Primo Maggio a Portella della Ginestra: “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”

Primo Maggio a Portella della Ginestra, Antoci (M5S): “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”,  Giuseppe Antoci, capolista del M5S nella circoscrizione “isole” alle elezioni europee, a margine del corteo in memoria della strage di Portella della Ginestra a cui a partecipato col Presidente Giuseppe Conte.  Portella   della   Ginestra : Di Paola (M5S): Governo Meloni smembra Stato Sociale.  Il coordinatore regionale Cinquestelle: “Nostre battaglie tutto l’anno per maggiori tutele per i cittadini”. PORTELLA DELLA GINESTRA, 1 mag 2024 -  “Oggi con Giuseppe Conte abbiamo ricordato la strage di Portella della Ginestra avvenuta l'1 Maggio 1947. Un’occasione importante per ribadire l’importanza del diritto al lavoro come strumento di giustizia sociale e di lotta alla mafia. Il sud continua ad avere il più alto tasso di disoccupazione in Italia; tasso ancora più elevato tra le donne. E proprio nel disagio si insinua la criminalità organizzata. C’è fame di lavoro, di di

MESSINA. CGIL SU EVASIONE FISCALE E LAVORO IRREGOLARE DOPO ANALISI DELLA GDF

Oceano, Cgil: “Fenomeno diffuso e di difficile contenimento”. La Cgil chiede un forte rilancio dell’attività di contrasto e coordinamento tra i soggetti preposti
Messina, 7 feb 2014 – Per la Cgil di Messina, il report sull’attività del 2013 presentato ieri dal Comando Provinciale,evidenzia tutti i danni ai lavoratori e alle aziende legati all’irregolarità, fiscale, contributiva e occupazionale. “Durante la presentazione del rapporto sull’attività svolta nel 2013- osserva Lillo Oceano segretario generale della Cgil di Messina-, il Comandante provinciale Vellucci ha giustamente sottolineato come
l’evasione danneggia l’erario ma anche tutti i cittadini, alterando i principi di concorrenza o sottraendo risorse destinate a famiglie e soggetti effettivamente bisognosi. Come la Cgil da sempre denuncia infatti le aziende che non pagano le tasse o non versano i contributi per i propri dipendenti oltre a violare la norme fiscali e previdenziali esercitano una concorrenza sleale, sostenendo costi inferiori alle aziende che si comportano correttamente”.

“Le aziende che accedono irregolarmente ai finanziamenti nazionali o europei oppure ad agevolazioni fiscali o previdenziali sottraggono risorse a reali opportunità di sviluppo ed occupazione di un territorio- prosegue Oceano nella sua analisi-. Così come i singoli che dichiarano un reddito inferiore a quello effettivo – oltre a evadere - hanno, spesso, anche accesso a benefici sanitari, sociali e assistenziali che non spetterebbero loro, sottraendoli a soggetti e famiglie effettivamente bisognose”.

Secondo le ultime statistiche il sommerso vale il tra il 20 e il 28 per cento del PIL, evasione totale o parziale, lavoro nero, sommerso, sottraggono all’erario italiano ogni anno quasi 120 mld di euro. Sempre ogni anno ammonta a 60 mld di euro il costo della corruzione nella P.A. Oltre 2 mld di euro il valore delle agevolazione a soggetti sociali e sanitarie erogate a soggetti non aventi diritto sulla base di dichiarazioni infedeli. Il “fatturato” delle mafie viene quantificato in 135 mld di euro con 70 mld di utile netto, 60 mld di evasione, 50 mld di perdita di gettito fiscale. Per il leader provinciale della Cgil “Tutto ciò determina enormi costi per la collettività in termini di aumento delle imposte e delle tariffe, taglio delle prestazioni sociali e dei servizi pubblici”.

Sul fronte del lavoro, i numeri del Comando provinciale della GdF ci dicono che nel solo 2013 sono stati scoperti 176 lavoratori in nero, alle dipendenze di 84 datori di lavoro. “A questi numeri bisogna aggiungere quelli dei servizi di Ispettorato del Lavoro e dell’Inps, con dati, ancora ufficiosi, e altrettanto – se non più – consistenti senza contare tutti quelli sfuggono ai controlli dal momento che la spending review così come il blocco alle assunzione nella Pa ha finito per decimare in questi settori il personale, ridurre drasticamente mezzi e risorse anche per carburante e missioni, rendendo di fatto in una provincia ampia come quella di Messina, difficilissima l’azione di controllo e contrasto. Eppure, questi elementi e questi numeri, pur nel loro sottodimensionamento, evidenziano la drammaticità e il persistere del fenomeno del lavoro irregolare sostenuto anche dall’elevata carenza di lavoro che rende chi cerca un posto, ricattabile”.

“Questi dati e le relative conseguenze ci spingono a chiedere con forza a tutti gli attori coinvolti di mettere al primo posto di qualsiasi azione pubblica, a livello locale come a livello nazionale, la lotta all’evasione fiscale, tributaria e previdenziale. Per la Cgil di Messina - conclude infine Oceano-, a livello provinciale la Prefettura potrebbe essere il luogo dal quale esercitare il coordinamento di un’azione di controllo diffusa e capillare del territorio”.


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