Capizzi, studente modello di 16 anni ucciso in piazza da un ventenne armato di pistola

Uno studente di 16 anni,  Giuseppe Di Dio, è stato ucciso sabato 1° novembre a Capizzi, piccolo comune dei Nebrodi in provincia di Messina, mentre un suo amico è rimasto ferito nella sparatoria. Fermate tre persone.  Giuseppe Di Dio frequentava la terza classe  dell'istituto alberghiero di Troina (Enna) e sarebbe stato attinto per errore dai colpi mortali esplosi da  Giacomo Frasconà Filaro , il 20.enne presunto assassino . 3 nov 2025 - Giuseppe Di Dio, 16 anni, e i suoi amici si trovavano  davanti a un bar di via Roma, a Capizzi, quando da un'automobile sarebbero scese tre persone, una delle quali avrebbe esploso i colpi di arma da fuoco che hanno attinto mortalmente il sedicenne, ferendo un altro giovane di 22 anni.  Si tratta di  Antonio Frasconà Filaro , 48 anni, e dei figli Mario, 18 anni, e Giacomo, 20 anni. Quest'ultimo, armato di pistola avrebbe fatto fuoco sulle persone presenti all'esterno del  bar di via Roma, a Capizzi, uccidendo ...

TRUFFA ‘A BABBO MORTO’ A UN’ANZIANA DI MESSINA, CON LIETO FINE

Messina, 13/06/2014 - Ancora una truffa ai danni di un’anziana donna è stata portata a termine ieri, intorno a mezzogiorno, nei pressi degli imbarcaderi della Tourist. Stavolta però, con indagini lampo, i poliziotti delle Volanti e della Squadra Mobile hanno arrestato uno dei due responsabili, un cinquantasettenne messinese con precedenti specifici, al momento sottoposto alla misura dell’affidamento ai servizi sociali. L’uomo ha raggirato la vittima con la classica truffa dell’eredità. Rivestendo il ruolo di medico ha fatto da spalla ad un secondo truffatore che aveva già avvicinato l’anziana chiedendo informazioni su l’esatta ubicazione di uno studio medico. il 57enne è intervenuto sostenendo di conoscere l’indirizzo ed “informando” il complice che il titolare dello studio era morto tempo addietro.

Grande lo sconforto del complice che a quel punto rivelava di voler cedere 25.000 euro al medico deceduto come ringraziamento per il suo aiuto al padre durante la guerra. Non potendolo più fare, era intenzionato a dare il denaro in beneficenza. Avrebbe consegnato la somma all’ignara vittima ed al finto medico ma per farlo era necessario un atto notarile. E come eseguire l’atto notarile senza un congruo anticipo? Inutile dire che il finto medico si è subito offerto di anticipare una quota che si è affrettato a mostrare.

L’ingenua donna, vedendo il denaro ed ormai nella rete dei due si è convinta a farsi accompagnare a casa, prendere l’oro di famiglia e rimontare in auto con i due truffatori alla volta del notaio. Con un ultimo atto della commedia, i due malviventi hanno chiesto alla vittima di scendere dall’auto per comprare un foglio di carta uso bollo, dandole il denaro necessario e facendosi consegnare i preziosi in custodia. Poi la fuga. Ai poliziotti a cui la donna ha chiesto aiuto è stato sufficiente ricostruire la vicenda e la tecnica utilizzata dai due per risalire al probabile autore, poi riconosciuto ed in casa del quale sono stati ritrovati gli indumenti indossati al momento della truffa.
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Ha un nome ed un cognome l’uomo che nel mese di maggio era riuscito a rapinare due note farmacie cittadine con colpi lampo che gli avevano fruttato poco più di un migliaio di euro. Il trentasettenne messinese, pregiudicato con precedenti specifici, è stato arrestato stamani, su esecuzione di ordinanza cautelare emessa dal Tribunale di Messina, grazie alle indagini effettuate dalla locale Squadra Mobile. Sulle sue tracce, gli uomini della Squadra Mobile c’erano dal 20 maggio scorso quando, sprezzante del rischio, si era introdotto all’interno di una delle due farmacie minacciandone con un lungo coltello il proprietario. Appena pochi giorni dopo, con lo stesso modus agendi, aveva replicato il colpo nell’altra farmacia.

Portava casco da motociclista e una calza di nylon che gli nascondevano il volto ma che non hanno impedito la ricostruzione della figura del malvivente. Una stazza importante, un naso evidente ed un marcato accento dialettale sono solo alcuni degli elementi che hanno, passo dopo passo, portato gli investigatori della Squadra Mobile all’identikit dell’uomo. Le immagini del sistema di videosorveglianza sono state basilari poi per raccogliere altri elementi: una t-shirt azzurra a maniche corte, un paio di scarpe da ginnastica nere con la suola bianche trovate dai poliziotti a fine maggio nel suo appartamento. Le modalità, le armi utilizzate, la velocità con cui metteva a segno i colpi hanno infine permesso di collegare i colpi in farmacia ad altre due rapine. La prima dello scorso febbraio ai danni di un negozio di autoricambi per un bottino di appena 400 euro. La seconda, in aprile, presso un centro raccolta metalli quando il malvivente si servì di una pistola puntata alla nuca del titolare per farsi consegnare dai figli della vittima 3.000 euro.

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