Capizzi, studente modello di 16 anni ucciso in piazza da un ventenne armato di pistola

Uno studente di 16 anni,  Giuseppe Di Dio, è stato ucciso sabato 1° novembre a Capizzi, piccolo comune dei Nebrodi in provincia di Messina, mentre un suo amico è rimasto ferito nella sparatoria. Fermate tre persone.  Giuseppe Di Dio frequentava la terza classe  dell'istituto alberghiero di Troina (Enna) e sarebbe stato attinto per errore dai colpi mortali esplosi da  Giacomo Frasconà Filaro , il 20.enne presunto assassino . 3 nov 2025 - Giuseppe Di Dio, 16 anni, e i suoi amici si trovavano  davanti a un bar di via Roma, a Capizzi, quando da un'automobile sarebbero scese tre persone, una delle quali avrebbe esploso i colpi di arma da fuoco che hanno attinto mortalmente il sedicenne, ferendo un altro giovane di 22 anni.  Si tratta di  Antonio Frasconà Filaro , 48 anni, e dei figli Mario, 18 anni, e Giacomo, 20 anni. Quest'ultimo, armato di pistola avrebbe fatto fuoco sulle persone presenti all'esterno del  bar di via Roma, a Capizzi, uccidendo ...

MUOS & INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO: «CATANIA È SOTTO CONTROLLO»

CATANIA, 18 marzo 2014 - Il caso del Muos di Niscemi tiene alta l’attenzione pubblica sul tema dell’inquinamento elettromagnetico. Da sempre il timore per un’alta esposizione alle onde nocive e per i conseguenti rischi alla salute, oscilla tra casi di allarmismo e legittima difesa. In questo contesto, qual è la situazione nel territorio etneo? «Lo scenario etneo gode di buona salute e i focolai più pericolosi
sono sotto controllo», a detta dei principali attori locali del settore intervenuti al convegno promosso dall’Ordine e dalla Fondazione degli Ingegneri di Catania, per approfondire gli aspetti normativi e tecnici del campo dell’elettromagnetismo.

Dopo i saluti dei presidenti di Ordine e Fondazione, rispettivamente Santi Maria Cascone e Aldo Abate, hanno relazionato: il responsabile Unità operativa Monitoraggi ambientali Catania dell’Arpa Sicilia Salvatore Casabianca, i docenti di Fisica presso l’Università etnea nonché all’interno del Laboratorio di misure di campi elettromagnetici Antonio Triglia (responsabile) e Filippo Falciglia, l’esperto Alfredo Cavallaro. Ha coordinato i lavori Mario Finocchiaro, consigliere delegato dell’Ordine alla commissione Energia, Ambiente e Sostenibilità.
«Lo sviluppo di tecnologie più avanzate – ha affermato Cascone – ha consentito di ridurre le emissioni senza compromettere le prestazioni. Il passaggio dalla tv analogica a quella digitale ne è un chiaro esempio. Anche e soprattutto in quest’area di settore la nostra categoria professionale ha il compito sociale di tutelare la salute dell’ambiente e dell’uomo». «Negli ultimi anni si è registrata una maggiore richiesta di aumento della potenza elettromagnetica, comportando reti sempre più allargate, linee di trasmissione più fitte e, nel campo delle telecomunicazioni, una crescita dei ripetitori. Questo intensificarsi rende l’argomento di cogente attualità» ha aggiunto Abate.

Le istanze sempre più frequenti di installare nuove sorgenti, sia da parte degli enti pubblici che delle iniziative private, «si traducono in un carico di lavoro intenso per l’ente preposto alla valutazione preventiva – ha dichiarato Casabianca – l’organo dell’Arpa al momento è di certo sottodimensionato rispetto alla mole di controlli da effettuare. Per questo, anche se il sistema funziona, non bisogna smettere di migliorarlo e potenziarlo. I risultati sono positivi ma la ricerca deve sempre andare avanti». «Esiste una percezione elevata del rischio da parte della popolazione – ha aggiunto Falciglia – dovuta a un’informazione passata che ha sovradimensionato il pericolo. Tale percezione con corrisponde alla realtà, ci confrontiamo quotidianamente con valori di esposizione modesti rispetto a quelli che possono provocare effetti acuti alla salute. La parola chiave è monitorare. Ad esempio, le antennine wi-fi che si trovano anche nelle più piccole abitazioni funzionano a norma e dunque non sono dannose, eppure a volte possono “entrare in crisi”. Tenerle sotto controllo è la migliore cura di prevenzione dall’inquinamento delle onde».



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