Primo Maggio a Portella della Ginestra: “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”

Primo Maggio a Portella della Ginestra, Antoci (M5S): “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”,  Giuseppe Antoci, capolista del M5S nella circoscrizione “isole” alle elezioni europee, a margine del corteo in memoria della strage di Portella della Ginestra a cui a partecipato col Presidente Giuseppe Conte.  Portella   della   Ginestra : Di Paola (M5S): Governo Meloni smembra Stato Sociale.  Il coordinatore regionale Cinquestelle: “Nostre battaglie tutto l’anno per maggiori tutele per i cittadini”. PORTELLA DELLA GINESTRA, 1 mag 2024 -  “Oggi con Giuseppe Conte abbiamo ricordato la strage di Portella della Ginestra avvenuta l'1 Maggio 1947. Un’occasione importante per ribadire l’importanza del diritto al lavoro come strumento di giustizia sociale e di lotta alla mafia. Il sud continua ad avere il più alto tasso di disoccupazione in Italia; tasso ancora più elevato tra le donne. E proprio nel disagio si insinua la criminalità organizzata. C’è fame di lavoro, di di

ACCOGLIENZA & ARTE: CINQUANTA PROFUGHI AFRICANI SCOPRONO PIRANDELLO ALLE FAM DI AGRIGENTO

AGRIGENTO, 6 Febbraio 2014 – Oltre cinquanta cittadini stranieri, migranti di origine africana - ospiti da qualche mese dei centri ai accoglienza di Agrigento, Villaseta e Porto Empedocle e provenienti da Ghambia, Eritrea, Nigeria, Mali e Somalia - hanno visitato stamani alle Fabbriche Chiaramontane la mostra “Fausto Pirandello. Il tempo della guerra 1939-1945”. L’iniziativa, intitolata “A come Arte, A come Accoglienza”, è stata promossa dall’Associazione Aquarinto, ente capofila per la provincia di Agrigento dei progetti SPRAR (sistema di protezione richiedenti asilo e
rifugiati politici) e ha come obiettivo l’integrazione dei profughi attraverso la conoscenza del tessuto cittadino in cui vivono. Nella visita guidata alla mostra di Fausto Pirandello – in corso fino al prossimo 23 febbraio, con ingresso gratuito – erano accompagnati dagli assistenti sociali, dai mediatori culturali e da tre interpreti di lingua inglese, francese e araba. Incuriositi dal percorso espositivo hanno fatto moltissime domande e si sono appassionati alla vicenda umana e artistica di Fausto Pirandello.

“Il processo di integrazione – spiega Giusy Naso, mediatrice culturale del centro di Villaseta - passa attraverso innumerevoli percorsi; l’arte è uno di questi: un importante mezzo per conoscere da vicino la storia di un Paese ma anche molti altri elementi della vita quotidiana che accomunano fra loro i popoli del Mediterraneo. Ringraziamo l’Associazione Amici della Pittura per aver accolto la nostra proposta e averci ospitato alle Fabbriche Chiaramontane: uno spazio che ha incuriosito i nostri utenti per la bellezza che emana e per la magia e lo stupore che solo l’Arte e i suoi più grandi interpreti, è il caso di Fausto Pirandello, sanno risvegliare in ogni essere umano”.
L’associazione Aquarinto, nell’ambito dei progetti SPRAR, ospita in ogni casa di accoglienza meno di una trentina di profughi coinvolti in numerose iniziative sul territorio per facilitarne l’ integrazione nella comunità: dalle passeggiate nei luoghi storici ai lavori socialmente utili, dall’attività sportiva con le squadre locali alla visita di mostre ed eventi culturali.


MOSTRA, info

Dal 23 novembre 2013 al 23 febbraio 2014 le Fabbriche Chiaramontane di Agrigento ospitano la mostra “Fausto Pirandello. Il tempo della guerra (1939 – 1945)”. Curata da Fabrizio D'Amico e Paola Bonani, è promossa dalle Fabbriche Chiaramontane e realizzata con il contributo dell’AFP - Associazione Fausto Pirandello. L’ingresso è gratuito.
A documentare per la prima volta in modo puntuale uno degli snodi più rilevanti della ricerca dell’artista saranno circa sessanta opere. Agli oltre trenta dipinti, infatti – provenienti da istituzioni e musei pubblici e da gelose collezioni private, in particolare romane, milanesi e siciliane, fra i quali alcuni del tutto inediti – s’affianca alle FAM un nutrito gruppo di opere su carta (sanguigne, pastelli, acquarelli), anch’esse per lo più inedite, provenienti dalla collezione degli eredi di Antonio Pirandello, uno dei due figli dell’artista. A introdurre questo periodo dell’operosità di Pirandello, saranno inoltre esposti alcuni esempi della precedente stagione, spesa dal pittore fra Roma e Parigi: dalla Scena campestre del 1926 alla Donna con bambino del 1929 al misterioso Testa di bambola, fra gli altri.

All’indomani della morte del padre (occorsa nel dicembre del 1936), si chiude il periodo più interrogante e sospeso di Pirandello, influenzato insieme dall’arte etrusca, dalla metafisica dechirichiana, dall’esempio di Picasso e di Braque e dal surrealismo - avvicinati questi ultimi direttamente nei tardi anni Venti trascorsi dall’artista a Parigi, ove il pittore terrà anche la sua prima personale. E s’apre un tempo coeso, caratterizzato dal senso d’un oscuro dolore e da una intensa drammaticità: tempo nel quale l’immagine accede ad un dilacerato espressionismo, che si pone in sintonia con le punte più avanzate della coeva ricerca romana (di Mafai e del giovane Guttuso), quasi avvertendo in anticipo il dramma della guerra.

Fausto Pirandello (1899-1975) è autore votato ad un’aspra visione della realtà, e insieme ad un sogno capace di trasfigurarla, trasportandola in una dimensione ove albergano il rito, il mito, l’allucinazione. La sua figura, dopo la frequente e rilevante attività espositiva (alla Biennale di Venezia, in particolare, e alla Quadriennale di Roma) che ne ha contrassegnato tutta l’esistenza, e dopo il tempestivo riconoscimento dell’ampia antologica che, subito dopo la morte, gli ha destinato la Galleria Nazionale d’Arte Moderna (1976), è stata rivisitata da importanti studi recenti che hanno tra l’altro condotto alla pubblicazione del catalogo generale (Electa, a cura di Claudia Gian Ferrari, 2009) e ad una mostra incentrata sugli anni della sua prima maturità allestita dalla Galleria Nazionale di Roma (2010).

Ora, nel momento in cui nasce l’Associazione Fausto Pirandello (AFP) promossa dagli eredi Dora, Fausto e Silvio Pirandello, le Fabbriche Chiaramontane di Agrigento promuovono questa rara mostra incentrata in special modo sul tempo della seconda guerra mondiale e sull’operosità densa, e spesso segnata dal dolore, di Pirandello in quegli anni.



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