1° Maggio: «Festa del Lavoro», la filastrocca di Mimmo Mòllica

1° Maggio Festa del lavoro. La «Filastrocca del Lavoro» di Mimmo Mòllica racconta in versi e strofe questa importante ricorrenza. E noi la proponiamo a grandi e piccini per celebrare la «Festa del Lavoro e dei Lavoratori».  «Filastrocca del lavoro» di Mimmo Mòllica   Caro babbo che cos’è il lavoro? dei bambini domandano in coro a un papà stanco e pure affannato, dal lavoro appena tornato. Ed il babbo risponde a fatica «serve a vivere, è una regola antica». Ed aggiunge: «… ed inoltre, sapete il lavoro è passione, è volontà e decoro». «E che cosa vuol dire decoro?», ribatterono subito loro. «È nell’opera di un falegname, è Van Gogh, è in un vaso di rame». «È Geppetto e il suo pezzo di legno, è Pinocchio, è Collodi e il suo ingegno, è donare qualcosa di noi senza credersi dei supereroi». «È costruire un gran bel grattacielo, è Gesù quando spiega il Vangelo, compiacersi di quello che fai, è dolersene se non ce l’hai!». Però un tipo iniziò a blaterare: «È pagare la gente per non lavorare, s

LA REGIONE SICILIA SEMPRE PIÙ PROTESA AD ELARGIRE STIPENDI E CONTRIBUTI, MA NON A SOSTENERE LO SVILUPPO DELL’ISOLA

La Regione Sicilia appare sempre più protesa, seppur adesso con grande difficoltà anche su tale versante, ad elargire stipendi e contributi, ma non impegnata a promuovere e a sostenere lo sviluppo economico dell’isola
Palermo, 06/02/2014 - La vicenda della legge finanziaria della Regione Sicilia, contestata e bloccata dal Commissario di Stato, sembra aver trovato una parziale soluzione nell’accordo pattuito tra Governo di Roma e Governo di Palermo. Il governo regionale potrà utilizzare una parte dei 500 milioni di euro congelati per pagare gli stipendi dei propri dipendenti, mentre restano sospese le retribuzioni dei dipendenti degli enti legati alla Regione.
Pur non mettendo in dubbio la volontà del presidente Crocetta di voler tagliare sprechi e rami secchi, vien da chiedersi come mai è stata commessa quella che all’esterno può sembrare una ingenuità dal punto di vista amministrativo: il ritenere cioè esigibili residui attivi poco credibili e poco affidabili ed utilizzarli in bilancio a fronte di impegni di spesa. Forse perché, come denuncia Crocetta, in passato il Commissario di Stato ha avallato situazioni analoghe chiudendo un occhio ed anche ambedue.
I tempi evidentemente sono cambiati.

La strada adesso è in salita, perché tra l’altro Roma esige che sia istituito un fondo per far fronte agli imprevisti che, considerata la situazione deficitaria, dovrà essere inventato appellandosi all’estro creativo dei tecnici e degli assessori. Occorrerà forse anche molta fantasia per individuare i capitoli di bilancio in cui si dovranno fare quei tagli necessari per trovare i fondi per far fronte al pagamento degli stipendi dei quasi 40.000 fra dipendenti esterni e forestali.

Tutto ciò conferma l’immagine più volte denunciata di una Regione tutta protesa, seppur adesso con grande difficoltà anche su tale versante, ad elargire stipendi, contributi e prebende, ma non impegnata a sostenere lo sviluppo economico dell’isola che fa registrare percentualmente il 19,70% di disoccupati: quasi il doppio della media nazionale. Mentre molti siciliani giovani e meno giovani prendono le valige per cercare lavoro al Nord, in Svizzera, in Germania, persino una delle poche iniziative originali promossa dalla Regione in collaborazione con la RAI, decollata nel 2008, la “Hollywood siciliana” come fantasiosamente veniva chiamato il progetto Cinesicilia alimentato da finanziamenti a fondo perduto con un costo di gestione di circa 300 mila euro all’anno, sembra essersi arenata tra debiti, conflitti legali e dipendenti senza stipendi o in cassa integrazione. Quella ripresa di cui a livello nazionale si intravede, a detta degli esperti e dello stesso presidente del Consiglio, qualche barlume, in Sicilia fa vedere solo buio pesto. Solo il turismo sembrerebbe l’unico settore capace di alimentare speranze di ripresa e di incentivo per l’occupazione, dice alla giornalista Stefania Giuffrè Umberto Seretti, direttore generale di Banca Nuova, in un’intervista pubblicata dal Giornale di Sicilia, sostenendo che “Occorre un progetto forte con un’unica regia per sfruttare l’enorme potenziale che offre la Sicilia. Paesaggio, clima, enogastronomia e patrimonio artistico culturale favoriranno il decollo dell’economia regionale. Bisogna crederci ed impegnarsi in tal senso. Tutte le forze in campo per vincere la sfida”.

Saranno capaci i nostri politici locali di cogliere tale invito e sollecitazione per impegnarsi in un progetto che potrebbe dare un po’ d’ossigeno alla nostra asfittica economia? Intanto di fronte alle odierne difficoltà finanziarie della Regione, che non riesce a garantire gli stipendi a diverse migliaia di dipendenti, hanno saputo dimostrare grande sensibilità verso le loro personali esigenze: i soldi per gli stipendi dei deputati e dei dipendenti dell’ARS sono stati immediatamente trovati nell’ex fondo di solidarietà che dispone di circa 5 milioni di euro e nel quale già confluivano gli accantonamenti delle loro buonuscite. I nostri parlamentari il fondo per gli imprevisti preteso dal Governo ce l’hanno già!

Giovan Battista Puglisi, puglisigb@libero.it
Direttore Editoriale della “Letterina”
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Commenti

  1. La regione non deve dare contributi,ma servizi(facendo lavorare il suo personale) e ridurre le tasse.

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