“Lei metterà le mie foto su Facebook?”. “Allora non mi faccio fotografare!”. Il piccolo Federico, ‘carabiniere’ in alta uniforme, sempre accanto alla madre, si assicura che le sue foto non vengano diffuse sui social network. Federico preferisce godersi in ‘incognito’la sua infanzia e la sua splendida uniforme. In America il 90% dei bambini sotto i due anni è ‘condiviso’ nel web
Gioiosa Marea (Me), 17/08/2014 – “Signore, ma lei le mie foto le metterebbe su Facebook?”. “Allora no, non mi faccio fotografare!”.
Così risponde il piccolo Federico, ‘carabiniere’ in alta uniforme, spettatore attento, presente all’esibizione della Fanfara del 12° Btg. dei Carabinieri di Sicilia che si sono esibiti ieri sera a Gioiosa Marea, in occasione del bicentenario della fondazione dell'Arma e dei festeggiamenti di San Rocco.
Il piccolo Federico è munito di un paio di piatti da banda, perfettamente abbigliato come quei Carabinieri ‘veri’ che ieri sera hanno intrattenuto il pubblico di Gioiosa Marea con un concerto di elevato livello artistico, storico e musicale.
Federico è figlio di carabiniere ed è costantemente affiancato dalla madre che non lo perde mai di vista, ovviamente. La madre è la ‘creatrice di moda’ che ha confezionato l'alta uniforme di Federico, con perfetta arte sartoriale. Ogni particolare è stato perfettamente riprodotto in scala, per la statura del piccolo Federico, sguardo intelligente, vispo e consapevole.
Federico è un rappresentante di quell’istituzione che porta con sé spiccati valori civili, militari, etici e di legalità. Così Federico vuole assicurasi che le sue foto non vengano diffuse su uno di quei social network, inadatti alla diffusione di immagini di bambini. E la madre lo interroga: “A chi, Federico, va chiesto il permesso di poterti fotografare?”. “Alla mamma!”.
Quella ‘certa’ dose di esibizionismo e compiacimento che è alla base della facilità con cui spesso vengono messe online le foto dei propri figli, qua non è di casa. Federico è un bambino avvertito, bene informato. Sa che Facebook è pieno di foto di teneri bambini sorridenti, che dormono, ridono o fanno il bagnetto. Foto che vengono condivise, di profilo in profilo: dal parto al primo compleanno del figlio, sulla bacheca di un social molti genitori regalano immagini alla rete, luogo tanto più familiare quanto più siamo connessi con amici e conoscenti, che a loro volta sono connessi con amici e conoscenti. Che a loro volta…
Questo è ‘condividere’. Come se condividessimo il cibo con chi ne ha meno di noi o non ne ha per niente.
La rete non cancella, non conosce l’oblio, e domani potremo valutare meglio gli esiti di avere ‘condiviso’ la nostra privacy: foto, video, spostamenti e dati personali. Generazioni di bambini e ragazzi troveranno online tutta la loro vita: nudi sulla spiaggia, il primo bagnetto.
Perché lo abbiamo fatto? «Beh, lo facevano tutti».
Federico preferisce godersi in ‘incognito’la sua infanzia e la sua splendida uniforme confezionata dalla mamma, è consapevole dei rischi che si corrono in rete e, inoltre, prende in considerazione l'arbitrarietà del concetto di privacy sul web; sa che foto e dati immessi restano per sempre in rete; sa che in America il 90% dei bambini sotto i due anni è ‘condiviso’ nel web sin dai primi mesi di vita; sa che ogni fotografia ‘postata’ diventa di "proprietà" del social che la riceve.
‘Condividere’… Che strano verbo di questi tempi!
m. m.
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