Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

CROCETTA, LIBERI CONSORZI E CITTÀ METROPOLITANE: “IL GRANDE BLUFF, MA GILETTI NE È A CONOSCENZA?”

Il capogruppo del Movimento Liberi Insieme,
Roberto Cerreti: "L’attuale disegno di legge presentato all’Ars dal Governo Regionale sull’istituzione dei Liberi Consorzi e delle Città Metropolitane, risulta corredata da ulteriori 2 norme stralcio, una inerente le cause di incompatibilità ed ineleggibilità degli amministratori dei liberi consorzi comunali e l’altra sulle norme transitorie in materia di proroga delle gestioni commissariali"

Messina, 12/02/2014 - Di fatto, la norma principale prospettata all’ARS, presenta diverse lagune giurisprudenziali ed in alcuni passaggi è al limite della costituzionalità ed per tali motivazioni che la conferenza dei capigruppo di maggioranza ha elaborato un maxi emendamento, che allego alla presente, di comune accordo con il Governo Regionale, che appare più controverso e discutibile della norma principale.
La norma principale prevedeva all'art.1 la ridenominazione delle Province Regionali in “liberi Consorzi di Comuni”, con il richiamo alla L.R. 6 marzo 1986 n. 9 istitutiva dei liberi consorzi dei comuni denominati Province Regionali, garantendo al comma 3 la continuazione delle funzioni esercitate dagli Enti provinciali e l’utilizzo delle risorse finanziarie, materiali ed umane già previste per le Province, viene nel maxi emendamento sostituito dall'istituzione dei Liberi Consorzi dei Comuni e dalle città metropolitane ai sensi della norma del 2013, decaduta per effetto di legge il 31 dicembre 2013, ed ai sensi dell'art. 15 dello Statuto Regionale, ove in vero non sono contemplate le città metropolitane.

Secondo il maxi emendamento gli amministratori dei liberi consorzi, eletti dai Sindaci e dai Consiglieri Comunali, assumono lo status spettante agli amministratori comunali, L.R. 16 del 22 dicembre 2008, ed il personale sarà regolamentato secondo la disciplina dell'ordinamento degli Enti Locali Comunali, non disvelando le metodologie per l'attuazione delle nuove forme contrattuali.

La norma è in palese conflitto di interesse tra gli organi previsti per la gestione politica ed amministrativa dei Liberi Consorzi all’art. 3, ed i componenti degli Enti consorziati, realizzando la doppia investitura per i rappresentanti istituzionali dei comuni consorziati eletti, tra l'altro con medesimo status giuridico nelle doppie vesti, che farebbe coincidere il ruolo comunale con il ruolo istituzionale provinciale di Presidente, componente di giunta, o consigliere dell’assemblea dei liberi consorzi, in pieno conflitto con le sentenze di merito e con la l.r. 24/06/1986, n.31 e successive modifiche ed integrazioni, che disciplina i casi di incompatibilità ed ineleggibilità tra i diversi ruoli provinciali e comunali.

In ogni caso il maxi emendamento in esame, rinvia, inspiegabilmente, ad ulteriori 2 norme da realizzarsi entro 6 mesi per ulteriore regolamentazione dei Liberi Consorzi e delle Città Metropolitane, caricate di competenze anche attualmente comunali, svelando le reali intenzioni governative che sono quelle di mentenere le Province Regionali attive, efficenti e soprattutto Commissariate, in considerazione dell'ultima articolo del maxi emendamento che prevede soppressione o eventuale fusione tra Enti che hanno competenze analoghe.

Tale intento si evice anche da una delle 2 norme stralcio presentate ed appositamente scollegate dalla norma principale, onde evitare impugnativa del Commissario dello Stato, ove si prevede la nomina di nuovi Commissari Straordinari per le Province Regionali nelle more dell’approvazione della legge regionale per la disciplina dei liberi consorzi comunali e delle città metropolitane, che dureranno in carica sino al 31 ottobre 2014. E’ qui si compie il grande bluff del Presidente Crocetta e della sua maggioranza, con l’accordo già raggiunto nella serata di ieri, con il tentativo di rimando della norma principale al vaglio della Commissione affari Istituzionali per il maxi emendamento e l’accordo sull'approvazione della suddetta Norma Stralcio che consente in barba alla volontà già espressa dall’Ars il 31 dicembre 2013 di non rinnovare i commissariamenti, di procedere a nuove nomine commissariali, in verità “sine die””.
Ci chiediamo ma Giletti ne è a conoscenza?

Roberto Cerreti

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