Sammartino: sospeso dai pubblici uffici il vicepresidente della Regione Siciliana, voto di scambio

Sicilia, VicePresidente sospeso dai pubblici uffici per corruzione. Caso Sammartino. Di Paola (M5S): “Risultati elettorali eclatanti potrebbero essere frutto di corruttela”.  Sospensione vicepresidente Regione, M5S Ars: “Questione morale fondamentale, Schifani batta un colpo sulla vergognosa deriva della politica”.  Antoci: "Quadro agghiacciante. La classe politica siciliana deve autoriformarsi".  Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione "isole" al parlamento europeo col Movimento 5 Stelle.    Palermo, 17/04/2024 -  Sospeso dalle funzioni pubbliche per un anno il vice presidente della Regione, assessore regionale all'Agricoltura   Luca Sammartino,  indagato per corruzione.  Il provvedimento è stato emesso nell'ambito di indagini del nucleo investigativo dei Carabinieri del comando provinciale di Catania.  Sammartino ha prontamente risposto a quanto gli viene addebitato:  " Ho scritto una nota al presidente della Regione Siciliana, Renato Sch

GOVERNO RENZI: UN LIBRO DA STAMPARE

Sul discorso al Senato del nuovo presidente del Consiglio Matteo Renzi, che ha dedicato ampio spazio ai problemi della scuola, pubblichiamo tre commenti “a caldo”
Palermo, 27/02/2014 - “Signor Presidente del Senato, gentili senatrici, onorevoli senatori, ci avviciniamo a voi in punta di piedi, con il rispetto profondo, non formale, che si deve a quest’Aula, che si deve alla storia di un Paese che trova in alcuni dei suoi luoghi non soltanto un simbolo - cioè qualcosa che tiene insieme - ma anche un elemento di unità profondo”.


Ha così esordito il Presidente del Consiglio dei Ministri prima di chiedere la fiducia. Ma … nel suo discorso non ho percepito lo “stupore di chi si rende conto della magnificenza e della grandezza non solo di un luogo fisico, ma anche del valore che questo rappresenta nel cuore di una lunga storia, come quella italiana”.
Quel parlare a braccio e spesso con le mani in tasca, quella gestualità esagerata, quel volere un “linguaggio di franchezza al limite di brutalità”, non sottolineava certo la solennità del momento ma sembrava funzionale a spezzare lo staccato che c’è tra la casta politica e i cittadini “ per i quali l’idea che oggi è forte nel Paese è che l’Italia abbia già finito tutto il futuro che aveva e che sia un Paese finito, più che un Paese infinito”.

E se questo è stato l’obiettivo, occorre prenderne felicemente atto.
Occorre, comunque, sottolineare che il discorso del Presidente non si può definire programmatico, mi è sembrato piuttosto la presentazione di un libro ancora da scrivere del quale si conosce solamente l’indice.
Il titolo del primo capitolo di questo libro è: Noi pensiamo che non ci sia politica alcuna che non parta dalla centralità della scuola.
Il titolo riporta anche dei sottotitoli quali:
a) restituire valore sociale all’insegnante con un cambio di forma mentis.
b) partire dalle scuole per una tregua educativa con le famiglie.
c) coinvolgere in ogni processo di riforma gli operatori della scuola.
d) I valori della cultura fanno di noi una superpotenza mondiale perché
un territorio che investe in capitale umano, in educazione, in istruzione pubblica è un territorio più forte.
e) intervenire nell’edilizia scolastica con un programma straordinario dell’ordine di qualche miliardo di euro da spendere in modo concreto e puntuale.

Un capitolo di estrema attualità e originalità anche perché difficilmente presente al centro dei programmi dei politici, un capitolo che, in definitiva, è musica per le orecchie di chi crede nell’istruzione e nella scuola. Ripetutamente nella “Letterina” ho posto questi interrogativi: Quando leggeremo nelle agende dei governi le priorità per migliorare la qualità della nostra scuola? Come far percepire alla politica che l’istruzione, a tutti i livelli, non è un costo, ma un investimento perché senza educazione non ci può essere crescita, sviluppo e futuro per il nostro Paese?
Come mai i nostri politici non vogliono capire che la deriva della nostra scuola , nonostante i tanti operatori all’altezza del loro ruolo, è conseguenza della loro incapacità di vedere nell’istruzione e nella formazione il cuore della crescita economica e democratica del Paese?
Bene, perciò, ha fatto il Presidente del Consiglio dei Ministri, a“mettere al verbale che la scuola è il punto di partenza”.
Resta, purtroppo, un inquietante interrogativo: che farà Renzi? Riuscirà a trovare un “editore” ( classe politica) disposto a riempire “l’indice” di provvedimenti urgenti e finalizzati alla migliore qualità della scuola?
“Sugli impegni, ha affermato Renzi, siamo nelle condizioni di non offrire parole e noi italiani aspettiamo di vedere i promessi“interventi precisi e puntuali”.
Lo auguriamo al Presidente del Consiglio non tanto perché a noi italiani dispiacerebbe che possa perdere la faccia ma per il futuro del nostro Paese.

Tutti vorremmo uscire “dal coro della lamentazione e provare a immaginare un percorso concreto in cui la differenza tra sogno e obiettivo è una data”, quella delle promesse mantenute.
La fiducia ricevuta dal Parlamento non è una semplice presa d’atto delle promesse ma una corresponsabilità al loro mantenimento e se noi italiani abbiamo il diritto di risposte concrete, il parlamento ha il dovere di darle se vuole salvare la scuola dal default.
Ricordino i politici che il titolo di “onorevole”è assegnato ai membri del Parlamento italiano, perché in tempi passati i Deputati percepivano solo un “obolo” simbolico per il loro servizio, e per tale motivo erano considerati “degni d’onore” di stima, di rispetto, persone chiamate a procurare e non a togliere onore.
È drammaticamente vero che “non ci sono più alibi per nessuno”.

Giuseppe Luca
ASASI

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