Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

CROCETTA CONTRO IL RESTO DEL MONDO: UN CONFLITTO CHE NON FA BEN SPERARE

L’attuale conflitto tra il Governatore Crocetta e i gruppi parlamentari dell’ARS non fa ben sperare in una rapida soluzione dei numerosi problemi che la Regione deve fronteggiare
29/05/2014 - Superate le elezioni europee, si potrà adesso verificare se lo scontro tra il presidente Crocetta e la sua Giunta da una parte e l’Assemblea regionale dall’altra, dopo l’ultimo grave incidente d’aula del 15 maggio con la bocciatura del ddl 724, sarà sanabile e se potrà far permettere una ripresa del dialogo in un clima più disteso e non più avvelenato da esasperazioni dovute anche alla campagna elettorale.
Crocetta si era illuso subito dopo essere stato eletto di poter governare senza una maggioranza certa in una regione dove i problemi sono incancreniti e di non facile soluzione per decenni di malgoverno costellati da episodi di corruzione e di ruberie.

La vicenda del bilancio contestato dal commissario dello Stato, che ha causato il ritardo in alcuni casi ed ancora oggi il mancato pagamento degli stipendi a circa 30.000 dipendenti degli enti collegati alla regione, sembra aver maggiormente logorato anche i rapporti politici all’interno dell’ARS e tra l’ARS ed il governo. Quella che doveva essere la manovra bis, presentata dall’assessore alle finanze Agnello, destinata a tamponare le conseguenze della bocciatura del bilancio, è stata affondata, anche per le numerose e forse non casuali assenze, dal voto contrario di 25 parlamentari riportando solo 17 voti a favore. É stato per primo il vicepresidente della commissione Bilancio, Vincenzo Vinciullo, che ha anche denunciato i ritardi del governo, a chiedere il rinvio alla commissione: “L’assessore parla di riscrittura, parla di presentazione di emendamenti che stravolgono quella che è stata la decisione presa dalla Commissione.

Pertanto, ritengo che il provvedimento debba comunque ritornare in Commissione, deve essere riesaminato dalla Commissione che deve dare un parere di merito su quella che è una riscrittura, come l’ha definita l’assessore del testo”. L’intervento successivo di Antonello Cracolici ha tra l’altro evidenziato che se il governo intende non più accendere un mutuo e individuare a luglio risorse apportando tagli alle spese della Sanità, ciò deve essere oggetto di un’attenta verifica e comunque non sarebbe di alcun aiuto per il pagamento degli stipendi e per il trasferimento ai Comuni entro giugno. Il tutto è stato quindi rinviato alla commissione Bilancio, cosa che avrebbe dovuto fare di propria iniziativa la giunta anziché riportare in aula non il testo originario ma uno modificato dall’assessore Agnello, che nella precedente stesura aveva inserito la proposta condivisa di accendere un mutuo per avere risorse sufficienti a far fronte all’esigenza di trasferire ai Comuni e agli altri enti le somme necessarie per il pagamento degli stipendi. Probabilmente la Regione non può permettersi un ulteriore indebitamento.

La commissione Bilancio e Finanze nei giorni scorsi, su proposta del suo vicepresidente, ha infatti cassato l’ipotesi di muto per cento milioni di euro e ha riproposto di pagare gli stipendi arretrati ai circa trentamila dipendenti degli enti regionali e di garantire il sostegno finanziario a tutte le attività stagionali (irrigazione, servizio antincendio forestale). “La commissione Bilancio ha dovuto prendere atto della correttezza della mia affermazione: non c’era copertura reale per i lavoratori della Forestale e per i Comuni”, ha sostenuto Vincenzo Vinciullo.

