BROLO: UN AFFERMATO ‘CONSIGLIORI’ AFFONDA SALVO E I SUOI ENDORSEMENT INOPPORTUNI
Non importa che si mimetizzi dietro
l’etica o la trasparenza. Nessuno ha il diritto di sconfinare, come
maiale allo sbando, nell’altrui territorio, per infangarne la vita, per
turbarne l’equilibrio familiare. E chi (candidato sindaco,
‘consigliori’ o elettore) mette in gioco (o permette che vengano messi
in gioco) persone care e familiari, più che parlare di etica e
trasparenza, farebbe bene ad informarsi sul prezzo delle ghiande. Meglio un sindaco mediocre ma umano che, come sindaco, un suide addomesticato con le ghiande
Brolo (Me), 14/05/2014 – Undici giorni ancora per sputare veleno a
Brolo: “C’è chi sputa veleno e chi vuole approfittare della situazione
di caos per trarre vantaggio elettorale”, ha detto l’on. Giuseppe
Laccoto nel corso del suo comizio, nel giorno della festa della mamma.
Assieme all’ex sindaco Salvo Messina, l’on. Giuseppe Laccoto viene
indicato da più parti come responsabile di fatti e comportamenti, in un
modo o nell’altro, ricollegabili a quanto accaduto (amministrativamente
parlando) nella cittadina dello Scoglio e al ritorno alle urne dopo le
dimissioni di massa al Municipio brolese.
Lo stesso Messina, nel suo comizio pubblico che ha preceduto quello di Laccoto, non era stato
del tutto conciliante
con l’ex alleato e amico, senza però 'toccarne' gli affetti familiari.
Due comizi, quelli di Messina e Laccoto, ad alto contenuto di emozioni e
veleni:
full optional. Eppure, senza nulla volere togliere a
quanto di grave e inaccettabile possa essere alla base dei fatti di
Brolo, alla base dello scambio di accuse e veleni, una cosa lascia
riflettere sui limiti che qualunque lotta politica, qualunque
ambizione, qualsivoglia livore o vanità possa permettersi: sono gli
affetti più privati, la famiglia, il padre e la madre.
“Perché questo livore nei miei confronti? - ha detto Laccoto. - Una
cosa non permetto in maniera assoluta: che si tiri in ballo l’attività
di mia moglie e tanto meno che si parli di mia moglie stessa. Non ne
avete il diritto”.
No, davvero nessun diritto. Nessun diritto può avere alcuno di
sconfinare, come maiale allo sbando, nell’altrui territorio, per
infangarne la vita, per turbarne l’equilibrio, per cercare di piantare
cunei con l’intento di scardinare l’assetto e l'affetto familiare. Sono
tali e tanti gli argomenti politici e amministrativi in ballo, in
questa velenosissima (e vergognosissima) campagna elettorale da potere
lasciare tranquillamente da parte famiglia, parenti e affetti familiari
che pure il peggiore degli uomini può avere a cuore, coltivare e
proteggere: gli affetti familiari sono sacri e inviolabili.
E chi (candidato sindaco, ‘consigliori’ o elettore) mette in gioco (o
lascia che vengano messi in gioco) i propri o gli altrui affetti
familiari, gli affetti più cari, la cerchia ristretta dei parenti, più
che parlare di etica e trasparenza farebbe bene ad informarsi sul
prezzo delle ghiande al mercato settimanale. Meglio avere un sindaco
mediocre ma ancora umano che, come sindaco, un
suide addomesticato con le ghiande, un
mammifero artiodattile,
tanto ambizioso, cinico e spregiudicato da immolare la propria
famiglia, i propri cari pur di aggiungere nel proprio curriculum le
stellette di sindaco.
Continuando a grugnire per altri 11 giorni…
d.m.c.
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