Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

MILAZZO. "IL SINDACO PINO, UN UOMO SOLO AL COMANDO COSÌ COME A LUI PIACE”

"L’assessore Scolaro è in giunta solo a titolo personale, non può più perché sfiduciata dai consiglieri comunali prima e dai dirigenti, dagli iscritti, da un intero partito, dire di essere rappresentante del Pd perché il Pd non è in Amministrazione”
Milazzo, 17/05/2014 - “Non possiamo pagare il prezzo della sua ostinata presenza in giunta nonostante tutto il Partito le sia contro". Dopo le dimissioni dell'assessore Gaetano Nanì i riflettori della politica vengono puntati sull'esecutivo comunale. Il Pd con una nota della segretario Francesca Sindoni attacca non solo il sindaco Carmelo Pino ma anche il vice, esponente democratica di lungo corso.

"Il sindaco - scrive Sindoni - è tornato ad essere un uomo solo al comando così come a lui piace. Ha rimandato a casa il Consiglio comunale che continua ad accusare di aver bloccato la crescita di questa città. Un tentativo disperato di non ammettere il fallimento della sua Amministrazione che ha gettato invece Milazzo nel baratro.

La politica degli annunci non paga e i cittadini vivono sulla loro pelle la disperazione per una vita fatta di difficoltà economica ma anche di marginalità. Disoccupati, precari, pensionati, disabili cercano invano delle risposte da questa Amministrazione. Alcuni sapendo di non poterle ottenere preferiscono un dignitoso silenzio. E’ inutile però insistere su questo stato di cose che solo le elezioni del prossimo anno potranno cambiare- continua la nota del segretario - . Il Partito Democratico che per storia e cultura da sempre è stato al fianco della gente non può accettare questa situazione.

Da tempo ribadisce di essere lontano anni luce da questa Amministrazione e la presenza in giunta dell’assessore e vicesindaco Stefania Scolaro non può essere considerata il legame tra Pino e il PD. L’assessore Scolaro è in giunta solo a titolo personale, non può più perché sfiduciata dai consiglieri comunali prima e dai dirigenti, dagli iscritti, da un intero partito, dire di essere rappresentante del Pd perché il Pd non è in Amministrazione. Non possiamo pagare il prezzo della sua ostinata presenza in giunta nonostante tutto il Partito le sia contro".

L’Associazione ADESSO!MILAZZO, di pensiero renziano e i cui aderenti sono tutti iscritti al PD, come nessuno può permettersi di smentire, letto il comunicato consegnato alla stampa da chi non ci risulta abbia titolo alcuno di rappresentanza del PD milazzese, tiene a precisare quanto segue: Forse per eccesso di frustrazione dovuto al recente e definitivo defenestramento e invio ai singoli domicili di tutti componenti del Consiglio Comunale, con il quale si è concretizzata la risolutiva condanna delle tesi, sostenute per anni sulla situazione economica-amministrativa del Comune dai 5 (ormai ex) consiglieri PD (questo sì a titolo personale), gli stessi, orbi davanti all’evidente dissesto subito dalle casse comunali alla data del 2010 (anno dell’elezione della Giunta Pino) che hanno ancora il coraggio di negare, insieme alla destra, non hanno avuto il pudore di evitare di appigliarsi al millantato credito nel definire segretario del partito la Sig.ra Francessca Sindoni che altro non è che la coordinatrice del Circolo 1 di Milazzo, ampiamente minoritario rispetto al Circolo 2 a cui appartiene la maggioranza schiacciante degli iscritti al PD locale e che non è stato mai coinvolto nelle decisioni che, a dire il vero, suonano come una sfacciata vanteria di una rappresentanza politica solo immaginaria.

Gli organi regionali e provinciali del partito non si sono mai espressi in merito e, solo essi, potranno, un domani, annullare quegli accordi che, agli atti, risultano essere stati sottoscritti al momento della formazione della Giunta Pino dai dirigenti PD bugiardamente evocati nel comunicato. Mestare nel torbido in un momento tanto delicato per il PD messinese è la dimostrazione che i responsabili delle due ultime disastrose sconfitte elettorali comunali (solo 18% dei voti nel 2010) persistono nella loro abituale linea di discredito nei confronti dei compagni di partito, tuttora impegnati a non fare cadere la città nel baratro dell’ingovernabilità. Questa sembra essere la loro unica risorsa rimasta per cercare di accreditarsi, invece, senza alcun diritto, come l’espressione della volontà di tutto il partito.

Nulla di più falso! Coloro che, al contrario, sono stati sfiduciati dalla città e dalla definitiva sentenza del Cga, risultano essere proprio quelli che, per ben quattro anni, hanno dato un apporto nullo alla rinascita di una città messa in ginocchio dalla precedente e fallimentare gestione del centro-destra. Insieme ai rappresentanti dell’opposizione, hanno, anzi, intessuto trame e condiviso accordi trasversali, pronunciando vani scomuniche e anatemi che hanno tradito il preciso compito affidatogli dagli elettori di centro-sinistra. Dopo averne pagato lo scotto con la totale sconfitta delle loro tesi con conseguente decadenza, leggiamo, oggi, il comunicato a cui non possiamo riconoscere, come maggioranza del PD milazzese, alcun valore. Vano è, anche, collegare le loro pretese alle dimissioni dell’assessore Nanì, dovute a volontarie transumanze politiche e non certo a disaccordi con il Sindaco e la Giunta a cui, lo stesso ex assessore ha fatto pervenire i sensi della la sua immutata stima.

Meglio sarebbe stato dirigere altrove, in passato e nell’aula consiliare, le loro lagnanze per la situazione in cui è stata lasciata la città e per cui oggi sembrano accorarsi. Nessun atto di contrasto o propositivo per la soluzione dei problemi oggi lamentati, è stato mai messo in atto da costoro nei confronti di chi ne è stato il conclamato responsabile, nonostante la circostanziate denunce all’Autorità Giudiziaria. Chi può vantarsi di loro di avere avanzato che sia una sola proposta fattiva per far risollevare Milazzo? Pertanto, la nostra Associazione, parte preminente dell’attivismo PD cittadino, restituisce al mittente, come indebite e pretestuose, le assurde pretese messe in atto da questa frangia minoritaria del partito e rimanda ogni discussione al civile confronto a cui le componenti del PD saranno presto chiamate, a cominciare dalla segreteria cittadina, in atto vacante (!!!), di cui qualcuno ha inteso, senza averne titolo, prendere prematuro possesso. In ultimo, una considerazione: se il nostro partito cittadino ha sofferto e soffre ancora di così tante penose lacerazioni, sono ormai evidenti le cause legate alle ingenuità di molti e alle smodate ambizioni dei pochi soliti noti, ancora non sazi delle ripetute bocciature rifilate loro dagli elettori milazzesi.


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