Assegno Unico Universale: 5.986.678 i nuclei famigliari che hanno ricevuto l’assegno nel 2025, per un totale di 9.468.053 figli

ASSEGNO UNICO UNIVERSALE: nei primi due mesi del 2025 erogati 3,3 miliardi euro, con riferimento a 9,5 milioni di figli e 6 milioni di nuclei familiari Roma, 16 aprile 2025 - Nei primi due mesi del 2025 sono stati erogati alle famiglie assegni per 3,3 miliardi di euro, che si aggiungono ai 19,8 miliardi del 2024, ai 18,2 miliardi del 2023 e ai 13,2 miliardi di erogazioni di competenza del 2022. Sono i dati contenuti nell’aggiornamento dell’Osservatorio Statistico sull’Assegno Unico Universale (AUU) pubblicato oggi con riferimento al periodo marzo 2022 – febbraio 2025, che contiene al suo interno anche i dati relativi all’AUU destinato ai nuclei percettori di Reddito di Cittadinanza (RdC) fino a dicembre 2023.  Sono 5.986.678 i nuclei famigliari che hanno ricevuto l’assegno nel 2025, per un totale di 9.468.053 figli: l’importo medio per figlio a febbraio 2025, comprensivo delle maggiorazioni applicabili si attesta su 175 €, e va da circa 58 € per chi non presenta ISEE o ...

"PAOLO BORSELLINO: I 57 GIORNI", IN MEMORIA DELLE STRAGI DI CAPACI E VIA D'AMELIO

In ricordo degli attentati di Capaci e di Via D'Amelio, Rai propone una programmazione dedicata, che culminerà il 23 maggio in occasione del XXII anniversario delle stragi. Si comincia con Rai1, che mercoledì 21 maggio, alle 21.15, trasmette il film-tv "Paolo Borsellino - I 57 giorni"
20/05/2014 - Palermo, 1992. Paolo Borsellino (Luca Zingaretti) è dal barbiere. È un giorno speciale. Aspetta il suo amico Giovanni Falcone, che torna a Palermo da Roma per qualche giorno.
Si vedranno a pranzo, Borsellino ha seminato la scorta per andare al mercato del pesce e comprare qualcosa di speciale, ha cucinato lui stesso. Bisogna festeggiare la candidatura di Giovanni alla Superprocura, la nomina è data per certa.

Ma arriva una telefonata sul cellulare del giudice. Una notizia terribile: un attentato sull'autostrada Punta Raisi-Palermo. Vi è coinvolto Falcone. Borsellino corre all'ospedale. L'amico gli muore tra le braccia. Dal giorno dopo Borsellino combatte contro il tempo. Ha bisogno di capire, di comprendere che cosa c'è dietro alla morte dell'amico, che è più che un fratello per lui. Nel profondo di sé, Borsellino intuisce che lui e Falcone sono legati da un destino comune. Entrambi si sono battuti contro la mafia e hanno vinto una battaglia decisiva, istruendo il maxiprocesso. Entrambi sono divenuti il simbolo dell'Italia onesta che finalmente ha alzato la testa contro lo strapotere di Cosa Nostra. Ma ora Borsellino è rimasto solo.

La sua è una attività frenetica e sottile, per arrivare alle verità, prima che il destino che ha travolto Falcone afferri anche lui. Tante cose sono cambiate in Italia, tutto sta muovendo verso un futuro mai così incerto. Al nord è scoppiata tangentopoli che minaccia di travolgere un'intera classe politica. Al sud la Cassazione ha confermato gli ergastoli del maxi­processo per la Cupola mafiosa. Cosa Nostra è come una belva ferita. Borsellino intuisce che è alla ricerca rabbiosa di nuove strategie: l'assassinio di Falcone è l'inizio di una offensiva terroristica, una dichiarazione di guerra allo Stato. Ma in nome di che cosa? E il giudice sa che il suo nome è ora la nemesi, nei fatti e nella coscienza del paese, degli interessi della Mafia. Un nemico da abbattere, perché tutto torni come prima.

Questa è la storia dei cinquantasette giorni che separano la morte di Falcone da quella di Borsellino. Giorni in cui il giudice intuisce il suo destino e fa i conti con la propria vita, con gli affetti. Traccia il bilancio di un'esistenza, del suo impegno, come magistrato e come uomo, delle vittorie e delle sconfitte. Giorni di tenerezza e d'amore con la moglie, con i figli, con i colleghi, gli amici. Giorni di lotta con i nemici palesi e occulti che, lui lo sa, hanno già tracciato il suo destino. Ma anche giorni di speranza. Di intuizioni sui nuovi scenari che si profilano, in quell'anno in cui tutto cambia. Giorni di lotta, di scoperte, di nuove idee, che sopravvivranno a Borsellino e che chi verrà dopo, raccoglierà. Affinché le stragi di Capaci e di via D'Amelio, che, nell'idea di chi le ha organizzate, dovevano essere il trionfo della strategia stragista di Cosa Nostra, segnino l'inizio della sua fine.

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