1° Maggio: «Festa del Lavoro», la filastrocca di Mimmo Mòllica

1° Maggio Festa del lavoro. La «Filastrocca del Lavoro» di Mimmo Mòllica racconta in versi e strofe questa importante ricorrenza. E noi la proponiamo a grandi e piccini per celebrare la «Festa del Lavoro e dei Lavoratori».  «Filastrocca del lavoro» di Mimmo Mòllica   Caro babbo che cos’è il lavoro? dei bambini domandano in coro a un papà stanco e pure affannato, dal lavoro appena tornato. Ed il babbo risponde a fatica «serve a vivere, è una regola antica». Ed aggiunge: «… ed inoltre, sapete il lavoro è passione, è volontà e decoro». «E che cosa vuol dire decoro?», ribatterono subito loro. «È nell’opera di un falegname, è Van Gogh, è in un vaso di rame». «È Geppetto e il suo pezzo di legno, è Pinocchio, è Collodi e il suo ingegno, è donare qualcosa di noi senza credersi dei supereroi». «È costruire un gran bel grattacielo, è Gesù quando spiega il Vangelo, compiacersi di quello che fai, è dolersene se non ce l’hai!». Però un tipo iniziò a blaterare: «È pagare la gente per non lavorare, s

CAPO D’ORLANDO E S. AGATA MILITELLO, DISTRETTO SOCIO-SANITARIO D31: “C'È IL RISCHIO DI PERDERE UN MILIONE E 700 MILA EURO”

“C'è il rischio concreto di perdere il finanziamento di circa un milione e 700 mila euro”. L’allarme è delle Cisl zonali di Capo d’Orlando e Sant’Agata Militello per il piano di zona 2013/2015 del Distretto socio-sanitario d31. Ritardi anche sui fondi 2010/2012
Messina, 18 marzo 2014 – “La programmazione e la definizione del Piano di Zona 2013/2015 del Distretto socio-sanitario D31 è in alto mare e paradossalmente registriamo che ancora risultano progetti non portati a gara o non realizzati relativi alla triennalità 2010/2012”.
I segretari zonali della Cisl di Capo d’Orlando e Sant’Agata Militello, Alfonsa Franchina e Turuzzo Miceli, alzano il livello d’attenzione sul rischio di perdere i fondi di finanziamento nel caso di non predisposizione nei tempi di legge del Piano di Zona per il Distretto socio-sanitario che copre gran parte dei comuni della zona tirrenico-nebroidea. “Addirittura – sottolineano – risulta che alcuni comuni non hanno versato la quota di compartecipazione, a discapito di quei Comuni che invece sono stati rispettosi della legge e delle direttive regionali”.

Ma la Cisl fa emergere un'altra forte criticità per la mancata convocazione delle conferenze di servizio, come previsto dalle linee guida regionali. “Ci si è limitati solo all'individuazione delle Aree Omogenee Distrettuali che, ad oggi, non sembrano essere state approvate in via definiva da parte dell'Assessorato. Ma questo – denunciano i segretari zonali Cisl - è stato fatto solo per spartire una torta di oltre un milione e 700 mila euro (1.762.161,07) in rapporto ai 75552 abitanti dei 18 comuni aggregati, con una quota pro-capite per abitante di 23,32 euro. Non vi è – aggiungono Franchina e Miceli - una vera pianificazione dei bisogni della collettività e assistiamo ad una illogica polverizzazione delle risorse che non consentiranno ai comuni di piccole dimensioni abitative di poter realizzare alcun progetto. Lo spirito della legge e dell’integrazione socio-sanitaria non è certo quella della spartizione a prescindere”.

Purtroppo, malgrado le numerose sollecitazioni della Cisl, si continua ad assistere ancora ad incontri inutili dove già è tutto deciso o si lavora per non decidere nulla ed arrivare "in zona Cesarini" per presentare progetti preconfezionati e forse rispondenti alle desiderata di potenziali affidatari.

“Come Cisl – affermano Alfonsa Franchina e Turuzzo Miceli - non possiamo accettare che tutto si scarichi sui dipendenti e funzionari facenti parte del Gruppo Piano, perché le scelte sono politiche e devono essere frutto di una consultazione e concertazione su base territoriale, purtroppo mai avvenuta. Siamo costretti a denunciare i fatti proprio per porre rimedio, invitando il Sindaco del Comune capofila, assieme gli altri 18 sindaci del Distretto, a dare corso a quanto previsto dalle linee guida, per evitare che il distretto socio-sanitario perda il finanziamento triennale di circa un milione e 700 mila euro con una forte penalizzazione per le fasce deboli del territorio”.



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