Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

TEATRO VITTORIO EMANUELE: PER GENOVESE (CISL): “PANTOMIME STUCCHEVOLI SULL’ASSE MESSINA-PALERMO. ACCORINTI SI FACCIA SENTIRE”



14 marzo ’14 – “Pantomime stucchevoli”. Non utilizza mezzi termini Tonino Genovese, segretario generale della Cisl Messina, per definire la vicenda del Teatro Vittorio Emanuele. “I fondi negati all’Ente non sono altro che il frutto delle pantomime, ribadisco stucchevoli, che si sono registrate sull'asse Messina-Palermo”. Il leader della Cisl messinese chiama in causa, quindi, il sindaco di Messina. “Accorinti batta un colpo. Adesso spetta a lui difendere le sue scelte, il futuro dell'ente culturale e l'occupazione di 63 lavoratori diretti e di circa 80 indiretti”.

Già un paio di settimane fa la Cisl e la Fistel aveva riacceso i riflettori su una vertenza che rischiava di concludersi nel silenzio. Il sindacato ha chiesto a più riprese una riprogettazione regionale del settore per dare alla Sicilia una politica culturale univoca per eliminare sprechi e differenze di trattamento economico tra i territori e Teatri, per armonizzare e innalzare il livello del rendimento degli investimenti regionali nelle produzioni culturali. “L’istituzione di un fondo unico per i teatri, dove attingere per programmare le manifestazioni e la messa in rete con gli altri Teatri è un atto che va nella direzione di una sana riprogettazione – sostiene Tonino Genovese – il Teatro Vittorio Emanuele deve divenire centro e motore della promozione culturale provinciale dando corpo alle iniziative di diffusione della cultura, nelle scuole, nei Comuni, ed estendendo nella città la propria influenza e guida nelle attività artistiche/culturali”.
La Cisl denuncia come la Regione continua a far vivere l’Ente Teatro in una situazione di confusione. “La mancanza di un Consiglio d’Amministrazione – sottolinea Genovese – impedisce all’Ente di assumere impegni e compiere atti amministrativi e gestionali ed è del tutto illogico nominare un commissario ad acta per approvare bilanci e cartelloni quando manca l’organo che poi li dovrà realizzare. Non si capisce quali siano i motivi che ostano alla nomina del Consiglio d’Amministrazione che, successivamente, dovrà a sua volta indicare il Sovrintendente. In questa situazione si produce solo confusione, instabilità e preoccupazione tra i dipendenti e non si capisce perché, mentre per il Teatro Bellini di Catania e per il Massimo di Palermo siano stati nominati dei commissari straordinari, per il Teatro di Messina si scelgono percorsi tortuosi che rendono impossibile qualsiasi attività istituzionale. A questa situazione aggiungiamo che l’Ente è tuttora sprovvisto di un Direttore amministrativo”.
Il sindacato è seriamente preoccupato per il futuro occupazionale dei lavoratori del Teatro. “Da oltre 27 anni, i dipendenti, tutti – ricorda Genovese - hanno realizzato una notevolissima quantità di produzioni teatrali, musicali, espositive e di altro tipo, portando lustro alla nostra città, con risorse e impegni finanziari ben diversi da quelli erogati per altri Teatri siciliani. Messina non ha certamente contribuito agli abusi e agli sperperi. La spending review sia fatta nei luoghi e negli ambienti che hanno generato abusi, ma non a Messina”.

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