Primo Maggio a Portella della Ginestra: “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”

Primo Maggio a Portella della Ginestra, Antoci (M5S): “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”,  Giuseppe Antoci, capolista del M5S nella circoscrizione “isole” alle elezioni europee, a margine del corteo in memoria della strage di Portella della Ginestra a cui a partecipato col Presidente Giuseppe Conte.  Portella   della   Ginestra : Di Paola (M5S): Governo Meloni smembra Stato Sociale.  Il coordinatore regionale Cinquestelle: “Nostre battaglie tutto l’anno per maggiori tutele per i cittadini”. PORTELLA DELLA GINESTRA, 1 mag 2024 -  “Oggi con Giuseppe Conte abbiamo ricordato la strage di Portella della Ginestra avvenuta l'1 Maggio 1947. Un’occasione importante per ribadire l’importanza del diritto al lavoro come strumento di giustizia sociale e di lotta alla mafia. Il sud continua ad avere il più alto tasso di disoccupazione in Italia; tasso ancora più elevato tra le donne. E proprio nel disagio si insinua la criminalità organizzata. C’è fame di lavoro, di di

MAFIA. LA 6 GDO DEVE RAPPRESENTARE UN MODELLO DI CRESCITA SANA E NON LA SCONFITTA DELLO STATO

Matteo Messina Denaro, tra i reggenti della cupola mafiosa siciliana, latitante da 20 anni, dopo i ripetuti sequestri patrimoniali, questo rischia il colpo di grazia. La Dia di Palermo sta confiscando il suo patrimonio mobiliare ed immobiliare, da Agrigento a Palermo, a e Mazara del Vallo. Giuseppe Grigoli, imprenditore di Castelvetrano (Tp) è considerato suo uomo di assoluta fiducia. A Grigoli è stata applicata la sorveglianza speciale per quattro anni. La ricostruzione della Dia di Palermo ha messo in luce la consistenza patrimoniale della Gruppo 6 Gdo srl, che gestiva direttamente 43 punti vendita nelle province di Trapani e Agrigento, nonché altri 40 punti vendita in affiliazione al marchio Despar
Palermo, 21/02/2014 - Il signor Pino, alias Giuseppe Grigoli dopo i detersivi all’ingrosso è fallito ma improvvisamente, a Castelvetrano (Tp). Ricchissimo, andava in giro con automobili di lusso e apriva supermercati dappertutto, in provincia di Trapani, a Palermo, ad Agrigento. Il gruppo 6GDO, azienda di distribuzione di prodotti alimentari era una delle realtà più floride della Sicilia Occidentale. Il 10% del fatturato in Italia era del sig Pino Grigoli. Ma c’era il trucco: Grigoli era il prestanome del capo di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro, utilizzava i suoi supermercati per riciclare milioni di euro di provenienza illecita. Grigoli si era avvalso della mafia per azzerare la concorrenza... Sonia Alfano: “Subito un incontro alla G6 Gdo di Castelvetrano”.

 “Ho avuto mandato dai lavoratori di organizzare un incontro alla G6 Gdo di Castelvetrano con tutte le parti coinvolte perché si affronti la drammatica situazione dell'azienda confiscata per mafia all'imprenditore Giuseppe Grigoli”: l'eurodeputato Sonia Alfano, dopo l'incontro di ieri pomeriggio con i dipendenti nella sede di Castelvetrano, fa il punto sul destino dell'azienda (192 dipendenti e un indotto che porta a 500 i lavoratori interessati) sequestrata nel 2008 nell'ambito di un'inchiesta sui beni del latitante Matteo Messina Denaro e che ha interessato anche la Grigoli distribuzione srl.
“Bisogna partire da un presupposto, e questo l'ho detto ai lavoratori: non può passare il messaggio che un'azienda confiscata alla mafia sia condannata alla chiusura quando è gestita dallo Stato” spiega Sonia Alfano.

“Auspico quindi che entro pochi giorni possa avere luogo un incontro con gli amministratori della Gruppo 6 Gdo (nominati dalla magistratura per gestire il sequestro e poi la confisca dei beni dell'imprenditore Grigoli), l'Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati diretta dal prefetto Giuseppe Caruso (che dopo la confisca definitiva del 17 ottobre 2013 ha in gestione l'azienda), i sindacati, i dipendenti, sindaco e vicesindaco di Castelvetrano, il vescovo di Mazara, gli altri esponenti politici (da Beppe Lumia ad Antonio Ingroia a Pamela Orrù) che come me in questi giorni si sono occupati del destino dell'azienda.

I dipendenti hanno lanciato un allarme che merita l'attenzione di tutti: il termine del 17 marzo prossimo potrebbe presentare l'avvio verso il fallimento della ditta di Grigoli, uomo di Matteo Messina Denaro, e da anni ormai confiscata dallo Stato.
La 6 Gdo deve rappresentare soprattutto in quel territorio un modello di crescita sana e non la sconfitta delle leggi dello Stato.

Serve che tutte le parti in causa si parlino e si chiariscano i motivi che hanno portato la situazione della Gruppo 6 Gdo a questo punto.

Il livello di disperazione dei dipendenti è alto, dal momento che ieri uno di loro si è incatenato e ha minacciato di darsi fuoco. Le istituzioni e chi ha un ruolo in questa vicenda deve impegnarsi per difendere il futuro e la dignità dei lavoratori e dei loro familiari.

“Lo Stato non può permettere che dopo la confisca per mafia le aziende rischino di fallire e si perdano centinaia di posti di lavoro. Le istituzioni devono garantire la continuità delle aziende confiscate ed i livelli occupazionali. È questa la risposta che bisogna dare ai cittadini e a quei lavoratori che in preda alla disperazione compiono gesti estremi”. Lo dice il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione parlamentare antimafia, commentando il gesto di un operaio del Gruppo 6 Gdo, azienda confiscata al prestanome del boss Matteo Messina Denaro, che ieri ha tentato di darsi fuoco.

“Ecco perché – aggiunge ho presentato un’interrogazione per chiedere ai ministri dell’interno e della giustizia: un'ispezione per verificare le difficoltà di gestione dell'amministrazione giudiziaria e stabilire le cause che stanno portando al fallimento del Gruppo 6 Gdo; se ritengano necessario intervenire attingendo risorse dal Fondo giustizia per sostenere il risanamento dell'azienda al fine di garantire la continuità aziendale e di conseguenza salvaguardare i posti di lavoro dei dipendenti; se intendano istituire un tavolo presso il Ministero dello sviluppo economico per facilitare in modo trasparente l'affitto o la vendita del Gruppo 6 Gdo a soggetti di chiara affidabilità antimafia, di garanzia finanziaria ed esperienza imprenditoriale nello stesso settore dell'azienda confiscata”.

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