Capizzi, studente modello di 16 anni ucciso in piazza da un ventenne armato di pistola

Uno studente di 16 anni,  Giuseppe Di Dio, è stato ucciso sabato 1° novembre a Capizzi, piccolo comune dei Nebrodi in provincia di Messina, mentre un suo amico è rimasto ferito nella sparatoria. Fermate tre persone.  Giuseppe Di Dio frequentava la terza classe  dell'istituto alberghiero di Troina (Enna) e sarebbe stato attinto per errore dai colpi mortali esplosi da  Giacomo Frasconà Filaro , il 20.enne presunto assassino . 3 nov 2025 - Giuseppe Di Dio, 16 anni, e i suoi amici si trovavano  davanti a un bar di via Roma, a Capizzi, quando da un'automobile sarebbero scese tre persone, una delle quali avrebbe esploso i colpi di arma da fuoco che hanno attinto mortalmente il sedicenne, ferendo un altro giovane di 22 anni.  Si tratta di  Antonio Frasconà Filaro , 48 anni, e dei figli Mario, 18 anni, e Giacomo, 20 anni. Quest'ultimo, armato di pistola avrebbe fatto fuoco sulle persone presenti all'esterno del  bar di via Roma, a Capizzi, uccidendo ...

PENSIONI, BOLDRIN (FARE) CORREGGE MADIA: “TRATTARE TUTTI I CITTADINI ALLO STESSO MODO”

Milano, 19 marzo 2014 - Il Ministro della Pubblica amministrazione e per la semplificazione, Marianna Madia, in una intervista a La Stampa di ieri rivendica come primo atto del suo dicastero la firma di una circolare che impedisce ai lavoratori pubblici un cumulo tra reddito da lavoro e pensione che vada oltre lo stipendio del primo presidente di Cassazione (311 mila euro). In attesa di leggere nel dettaglio la circolare, FARE dà atto al Governo Renzi di aver apparentemente intrapreso un primo passo operativo nel solco della campagna di sensibilizzazione e raccolta firme “Non più alto del Colle” avviata da FARE da diversi mesi e ripresa anche nel discorso di insediamento del Primo Ministro.
Ci dispiace però dover sottolineare che, purtroppo, e nonostante le dichiarazioni in senso contrario, il passo va nella direzione sbagliata perché, per ottenere il risultato desiderato, in questo caso occorre avere il coraggio di ridurre le pensioni d'oro che non si giustifichino in base al criterio contributivo, e non tassare il reddito da lavoro.
Sia nel pubblico che nel privato il vero problema non è impedire il cumulo fra pensioni e redditi da lavoro (se i molti pensionati italiani in età lavorativa tornassero a lavorare contribuirebbero a una crescita del PIL e sosterrebbero il sistema pensionistico da cui hanno iniziato a ricevere prima del tempo) ma RIDURRE le pensioni ingiustificate, ovvero non maturate sulla base dei contributi versati.

Detto altrimenti: occorre iniziare al più presto a trattare tutti i cittadini in modo uguale per quanto attiene il sistema pensionistico pubblico che è oggi, invece, fonte di ingiustizie e discriminazioni enormi.

FARE continuerà ad appoggiare tutti quegli interventi che, senza penalizzare chi continua a sostenere il sistema economico con il suo lavoro, mirano a introdurre una riqualificazione della spesa statale. Una spesa che, nel settore pensionistico, dovrebbe essere comunque legata ad un percorso di revisione delle pensioni calcolate con il sistema retributivo che riporti gli attuali dislivelli esistenti nel nostro sistema a condizioni di equità intergenerazionale.

Michele Boldrin
Coordinatore Nazionale
Fare per Fermare il declino


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