Centri antiviolenza, Case rifugio: in Sicilia e nelle Isole l'88,6% hanno un ente promotore privato

L’Istat e il Dipartimento per le Pari Opportunità rendono disponibile, tramite uno specifico sistema  informativo, un quadro integrato e tempestivamente aggiornato di informazioni ufficiali sulla  violenza contro le donne in Italia 2 . L’obiettivo è fornire dati e indicatori statistici di qualità che  offrano una visione di insieme su questo fenomeno attraverso l’integrazione di dati provenienti da  varie fonti (Istat, DPO, Ministeri, Regioni, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Centri antiviolenza,  Case rifugio e altri servizi come il numero di pubblica utilità Anti Violenza e Stalking. 14/04/2025 -  Nel 2023 sono state 7.731 le persone accolte nelle strutture residenziali specializzate (Case rifugio) e non specializzate (Presidi residenziali assistenziali e socio-sanitari) per motivi legati alla violenza di genere.  Sono 3.574 le donne vittime di violenza, di cui 3.054 ospiti di Case rifugio e 520 di presidi residenziali.  Sono 4.157 i minori ospiti de...

RENZI: "NON E' L'EUROPA CHE DEVE DIRCI COSA FARE MA GLI STATI A INDICARE LE RICETTE"

Renzi: “Non prendo ordini dall’Europa”. Il premier a La Stampa: «Sono gli Stati a dover dire all’Ue come uscire dalla crisi». Attacca «le inadeguatezze delle classi dirigenti. Noi siamo cambiati, ora tocca a loro». Poi assicura: «Non sono nelle mani di Berlusconi, la mia è la maggioranza più solida»
Da La Stampa del 10 agosto 2014 a firma di Federico Geremicca. Matteo Renzi, presidente del Consiglio dei Ministri a San Rossore, dov’è in corso la Route nazionale degli scout: «L’umore è a mille, e non solo per la riforma varata a Palazzo Madama ma per l’intera cornice dell’azione di governo. Certo - aggiunge Renzi - se non avessimo fatto questa riforma subito, nei tempi annunciati, non l’avremmo fatta mai più. È la Madre di tutte le Battaglie: di questo sono sicuro».

«Per vent’anni hanno nascosto le loro responsabilità e le loro manchevolezze dietro quelle, ancor più gravi, della politica: ma ora la musica è cambiata, e sono prontissimo ad aprire un nuovo fronte polemico...».

Il crollo del Pil, dunque, l’Italia in recessione e l’allarme di Mario Draghi. Renzi ne parla, come sempre, senza fronzoli.
«La frase di Draghi è: se non fa le riforme, l’Italia non è attrattiva per investimenti esteri. Bene: questa è la linea anche mia e di Padoan. Siamo d’accordo, nessun problema. Ma se qualcuno vuole interpretarla e far intendere che l’Europa deve intervenire e dire all’Italia quel che deve fare, allora no, non ci siamo. Oggi non è l’Europa che deve dire a noi cosa fare. Il Pd ha vinto le elezioni, è il partito che ha preso più voti in Europa, io e il governo siamo usciti più forti dal test di maggio e non abbiamo bisogno di spinte da Bruxelles: minimamente. Sono gli Stati, anzi, a dover indicare alla Commissione via e ricette per venir fuori dalle secche».

Esclude il voto anticipato, ma mostra sicurezza: «Credo di esser l’ultimo ad aver paura del voto perché personalmente mi converrebbe, porterei tante persone a me vicine in Parlamento. Ma quella avviata non è una battaglia che devono vincere i renziani: la deve vincere il Paese».

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