1° Maggio: «Festa del Lavoro», la filastrocca di Mimmo Mòllica

1° Maggio Festa del lavoro. La «Filastrocca del Lavoro» di Mimmo Mòllica racconta in versi e strofe questa importante ricorrenza. E noi la proponiamo a grandi e piccini per celebrare la «Festa del Lavoro e dei Lavoratori».  «Filastrocca del lavoro» di Mimmo Mòllica   Caro babbo che cos’è il lavoro? dei bambini domandano in coro a un papà stanco e pure affannato, dal lavoro appena tornato. Ed il babbo risponde a fatica «serve a vivere, è una regola antica». Ed aggiunge: «… ed inoltre, sapete il lavoro è passione, è volontà e decoro». «E che cosa vuol dire decoro?», ribatterono subito loro. «È nell’opera di un falegname, è Van Gogh, è in un vaso di rame». «È Geppetto e il suo pezzo di legno, è Pinocchio, è Collodi e il suo ingegno, è donare qualcosa di noi senza credersi dei supereroi». «È costruire un gran bel grattacielo, è Gesù quando spiega il Vangelo, compiacersi di quello che fai, è dolersene se non ce l’hai!». Però un tipo iniziò a blaterare: «È pagare la gente per non lavorare, s

LINA PROSA PRIMA AUTRICE E REGISTA ITALIANA ALLA COMÉDIE-FRANÇAISE

Una trilogia sulla tragedia degli sbarchi: Lampedusa Beach, Lampedusa Snow, Lampedusa Way. Théâtre du Vieux-Colombier-Comédie-Française. Parigi, dal 31 gennaio al 5 febbraio 2014
11/01/2014 - La drammaturga siciliana Lina Prosa è la prima autrice e regista italiana ad arrivare con i suoi testi teatrali nel più antico e prestigioso teatro d’Europa: la Comédie-Française di Parigi. Fino a ora sono entrati nel repertorio del teatro di Moliere, Carlo Goldoni, Gabriele D’Annunzio, Pier Paolo Pasolini, Dario Fo, Spiro Scimone e Fausto Paravidino.

E adesso per la prima volta una donna con i suoi testi di cui cura anche la regia.
Lina Prosa, quest’anno, sarà nel Tempio del Teatro di Parigi con una trilogia dedicata al dramma dell’immigrazione e alla tragedia degli sbarchi, sempre di estrema attualità.

Dopo il monologo “Lampedusa Beach”, il cui testo tradotto in francese da Jean-Paul Manganaro è stato già messo in scena ad aprile dello scorso anno nello Studio-Théâtre-Comédie Française, Lina Prosa si fa tre per un progetto voluto fortemente dalla Comédie Française. Accanto a “Lampedusa Beach”, infatti, per la prima volta con la regia della stessa Prosa, dal 31 gennaio al 5 febbraio 2014 (il primo febbraio dalle 15 in poi sarà messa in scena l’intera trilogia), sono in programma nel Théâtre du Vieux-Colombier-Comédie-Française altri due testi della Prosa, scritti per l’occasione e dedicati sempre alla tragedia dei migranti: “Lampedusa Snow” e “Lampedusa Way”. I tre testi sono stati appena pubblicati in Italia da Editoria spettacolo.