“I risparmi della Sanità che il governo ci voleva far passare per moneta contante sono soltanto presunti e, quindi, l’affamatore del popolo e l’irresponsabile non sono di certo io, come ha detto in questi giorni il governatore Crocetta; piuttosto chi ha cercato di far passare una manovra senza copertura e che, quindi, sarebbe scoppiata nelle mani dei lavoratori in attesa di stipendio come una bomba caricata a presa in giro”. Giorno 27 maggio il Governo dovrà dire se condivide quanto proposto dalla commissione per poi riportare il tutto in aula; dovrà quindi interrogarsi su come reperire i cento milioni di euro mancanti nell’immediato e necessari per far fronte agli altri impegni e soprattutto verificare se esiste ancora una maggioranza disposta a sostenerlo. Lo scambio di accuse dei giorni scorsi tra Crocetta e i gruppi e sottogruppi parlamentari è sembrato informato ad un pirandelliano gioco delle parti. Per il presidente non è il suo governo a rinviare la possibilità di erogare le somme per gli stipendi, ma la responsabilità ricade interamente sui deputati siciliani: “Esprimo rammarico profondo per questo rinvio. Questa non è opposizione al governo ma al popolo siciliano.

In questo caso il governo non c’entra nulla. É da febbraio, quando abbiamo presentato una prima manovra da 500 milioni di euro, che questa storia va avanti. Quella era la manovra più adeguata e razionale… una serie di vicende infinite ha creato ritardi inaccettabili. Credo che sia finita l’epoca per cui ci vogliono mesi per fare un emendamento e varare una manovra finanziaria. I siciliani sanno molto bene che ci sono gruppi politici che vogliono risolvere questa situazione e altri che non vogliono. Ci sono deputati che fanno opposizione al popolo siciliano. Se fossero stati gli stipendi dei parlamentari tutto sarebbe stato fatto in fretta e in silenzio. È un’indecenza. Chiamo alla mobilitazione il popolo siciliano. Lo faccio per fare chiarezza: a questo punto è giusto che sappiano contro chi protestare…il rinvio in commissione del provvedimento salva stipendi non è un colpo al governo ma ai siciliani.

Non possiamo più accettare questa indecente paralisi”. Il segretario regionale del PD Fausto Raciti ha controbattuto sostenendo che: “quanto accaduto a Palazzo dei Normanni è esclusivamente colpa del governatore, che ha fatto un rimpasto senza consultarci e fa pasticci sulle coperture economiche”. Mario Alloro, deputato regionale del PD, ha aggiunto: “Sia in aula che in commissione avevamo chiesto una manovra snella che si occupasse solo degli stipendi. Crocetta invece di fare campagna elettorale per il suo candidato alle europee, dovrebbe occuparsi dei gravi problemi della Sicilia e presentare in parlamento una manovra solida, con coperture adeguate”.

Anche da queste ultime dichiarazioni si evince che le questioni e i problemi sul tappeto alla Regione sono fondamentalmente due: la prima riguarda i rapporti politici tra il presidente ed i gruppi parlamentari; la seconda e certamente la più importante è quella relativa alla situazione finanziaria. Tra i settori in sofferenza non vi sono soltanto i comuni e i forestali: sono sul punto di essere sospesi i servizi socio sanitari per circa 120 mila non vedenti per mancanza di fondi. Nel disastrato settore della formazione, dopo gli scandali che hanno visto politici e dirigenti regionali nel mirino della magistratura, circa tremila dipendenti rischiano di andare ad infoltire l’esercito dei disoccupati: se, come sembra, sarà riapprovato il progetto Prometeus almeno 1415 lavoratori si salveranno col trasferimento al Ciapi di Priolo.

Affrontare tutti problemi sul tappeto senza il sostegno di una forte maggioranza sarà per Crocetta, che dovrà in questi giorni fronteggiare anche già programmate proteste di piazza, davvero difficile considerando che non sappiamo quanto siano ancora valide le dichiarazioni di chi alla vigilia delle elezioni europee, pur essendo nell’area della maggioranza, ha fatto intendere di ritenere conclusa l’esperienza dell’attuale governo regionale.

Giovan Battista Puglisi
Direttore Editoriale della “Letterina”
Asasi

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