Codice della Strada: una norma repressiva e ideologica, che complica la vita ai sindaci virtuosi

CODICE STRADA. ANNALISA CORRADO (SEGRETERIA NAZIONALE PD E MEP S&D): “ENNESIMO DISASTRO DEL GOVERNO, NORMA REPRESSIVA E IDEOLOGICA FATTA SULLA PELLE DELLE PERSONE”  Roma, 20 novembre 2024 - "L’approvazione del Codice della Strada non è che l’ennesimo disastro del Governo, che peggiora invece di migliorare la vita dei cittadini. Si tratta di una norma repressiva e ideologica, che complica la vita ai sindaci virtuosi che vogliono adottare pratiche innovative e che non fa assolutamente nulla per prevenire gli incidenti stradali, che ancora oggi registrano numeri terrificanti – oltre 3.000 morti e 200.000 feriti ogni anno”, dichiara Annalisa Corrado, Responsabile Conversione Ecologica nella Segreteria Nazionale del PD e MEP S&D, Commissione ENVI. La riforma, a lungo sbandierata dal Governo Meloni, ha ricevuto oggi l’approvazione in Senato. Tutte le principali associazioni italiane dei familiari delle vittime sulla strada, insieme con le associazioni ambientaliste e per la mobi

RENZI: "NON E' L'EUROPA CHE DEVE DIRCI COSA FARE MA GLI STATI A INDICARE LE RICETTE"

Renzi: “Non prendo ordini dall’Europa”. Il premier a La Stampa: «Sono gli Stati a dover dire all’Ue come uscire dalla crisi». Attacca «le inadeguatezze delle classi dirigenti. Noi siamo cambiati, ora tocca a loro». Poi assicura: «Non sono nelle mani di Berlusconi, la mia è la maggioranza più solida»
Da La Stampa del 10 agosto 2014 a firma di Federico Geremicca. Matteo Renzi, presidente del Consiglio dei Ministri a San Rossore, dov’è in corso la Route nazionale degli scout: «L’umore è a mille, e non solo per la riforma varata a Palazzo Madama ma per l’intera cornice dell’azione di governo. Certo - aggiunge Renzi - se non avessimo fatto questa riforma subito, nei tempi annunciati, non l’avremmo fatta mai più. È la Madre di tutte le Battaglie: di questo sono sicuro».

«Per vent’anni hanno nascosto le loro responsabilità e le loro manchevolezze dietro quelle, ancor più gravi, della politica: ma ora la musica è cambiata, e sono prontissimo ad aprire un nuovo fronte polemico...».

Il crollo del Pil, dunque, l’Italia in recessione e l’allarme di Mario Draghi. Renzi ne parla, come sempre, senza fronzoli.
«La frase di Draghi è: se non fa le riforme, l’Italia non è attrattiva per investimenti esteri. Bene: questa è la linea anche mia e di Padoan. Siamo d’accordo, nessun problema. Ma se qualcuno vuole interpretarla e far intendere che l’Europa deve intervenire e dire all’Italia quel che deve fare, allora no, non ci siamo. Oggi non è l’Europa che deve dire a noi cosa fare. Il Pd ha vinto le elezioni, è il partito che ha preso più voti in Europa, io e il governo siamo usciti più forti dal test di maggio e non abbiamo bisogno di spinte da Bruxelles: minimamente. Sono gli Stati, anzi, a dover indicare alla Commissione via e ricette per venir fuori dalle secche».

Esclude il voto anticipato, ma mostra sicurezza: «Credo di esser l’ultimo ad aver paura del voto perché personalmente mi converrebbe, porterei tante persone a me vicine in Parlamento. Ma quella avviata non è una battaglia che devono vincere i renziani: la deve vincere il Paese».

Commenti