Il testo di “Lampedusa Beach”, scritto da Lina Prosa, è stato pubblicato in Francia dalle Edizioni “Les Solitaires Intempestifs” in una raccolta di cui fanno parte anche “Cassandra on the road” e “Programma Pentesila/Allenamento per la battaglia finale”, già trasmesso da France-Culture nella lettura di Leonie Simaga. “Lampedusa Beach” è stato pubblicato a gennaio 2013 sulla rivista newyorkese “The American Reader”.
In Italia “Lampedusa Beach” ha ricevuto il “Premio Annalisa Scafi” per il Teatro Civile (Roma 2005), per l’occasione è stato letto da Franca Valeri e Patrizia Zappa Mulas. E il “Premio Anima” per la crescita di una coscienza etica (Roma 2007). Il testo è stato già messo in scena in Francia nel 2008 da Marie Vayssiere, prodotto da “Theatre des Bernardines” e Massalia-la Friche- di Marsiglia, 3BISF di Aix en Provence.
Lo spettacolo “Lampedusa Beach”, inoltre, sarà prodotto per la prima volta in Italia dal Teatro Biondo, stabile di Palermo, a marzo del 2014 con l’attrice Elisa Lucarelli e la regia della stessa Lina Prosa.
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“Lampedusa Beach” racconta il naufragio di Shauba, migrante africana, sulle coste dell’isola di Lampedusa, teatro di un lungo e tragico approdo verso la “felice” Europa. Il tempo della discesa del corpo della donna negli abissi marini coincide con il tempo della scrittura. Ma è anche l’evento di un teatro nell’acqua, la scena di un corpo di donna che ha perso l’ormeggio terreno dinanzi a cui l’autrice chiede l’intervento di un’attrice che sappia recitare in apnea. La parola “annegata” di Schauba dà vita ad un’odissea sott’acqua fatta di memorie personali, di convivenza con i pesci, sentimenti semplici e nostalgie, esperienze fisiche, che risalgono nell’anima come un effluvio mediterraneo dell’essere. Alla fine la rotta del viaggio e la visione della meta si capovolgono. L’approdo al fondo dell’abisso, coincide paradossalmente con una Lampedusa solare e balneare.

“Lampedusa Snow” racconta, invece, di un naufragio in montagna, sulla neve. Questa volta il protagonista è un uomo, Mohamed, fratello di Shauba al centro di “Lampedusa beach”. La drammaturgia si ispira a un fatto di cronaca: un migrante africano, sbarcato a Lampedusa, viene portato in una baita di montagna sulle Alpi Orobiche. E rimane lì per mesi in attesa che venga esaminata la sua domanda di asilo politico. Il testo è dedicato a un attore dotato di un grande pneuma, in grado di recitare ad alta quota in caso di mancanza di ossigeno.

Lampedusa Way non è un monologo, ma un dialogo fra Mahama e Saif che chiude la trilogia di Lina Prosa dedicata a Lampedusa. I due protagonisti sono gli zii adottivi, rispettivamente di Shauba e di Mohamed, protagonisti dei due testi precedenti. Arrivano a Lampedusa alla ricerca dei loro cari di cui non sanno più nulla. Mahama e Saif non si conoscono, si incontrano per la prima volta a Lampedusa, ed entrano in contatto con un mondo diverso da quello da cui provengono. Il mondo dei ricchi, del capitalismo, della nuova vita che i loro nipoti cercavano e che non hanno mai trovato.

Lina Prosa, drammaturga siciliana, vive a Palermo dove dirige il Teatro Studio Attrice/Non, spazio teatrale di ricerca all’interno del Progetto Amazzone (Mito-Scienza-Teatro), realizzato in collaborazione con Anna Barbera. La sua scrittura si muove attraverso le ombre della contemporaneità alla ricerca di una poesia della condizione umana che supera i limiti, i confini e l’omologazione culturale. Nel suo percorso, ha scelto di lavorare con attori e registi sensibili all’innovazione del linguaggio teatrale come Massimo Verdastro, per il quale ha scritto l’episodio finale dello spettacolo “Satyricon. Una visione contemporanea” (“Nell’anno di grazia post naufragium”), rappresentato al Teatro Vascello di Roma, al Piccolo Teatro di Milano e al Teatro Goldoni di Venezia.

Insieme a lui porta avanti il progetto “Cantiere Euripide/Ecuba&Company” che ha visto una prima tappa a Palermo nel 2012 . Ha inoltre collaborato con Giancarlo Cauteruccio che ha diretto “Filottete e l’Infinito Rotondo” (Palermo, 2004), testo inclusi nella raccolta “Migrazioni” (Meridiana edizioni).
Da alcuni anni il teatro francese ha mostrato molta attenzione per i suoi testi tradotti da Jean-Paul Manganaro e pubblicati da “Les Solitaires Intempestifs”. Alcune delle sue opere, inoltre, sono state rappresentate in Francia in varie forme. “Cassandra on the Road”, per esempio, è stata letta da Valérie Lang all’Odéon-Théâtre di Parigi nel contesto della rassegna “Face a Face/Paroles d’Italie pour les scènes de France” (2009). Molti dei suoi testi sono stati e sono oggetto di studio e discussione nelle Università di Pavia, Barcellona, Siena, la Sorbona, ESAD, Paris X-Nanterre e Lille.

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