1° Maggio: «Festa del Lavoro», la filastrocca di Mimmo Mòllica

1° Maggio Festa del lavoro. La «Filastrocca del Lavoro» di Mimmo Mòllica racconta in versi e strofe questa importante ricorrenza. E noi la proponiamo a grandi e piccini per celebrare la «Festa del Lavoro e dei Lavoratori».  «Filastrocca del lavoro» di Mimmo Mòllica   Caro babbo che cos’è il lavoro? dei bambini domandano in coro a un papà stanco e pure affannato, dal lavoro appena tornato. Ed il babbo risponde a fatica «serve a vivere, è una regola antica». Ed aggiunge: «… ed inoltre, sapete il lavoro è passione, è volontà e decoro». «E che cosa vuol dire decoro?», ribatterono subito loro. «È nell’opera di un falegname, è Van Gogh, è in un vaso di rame». «È Geppetto e il suo pezzo di legno, è Pinocchio, è Collodi e il suo ingegno, è donare qualcosa di noi senza credersi dei supereroi». «È costruire un gran bel grattacielo, è Gesù quando spiega il Vangelo, compiacersi di quello che fai, è dolersene se non ce l’hai!». Però un tipo iniziò a blaterare: «È pagare la gente per non lavorare, s

”REGIONICCHIA DELLO STRETTO”, OPE LEGIS MA CONTRO NATURA

La Città e la maggior parte della provincia di Messina, con la Città e la provincia di Reggio Calabria. E ciò, anche a prescindere dalla realizzazione del ponte-imbuto che dovrebbe legittimare l’operazione...
Palermo, 25 luglio 2014 - L’FNS “Sicilia Indipendente” ritiene estremamente doloroso ed inquietante il fatto che, in questi giorni, i militanti dell’ANTISICILIA, quasi quasi, cantino vittoria per il presunto successo della “loro” azione tendente ad annullare la identità, la storia, la dimensione “regionale”, la esistenza stessa della gloriosa, vera, grande, unita ed unica SICILIA. Tantoppiù che gli stessi militanti dell’ANTISICILIA fanno intendere, - con una propaganda tanto chiassosa quanto menzognera, - di avere avuto già partita vinta nell’ANNULLARE la più importante, in tutti i sensi, CONSAPEVOLEZZA nei Siciliani: quella, appunto, della IDENTITA’ NAZIONALE, specifica del POPOLO SICILIANO.

Il tutto, ovviamente, per dare vita a DUE o TRE “REGIONICCHIE”, comunque denominate. E l’una contro l’altra armate. Tante “SICILICCHIE” dovrebbero, così, sostituirsi – dopo averla ASSASSINATA – alla grande SICILIA. E non manca all’orizzonte la istituenda ”REGIONICCHIA DELLO STRETTO”, che dovrebbe unire ( ope legis ma contro natura) la Città e la maggior parte della provincia di MESSINA con la Città e la provincia di REGGIO CALABRIA. E ciò, anche a prescindere dalla realizzazione del PONTE-IMBUTO che dovrebbe legittimare l’operazione …..

Povera Sicilia! Povera Città e Provincia di Messina! La cui costa ionica viene considerata, con arroganza ed abusivamente, come già sottratta di fatto, e quindi estranea, al Messinese. Anche in questo specifico caso: contro natura, contro storia, contro gli interessi delle popolazioni più direttamente coinvolte.

Dicevamo che si tratta di un fenomeno doloroso ed inquietante, anche perché l’entità delle crisi economiche ed occupazionali che investono, soprattutto e nel suo insieme, l’economia siciliana e la nostra stessa Società, richiederebbero una forte, dignitosa, consapevole, presa di posizione siciliana e sicilianista. Anche a livello internazionale. E non una serie di “manovrine” dispersive e particolaristiche, oltrechè localistiche, che impediscono, con IPOCRISIA, di affrontare alla radice i nostri problemi. E che remano contro l’adozione di una strategia siciliana per l’economia siciliana.

Manovrine, queste, che, paradossalmente, finiscono con l’essere complici delle manovre che tendono a creare in Italia le MACRO-AREE, le quali, nella pratica, emarginano la Sicilia, peraltro indebolita dalle manovre dissanguatrici delle quali abbiamo parlato. E che, soprattutto, mirano a rimettere in vita quel nefasto “CENTRALISMO” post-unitario che tanti danni ha arrecato alla Sicilia, dal 1860 ad oggi; a prescindere dallo stesso Statuto Speciale di Autonomia, tradito e calpestato dalle forze politiche e dagli uomini che avrebbero avuto il dovere di applicarlo.

Ci sia consentito concludere queste riflessioni ricordando un episodio del quale ricorre, oggi, il 71° anniversario. Torniamo, infatti, con la memoria alla data del 23 luglio del 1943, a pochissimi giorni dallo “SBARCO” degli Alleati in Sicilia, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, ed il giorno successivo all’ingresso a Palermo dell’esercito statunitense, mentre tutta la Sicilia era distrutta ed in ginocchio per i bombardamenti e per le conseguenze della guerra.

Ebbene: in quel tragico contesto, una delegazione di 40 componenti del Comitato per l’Indipendenza della Sicilia, capeggiata da Andrea FINOCCHIARO APRILE, si fece ricevere dai rappresentanti del Governo Militare Alleato in Sicilia per evidenziare – a testa alta – i bisogni ed i disagi della Sicilia e per rivendicare il diritto del Popolo Siciliano all’INDIPENDENZA, previa l’effettuazione di un REFERENDUM, da svolgersi sotto controllo internazionale. Ed – in tal senso – venne lanciato un proclama al Popolo Siciliano; a tutto il Popolo Siciliano, che rispose compatto e con entusiasmo. Non aggiungiamo altro.

Giuseppe Scianò


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