Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr, nelle mani della criminalità organizzata

Le mani della criminalità organizzata sui Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr.  La metà delle indagini relative alle frodi sui fondi Ue riguardano l'Italia (6 su 12 miliardi complessivi di danno stimato). E sulla maggior parte di queste c'è l'ombra della criminalità organizzata, attratta dal richiamo del flusso consistente di denaro. 4 mag 2024 - È quanto emerso il 29 e il 30 aprile a Bruxelles, nel corso dei due giorni di studio, approfondimento e confronto giuridico dedicati alla Procura europea, alle sue competenze e ai riflessi più significativi della sua azione giudiziaria. Un appuntamento che si è concluso con l'affermazione di un dato che non può lasciare indifferenti anche coloro che non sono professionisti del settore legale: l'Italia è al centro delle indagini Eppo.   Pur essendo stato pubblicato pochi giorni fa il Report 2023 - 2023 in numbers | European Public Prosecutor’s Office (europa.eu) - l'analisi dell'andamento delle

RENZI COLLOQUIA IN ITALIA, RIINA SPROLOQUIA IN EUROVISIONE TELEVISIVA

25/01/2014 – Totò Riina parla in Eurovisione al mondo intero ed istruisce i suoi processi sommari in diretta televisiva. Matteo Renzi viene ‘indicato’ come possibile obiettivo dei pm di turno sull’asse che conduce a Firenze. E L’Italia che fa da sé (perché gli altri non ci sono riusciti) sembrerebbe mettere le mani avanti rispetto a ‘tutto ciò’ che in un modo o nell’altro è stato eletto dal popolo. Il Movimento 5 Stelle negli ambienti della ‘casta’ sembra essere temuto più della peste del Manzoni ed ora sembra che la stessa sorte voglia toccare a Matteo Renzi, reo di abbraccio fatale con Silvio Berlusconi, il pregiudicato più amato dal 33% degli italiani.
La pietra delle scandalo, in queste giornate di fine gennaio, sono le preferenze elettorali, quelle che dovrebbero permettere ai poveri italiani di scegliere il proprio candidato, il proprio rappresentante in Parlamento, proprio nei mesi in cui il Parlamento non elegge più i Governi ma semmai li sostiene o li osteggia.

Non sbaglia, a nostro avviso, chi dice che valga la pena eleggere il prossimo Governo, che dovrebbe poi approvare una nuova legge elettorale. In ogni caso, pur riconoscendo a tale legge una fondamentale importanza, il Governo e il Parlamento (cioè la politica) dimostrano di essere ripiegati su se stessi, un po’ per salvare la categoria, un po’ per salvare e perpetuare gli interessi della medesima categoria.

Matteo Renzi ‘spadroneggia’, non va troppo per il sottile, ma almeno ha una legittimazione popolare all’interno del suo partito politico e perciò in Italia, essendo il suo il maggiore partito. Tra non molto torneranno in circolazione un buon numero di criminali (non ci riferiamo ai poveri cristi che stanno in galera incolpevoli o inutilmente); Berlusconi sarà ri-processato, ri-condannato e forse solo ri-cordato…
E Matteo Renzi, se non incorrerà nei rigori della magistratura penale (e/o civile) potrà aspirare ad incassare gli esiti dell’abbraccio fatale con Berlusconi, portando a sé una buona parte dei voti di Forza Italia e di Berlusconi.

Questo potrebbe essere il ‘cronoprogramma’ di Matteo Renzi. E non è detto che nel suo stesso partito ciò faccia piacere a tutti per almeno un paio di ragioni: una, che Renzi dimostra di avere molto più cervello di altri e ciò lascia intendere chiaramente a cosa condurrebbe; due, che all’interno del PD verrebbe a crearsi una colonia di ‘immigrati’ non ostile a Renzi ma, certo, non proprio ‘fraterna’ rispetto a chi in quel partito ha eletto da tempo il proprio domicilio, proveniente da lidi tempestosi.

Totò Riina intanto, sproloquiando liberamente in Eurovisione radio e tv, funge da ‘ministro degli esteri’ e fa sapere che la Merkel farebbe bene a non tirarsela troppo. Perché, sia ben chiaro, tra Riina e la Merkel chi porta i pantaloni è Totò non Angela: "Con me hanno tutti da perdere, - dice dal carcere, dove si trova temporaneamente al 416bis, Totò Riina - perché io sono un tedesco nato, peggio di un tedesco. I tedeschi dovrebbero venire a scuola da me per imparare il tedesco buono e fare i tedeschi. I tedeschi non sono questi che abbiamo in Germania. Il tedesco sono io".

Così Totò Riina rappresentava la sua vocazione autoritaria parlando in carcere con il capomafia pugliese Alberto Lorusso. La conversazione fa parte del gruppo di intercettazioni ambientali depositato al processo Stato-mafia. E il prossimo 27 gennaio, al Quirinale si celebrerà la cerimonia per non dimenticare la Shoah.


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