino che mostra Basile con la coppa sotto il titolo “Baso: «Dedico questa vittoria a Paola e Abele»”). Paola è mia moglie e aveva avuto un brutto incidente, lui in quell’occasione così importante si ricordò di noi ed ebbe la forza di dire questa cosa qui. Quando Basile tornò a giocare a Barcellona con Cantù in Eurolega, gli spagnoli lo osannarono. Io vedo come la gente anche qui tratta Basile e Pozzecco e ne godo, perché meritano tutto quello che di buono possano avere. Gianmarco, poi, secondo me quando scadrà il mandato di Sindoni, sarà il nuovo candidato sindaco. Sarebbe un danno enorme per tutti, intendiamoci (ride, ndr), ma accadrà qualcosa di simile. Quando esco con lui saluta tutti per strada, questo è davvero il suo posto. È arrivato qui per caso ed è nato un amore tra lui, i Sindoni e la città».

Così adesso anche lei con Baso e Poz è all’Upea Capo d’Orlando del Presidente Sindoni.
«Quando Gianmarco disse di me al presidente, Sindoni mi scrisse un sms. Da parte sua ci fu apertura totale. Conoscendolo, poi, sono rimasto veramente folgorato. Non avrei mai immaginato che una persona la prima volta che ti vede ti possa fare sentire così a tuo agio. Sia lui che suo figlio mi hanno accolto come una persona importante, quando importante invece non lo sono. Non ho parole per ringraziare la famiglia Sindoni. E voglio ringraziare anche tutte le persone di Capo d’Orlando perché mi rispettano come fossi uno di loro, pur non conoscendomi. Io qui mi sento un’altra persona. L’attenzione che ho in questa società, in questa famiglia che è Capo d’Orlando non l’ho neanche al mio paese. Non conoscevo la bellezza del posto, né l’ospitalità della gente. Se t’invitano a pranzo e per qualche motivo non puoi andare, capita che si offendano anche. È un mondo nuovo per me, fatto d’affetto sincero. Mi salutano tutti, mi parlano come fossimo amici da tanto tempo, ciò mi rende orgoglioso perché io non penso di meritarmi tutto questo. Vedere che mi trattano così mi fa sentire felice, mi fa sentire sereno. Quest’aspetto non lo conoscevo, apprezzo tanto il vostro modo di fare e vivere».

Ormai anche il PalaFantozzi l’ha accolta e la coccola. Pensi che un giorno non vedendola arrivare, coach Pozzecco ha fatto osservare ai presenti un minuto di silenzio in sua memoria!
◄«Quando Poz mi disse del minuto di silenzio, non volevo crederci. Avrò una vita lunghissima comunque, grazie a lui e Baso. Ogni volta che ritardo mi dicono che hanno visto un angelo sopra mia casa… (scoppia a ridere, ndr). Il pubblico del PalaFantozzi mi piace tanto, è un tifo molto caldo, presente, partecipe, ma non violento. Sicuramente è un aiuto in più per la squadra, non ho visto tanti palazzetti con un tifo come qui. Qui parlano con fierezza della propria squadra, sono orgogliosi, la percepiscono come una questione di famiglia. Li vedo guardare la partita come se stessero guardando il bellissimo mare che hanno e le isole».

È anche il nostro professore adesso allora!
«Ma dai! Anche qui mi chiamano professore, un soprannome che mi porto dietro dai tempi di Marcelo Damiao (’94, ndr). Un giorno Marcelo aveva delle contrazioni da paura e io l’aiutai, dopo disse ai compagni che se non ci fosse stato il professore sarebbe morto. Da quel giorno incominciarono a chiamarmi professore. Mi sento quasi a disagio perché io non sono professore di nulla, ma qui ho trovato valori che altrove forse hanno dimenticato e la gente mi ha accettato, anche come professore (ride, ndr)».



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