Festa della Liberazione: la filastrocca del 25 aprile di Mimmo Mòllica

Festa della Liberazione: la filastrocca del 25 aprile di Mimmo Mòllica 25/04/2024 - La «Filastrocca del 25 aprile» di Mimmo Mòllica ricorda la liberazione dell'Italia dalla dittatura fascista e dall'occupazione nazista. Una data importante per adulti e bambini, da non dimenticare per dire 'no' ai totalitarismi e a tutte le guerre. Sempre e in  ogni luogo, «meglio fiori che armi». «Filastrocca del 25 aprile» di Mimmo Mòllica

TINDARI FESTIVAL: “DI MAFIA SI MUORE SEMPRE TRE VOLTE”, PRIMO DI CINQUE APPUNTAMENTI

Con uno spettacolo di grande suggestione ed una tematica di forte impatto emotivo prende il via la rassegna “I suoni del chiostro. Polifonia mediterranea”, uno spaccato del Tindari Festival che punta, come ormai già avvenuto nel recente passato, a valorizzare tutte le aree caratteristiche del territorio di Patti. Cinque eventi che spazieranno dalla prosa alla musica, passando per la danza, alternando varie forme d’arte e messaggi tipici del mediterraneo

Tindari (Me), 31/07/2014 - Magico scenario della rassegna sarà il Chiostro dell’ex convento di San Francesco nel centro storico, già inaugurato lo scorso anno con il concerto di Luca Pincini. Il primo dei cinque appuntamenti è in programma sabato 2 agosto alle ore 21,30. In scena “Di mafia si muore sempre tre volte” di Marina Romeo, per la regia di Walter Manfrè con gli attori siciliani Antonella Nieri e Alberto Lo Porto.

Disperazione e coraggio delle donne che hanno fatto la storia della lotta alla mafia o che sono rimaste ai margini delle cronache, pur avendo pagato prezzi altissimi per il loro coraggio sono il filo conduttore dell’opera teatrale di Marina Romeo. L’opera non ruota solo attorno a donne ammazzate dalla mafia per essere state involontarie testimoni, come nel caso della giovane Graziella Campagna o di Rita Adria che si tolse la vita. Le donne rivissute nel testo di Marina Romeo sono madri coraggio o figlie e mogli di uomini scomodi a chi della sopraffazione fa uno stile di vita.

Le artefici del dramma sono Serafina Battaglia, prima donna-coraggio dei tempi moderni a sfidare cosa nostra, la sua antesignana, Giuseppa Di Sano, eroina pressoché sconosciuta che alla fine dell’ottocento sbaragliò con la sua testimonianza un clan responsabile dell’uccisione della figlia, Felicia Bortolotta, madre di Peppino Impastato, Francesca Serio, madre del sindacalista Salvatore Carnevale, Graziella Campagna, la giovane di Saponara uccisa nel 1985, e Rita Atria, vittima indiretta della mafia, testimone di giustizia morta suicida nel 1992 dopo l’attentato a Borsellino.

Il titolo dell’opera sottintende ad una prassi agghiacciante, riscontrata in tanti delitti che hanno lambito o interessato direttamente le protagoniste. La prima uccisione é quella “fisica”, la seconda avviene con il discredito che cala ad arte sulla vittime, per depistare le indagini, la terza avviene quando le istituzioni non riescono o non vogliono giungere ad una verità, lasciando impuniti i responsabili. Le protagoniste raccontano in prima persona le loro vicende, fornendo una illuminante chiave di lettura psicologica delle loro azioni.

Nel testo viene approfondito il ruolo delle donne nella storia della mafia. Tratteggiate con efficacia anche le figure di eroine dell'antimafia che ancora lottano per affermare la legalità. Alla rappresentazione teatrale saranno presenti il fratello di Graziella Campagna, Piero, e l’avvocato Fabio Repici, legale della famiglia Campagna.


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