Antimafia, il bilancio di un anno: mai come oggi diffuso il possesso di armi, pure tra insospettabili e minorenni

Antimafia: presentato in aula il bilancio dell'attività della commissione a un anno dal suo insediamento. Dal presidente Cracolici la proposta di un Osservatorio per monitorare gli appalti e il pericolo di infiltrazioni nei subappalti. Sono state 55 le sedute tenute dalla Commissione regionale Antimafia, 14 le inchieste avviate, 70 le audizioni, 9 gli incontri con i prefetti e i comitati per l'ordine e la sicurezza pubblica, 302 gli incontri con gli amministratori locali Palermo, 26 Mar - “Ci sono segnali che ci preoccupano: mai come adesso in molti territori si è diffuso il possesso di armi, persino in ambienti insospettabili. La cronaca ci consegna un pericoloso modello di comportamento anche tra i giovanissimi, come il caso di un 17enne che prima di andare in discoteca si è munito di una pistola. Si diffonde la mafiosità come stile di vita”. Lo ha detto il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, in un passaggio della sua presentazione in au

CROCETTA: “UNIFORMARE IL TETTO MASSIMO PER I SUPER BUROCRATI ARS A QUELLO DEI REGIONALI È UN ATTO DI GIUSTIZIA ED EQUITÀ”

Palermo, 30 mag. 2014. “Su stipendi e pensioni d'oro all'Ars non si può giocare. Questa volta parlo come deputato di quell'Assemblea, un'Assemblea che spesso a livello nazionale viene additata come il luogo dei privilegi e mentre si è provveduto a diminuire giustamente i compensi ai parlamentari, l'Ars continua ad avere al proprio interno burocrati che costano 4-5 volte l'anno lo stipendio di un deputato, offuscando la grande azione di risanamento che stiamo facendo e l'immagine di una Regione che sta mettendo in ordine i conti, come
attesta il riconoscimento del patto di stabilità dallo Stato per il 2013 e lo stesso bilancio consuntivo. Leggo sui giornali di una sorta di frenetica trattativa che starebbero mettendo in atto tali burocrati d'oro e persino del confronto con le organizzazioni sindacali che giustamente sono un po' sorde a comprendere delle ragioni per le quali un tetto di 160 mila euro per un burocrate sarebbe basso. E' una questione di equità e giustizia. Ci si appella persino alla violazione dell'Autonomia, invocando l'equiparazione al Senato.

Ma l'Autonomia non è una carta bianca per riconoscere privilegi e parassitismi, l'Autonomia si esercita nell'ambito di un quadro costituzionale che ci obbliga, non solo a tenere in ordine i conti, ma soprattutto ad assicurare solidarietà nei confronti dei soggetti più deboli: È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Di fronte ai tanti poveri senza prospettive, alla gente che non sa dove andare a lavorare e dove dormire, non si può che essere netti e decisi senza tentennamenti e il tetto massimo deve essere uguale per tutti i burocrati di Ars e Regione. 160 mila euro sono una cifra già pazzesca, le retribuzioni dell'Ars non possono essere le più alte d'Europa mentre la Sicilia è tra le regioni più povere d'Europa. Quale Autonomia si invoca, quella dei privilegi?

L'articolo al quale ci si appella non è a difesa dei corporativismi ma difende il Parlamento nel senso che lo “Stato” non può stabilire un tetto più basso per i dipendenti delle regioni rispetto a quello stabilito a livello nazionale.
Solo che l'esercizio dell'Autonomia è affidata al Parlamento, il legislatore non ha stabilito nessun privilegio a favore di caste o gruppi, ma ha dato alla Regione la potestà in materia di trattamento del personale. Quindi è vero che lo Stato non può stabilire tetti più bassi per i dipendenti delle regioni rispetto a quello stabilito a livello nazionale, ma è anche vero che la Regione nella sua autonomia, in relazione alle compatibilità economiche, non solo lo può fare ma lo deve fare per risanare i conti e trattare tutti con equità e giustizia. Stabilire oggi un tetto più alto per i burocrati dell'Ars rispetto a quelli dell'amministrazione regionale è un palese atto di ingiustizia”.


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