1° Maggio: «Festa del Lavoro», la filastrocca di Mimmo Mòllica

1° Maggio Festa del lavoro. La «Filastrocca del Lavoro» di Mimmo Mòllica racconta in versi e strofe questa importante ricorrenza. E noi la proponiamo a grandi e piccini per celebrare la «Festa del Lavoro e dei Lavoratori».  «Filastrocca del lavoro» di Mimmo Mòllica   Caro babbo che cos’è il lavoro? dei bambini domandano in coro a un papà stanco e pure affannato, dal lavoro appena tornato. Ed il babbo risponde a fatica «serve a vivere, è una regola antica». Ed aggiunge: «… ed inoltre, sapete il lavoro è passione, è volontà e decoro». «E che cosa vuol dire decoro?», ribatterono subito loro. «È nell’opera di un falegname, è Van Gogh, è in un vaso di rame». «È Geppetto e il suo pezzo di legno, è Pinocchio, è Collodi e il suo ingegno, è donare qualcosa di noi senza credersi dei supereroi». «È costruire un gran bel grattacielo, è Gesù quando spiega il Vangelo, compiacersi di quello che fai, è dolersene se non ce l’hai!». Però un tipo iniziò a blaterare: «È pagare la gente per non lavorare, s

“EROSTRATO” CON ALESSIO BONAFFINI DOMENICA AL SAVIO

Viaggio nelle atmosfere sartriane dopo il successo di “ProTesto” a Siracusa e Messina. E nel foyer continua “ProTesto con l'arte” con la mostra del maestro Nino Bruneo
MESSINA, 11/01/2014 – Dopo la due giorni di “ProTesto” – la pièce tratta dal libro “Il non-luogo rivoluzionario” di Vincenzo Quadarella che ha debuttato con successo a Siracusa ed è stata riproposta sullo Stretto nel trentennale dell'assassinio di Pippo Fava, alla cui memoria è stata dedicata, registrando oltre un centinaio di spettatori dopo il sold out di poco più di un mese fa – riprendono gli spettacoli in cartellone di Atto Unico. Scene di Vita. Vite di Scena. Per il quinto appuntamento della rassegna, domenica 12 gennaio alle ore 21.00 al Teatro Savio andrà in scena “Erostrato” di Jean Paul Sartre.
La messinscena, targata QAproduzioni, avrà come regista e interprete Alessio Bonaffini, protagonista di un viaggio nella lucida e graffiante logica di un personaggio definitivamente disgustato dal fatto che gli uomini non facciano altro che recitare un ruolo nel condurre i propri rapporti con gli altri.

Erostrato è un caso clinico, una specie di Roquentin impazzito per eccesso di lucidità. Questo personaggio dostoevskiano, voyeur, masochista e paranoico, esprime forse più a fondo di ogni altro la profonda repulsione di Sartre per ogni forma di malafede, che è poi il modo in cui gli uomini recitano la commedia sociale quando entrano “nell’esercito delle loro funzioni”. Erostrato coinvolge nel suo rifiuto verso il genere umano la dimensione stessa della socialità e dei rapporti interpersonali, fino alle estreme conseguenze del nichilismo distruttivo e autodistruttivo. Pensieri, parole, opere e sentimenti che sulla scena assumono i contorni di un monologo denso e fortissimo, una parabola ascendente attraverso cui si sviscera il pensiero sartriano e che si consuma nell'atto finale. Per un teatro di pensiero, un teatro di parola.

L'“Erostrato” di Bonaffini torna a Messina dopo essere stato accolto con favore dalla critica e dal pubblico nell'estate del 2011, nell'ambito della kermesse Forte Teatro Festival, tanto da essersi rese necessarie addirittura due repliche per accogliere gli spettatori presenti.

E per il consueto appuntamento con “ProTesto con l'arte”, prima e dopo lo spettacolo il foyer del Teatro Savio si trasformerà in una galleria d'arte contemporanea per ospitare ancora una volta i quadri realizzati su cartone o materiale riciclato dal maestro Nino Bruneo. Allestimento a cura di Valeria Mendolia.

Il prossimo appuntamento con la rassegna “Atto Unico. Scene di Vita. Vite di Scena” è per domenica 26 gennaio, sempre alle 21.00 e sempre al Teatro Savio con un’altra produzione targata QA: “Pinter e a capo”, regia e drammaturgia di Massimo Tuccitto, con Elena Polic Greco, Luca di Mauro e Massimo Tuccitto. La pièce offre un'analisi in quattro quadri di un personaggio strano, sprezzante della realtà, moralista, integralista, deciso a rimanere chiuso in casa finché non sarà riuscito a trovare il modo di superare Pinter. Ed è proprio nel momento della chiusura alla realtà circostante che la porta del teatro si apre e piomba una carrellata di personaggi pinteriani.



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