1° Maggio: «Festa del Lavoro», la filastrocca di Mimmo Mòllica

1° Maggio Festa del lavoro. La «Filastrocca del Lavoro» di Mimmo Mòllica racconta in versi e strofe questa importante ricorrenza. E noi la proponiamo a grandi e piccini per celebrare la «Festa del Lavoro e dei Lavoratori».  «Filastrocca del lavoro» di Mimmo Mòllica   Caro babbo che cos’è il lavoro? dei bambini domandano in coro a un papà stanco e pure affannato, dal lavoro appena tornato. Ed il babbo risponde a fatica «serve a vivere, è una regola antica». Ed aggiunge: «… ed inoltre, sapete il lavoro è passione, è volontà e decoro». «E che cosa vuol dire decoro?», ribatterono subito loro. «È nell’opera di un falegname, è Van Gogh, è in un vaso di rame». «È Geppetto e il suo pezzo di legno, è Pinocchio, è Collodi e il suo ingegno, è donare qualcosa di noi senza credersi dei supereroi». «È costruire un gran bel grattacielo, è Gesù quando spiega il Vangelo, compiacersi di quello che fai, è dolersene se non ce l’hai!». Però un tipo iniziò a blaterare: «È pagare la gente per non lavorare, s

SCUOLE MESSINESI: “PRESIDI E DOCENTI? I SOLITI GATTOPARDESCHI BIGOTTI”

Occupazioni e Assenze, l’associazione “P. Impastato” dice la sua sui giorni di occupazione calcolati come assenze
MESSINA, 19/02/2014 - A prendere ufficialmente posizione, per bocca del presidente pro tempore, è l’associazione Peppino Impastato, attualmente guidata dal messinese Sonny Foschino. A seguito della notizia pervenuta che vorrebbe che alcuni consigli d’istituto della provincia di Messina abbiano calcolato i giorni impegnati dagli studenti nelle
occupazioni come assenze, ha letteralmente scatenato l’ira e l’indignazione da parte del direttivo dell’associazione dedicata al giovane attivista di Cinisi che non si è riservata nessun colpo.

A seguito delle dichiarazioni del sindaco di Capo d’Orlando, Enzo Sindoni, che si è schierato nettamente a favore degli studenti, non tardano ad arrivare quelle del presidente della Impastato che ha così commentato: “In questa società, dove tutto sembra progredire, quando in realtà si retrocede giorno dopo ere queste infantili ritorsioni sugli studenti che esercitano il diritto alla protesta. In un momento come quello attuale il sistema della pubblica istruzione in Italia e in Sicilia è diventato una barzelletta a cielo aperto. Sono decine le segnalazioni che, giornalmente, riceviamo, da parte degli studenti che asseriscono di subire, all’interno delle proprie aule, degli affronti belli e buoni legati ai voti e alle medie aritmetiche degli stessi. Questo dimostra che, purtroppo, gli studenti non possono alzare la testa, o vengono puntualmente puniti, inimicandosi così persino i genitori, quelli che ancora credono che questo sistema scolastico valga qualcosa.”

Ha incalzato Foschino: “Diffidate da chi vi dice che tutto questo viene fatto per il vostro bene e che un giorno capirete, perché vi stanno solo prendendo per il culo: un giorno su questa scuola pubblica ci sputerete come si sputa a terra camminando per strada, perché vi renderete conto di aver appreso nella maggior parte dei casi, inutili nozioni, mentre il mondo, attorno a voi e a noi, corre senza rendercene conto, trovandoci impreparati ad affrontare le sfide dell’oggi e del domani.”

Il presidente ha poi voluto focalizzare la sua attenzione su quelli che sono stati i risultati conseguiti nell’arco delle occupazioni del mese di dicembre: “Per la prima volta le scuole hanno saputo coordinarsi, creando una protesta mai vista in Provincia di Messina, che ha trovato la sua piena realizzazione con l’occupazione della sede della dismessa provincia regionale; un qualcosa che questo nostro angolo di Sicilia, fino ad oggi, aveva solo sognato. Ora io mi chiedo e chiedo a questi docenti e presidi: è davvero necessario rendersi così ridicoli dinnanzi agli occhi di coloro che un domani dovrebbero esservi grati per ciò che gli state insegnando? Abbiate invece il coraggio di chiudere i libri ogni tanto e di parlare con i vostri ragazzi: fateli attingere dalla vostra esperienza affinché possano trovare nella scuola e nelle vostre persone dei veri e propri punti di riferimento e non solo ed esclusivamente i soliti gattopardeschi bigotti frustrati, figli dell’insoddisfazione, che utilizzano ogni mezzo a disposizione per punire gli studenti. L’insegnamento, miei cari amici e colleghi docenti, è una vocazione, non un mestiere.”

È stato poi invitato ad intervenire sulla questione del liceo Lucio Piccolo di Capo d’Orlando, scuola del giovane studente oggi laureando in scienze delle relazioni internazionali: “Sul Piccolo di Capo d’Orlando solo qualche inciso, perché altrimenti rischierei di diventare perfido: il problema di quella scuola è sempre stato l’ignoranza di alcuni docenti. Ricordo i miei tempi come se fosse ieri ma il problema rimane immutato e le metodologie le medesime.”

Ha continuato: “Ha ragione Enzo Sindoni: solo formalismi. Una vendetta che avevano promesso, anche in mia presenza; e conoscendo alcuni soggetti, non mi aspettavo altro. Ai ragazzi del liceo Lucio Piccolo la mia più grande stima, solidarietà, con un invito ad andare avanti, sempre e comunque, perché la loro protesta è stata esemplare; li invito a provare pena per i responsabili di questo atto … fondamentalmente se oggi hanno ereditato questo sistema scolastico la colpa è di chi ci ha preceduto, e quindi anche dei loro stessi professori; gli stessi che, come allora, che possibilmente studiavano in maniera mnemonica e solo ai fini del voto, se ne fregano di tutto, pur di portare avanti i loro programmi ministeriali e riempire i registri di numeri e aria … e questa sarebbe la scuola?”

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