Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

SICILIA DA COMMISSARIARE, ABOLIRE LO STATUTO SPECIALE, SCIOGLIERE IL GOVERNO CROCETTA

Abolire lo Statuto Speciale, sciogliere il parlamentino e il Governo Crocetta. Lettera aperta al Presidente della Repubblica, Al Presidente del Consiglio e Al Presidente di Senato e Camera
Ormai è un coro unanime di tutta la società civile siciliana e di tutte le istituzioni dell’isola, a cominciare dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando che a nome dell’ANCI Sicilia l’effetto “ di disintegrare il sistema politico e istituzionale siciliano “ causato dal blocco delle erogazioni finanziarie a Comuni e a Province. E’ davanti agli occhi di tutti – incalza il Presidente dell’Associazione dei comuni siciliani - la gravissima crisi democratica economica e finanziaria della istituzione regionale, che richiama ormai le responsabilità dei più alti livelli di Rappresentanza e garanzia istituzionale (dal Quirinale a Palazzo Chigi, da Montecitorio a Palazzo Madama sino al Commissario dello Stato). L’Ufficio di presidenza AnciSicilia ha deciso, quindi, di inviare ai predetti vertici istituzionali una nota di forte preoccupazione e richiesta di intervento nell’ambito delle rispettive competenze.

Per non parlare delle 32 società partecipate della Regione, tutte in perdita, e che danno lavoro a quasi 8 mila persone, compensi a sei zeri ai direttori generali e pagano affitti milionari. E sono ancora tutte lì, nonostante gli annunci del governatore. Sono tutte lì, qualcuna in liquidazione, qualcun'altra sorprendentemente “salva” e rimessa in moto, qualcun'altra ancora “aperta” nonostante non vi lavori nessuno. Nonostante ciò, continuano a “pagare” consulenti e direttori generali con stipendi in alcuni casi superiori ai 200 mila euro. E affitti, sparsi in tutta la Sicilia.
Ma lo spaventoso default finanziario della Sicilia investe come uno tsunami anche le scuole dopo l’azzeramento di tutti i capitoli di spesa del bilancio della Regione per l’assistenza scolastica.

Tutti i sindacati confederali isolani hanno chiesto le dimissioni di tutto l’apparato burocratico dopo la triste vicenda del blocco del Piano Giovani e del blocco di tutti i fondi del POR FSE e del POR FESR Sicilia. La CISL ha denunciato alla Procura della Repubblica di Palermo la dimissionaria dirigente della Formazione già inquisita dalla stessa Procura.

La lettura del bilancio preventivo 2014 della Regione Sicilia fa paura anche ad una consultazione superficiale per la desertificazione che registra in tutte le voci per servizi fondamentali resi alla martoriata isola, con la sola immunità della casta politica che si ritaglia intatta la sua fetta di prebende e di privilegi. Il solo bilancio che funziona è quello per pagare i deputati regionali e i burocrati dell’ARS che si divorano 160 milioni di euro.
Le spese preventivate della Regione ammontano a 22 miliardi e 290 milioni, sempreché il commissario dello Stato non continui con le sue sforbiciate a ridurle a pezzi per mancanza di copertura in entrata.

La parte del leone la fa la sanità che da sola si mangia con i trasferimenti del FONDO SANITARIO REGIONALE 8.miliardi e 374 milioni e cioè il 37% di tutta la spesa. Come è possibile dunque che la sanità in Sicilia versi allora in uno stato comatoso di degrado? Chi sono i responsabili di una vera e propria rapina dei fondi nazionali sulla pelle dei pazienti dell’isola?
Quant’è la spesa complessiva prevista per l’istruzione e la formazione in Sicilia?
Si tratta appena di 104 milioni e 530 mila euro da suddividere tra scuole, università e formazione. Senza contabilizzare i Fondi europei FSE e FSER che alimentano la formazione professionale ammontanti a 2 miliardi di euro per la programmazione POR FSE 2007-2013, di cui con un cofinanziamento regionale di 208 milioni di difficile recepimento.

Soltanto il 43% dei fondi POR FERSR sono stati impegnati e spesi, mentre il 57% dei fondi rischia di tornare indietro. Miliardi di euro persi perché i bandi FESR sono andati deserti, perché non si è raggiunto un obiettivo o molto semplicemente perché non si è consegnato in tempo un documento, una richiesta. Una vergogna tutta sicula che coinvolge burocrati e politici, incapaci entrambi. Un dato che risulta inaccettabile soprattutto quando si sente parlare di crisi.

La percentuale delle risorse dell’istruzione in bilancio rappresenta appena lo 0,5 % della torta dei 22 miliardi. Ripetiamo lo zero virgola cinque per l’istruzione a fronte del 37% della sanità!
Come si può pretendere poi che la scuola siciliani recuperi i dislivelli e la dispersione rispetto alle altre regioni con l’esiguità dei fondi assegnati segno della spaventosa disattenzione del governo della regione?

I 104 milioni e 530 mila a loro volta vengono suddivisi per il funzionamento delle scuole fondo destinato al funzionamento amministrativo e didattico delle scuole materne, elementari, medie, licei classici, scientifici, istituti magistrali, istituti tecnici, istituti professionali, istituti d'arte e licei artistici statali. 29.623; per la formazione del personale, sperimentazione ed altre attività didattiche 8.897; per interventi per i disabili 2.739; per assistenza scolastica 9.191.

All’ università e ricerca scientifica della Sicilia vengono erogate appena 18 miloni e120.
Per la formazione ed addestramento professionale 2.790; per interventi in favore di enti ed altri organismi 699; per interventi diversi 1 milione.

Per l’edilizia scolastica non c’è iscritto nulla , zero euro; per l’ edilizia universitaria 5 mioni.
Ora come è possibile far funzionare le 874 scuole siciliane con appena 29 milioni e 623? Si tratta mediamente di un importo 33.893 mila euro per il 2014. In media perché il riparto è evidentemente riportato alle dimensioni e all’ordine di scuola. Ma con 34 mila euro quali miracoli può fare un preside siciliano? Eppure le scuole sono aperte e funzionanti e guai se non lo fossero, perché i genitori aggredirebbero subito i dirigenti scolastici che sono tenuti a fare i miracoli e i genitori non vogliono più pagare quel contributo fissato dai consigli di istituto senza il quale le scuole chiuderanno effettivamente nel prossimo anno scolastico.

Il presidente Crocetta ha rilasciato alla vigilia dell’approvazione del bilancio questa scioccante ammissione di impotenza: “Domani sarò costretto a pubblicare una finanziaria che non mi appartiene, che ripudio, che canta il de profundis al posto di lavoro di migliaia di lavoratori, che uccide la diversabilità e impedisce ai non vedenti di studiare, che butta sul lastrico migliaia di famiglie e impone alla Sicilia una manovra depressiva senza precedenti, che potrà influire sulla tenuta sociale della Regione, che affossa le imprese e influirà negativamente sul rating nazionale e regionale.”
Non c’è bisogno di aggiungere nulla alla disarmante ammissione di impotenza e di sconfitta se non quella di prendere atto del fallimento dello Statuto Siciliano e della sua autonomia speciale conquistata nel 1946 dalla mafia e coperta in questi 60 anni da una casta burocratica e politica vorace, rapace e succube della mafia.

Basta solo riflettere con sconcerto sul costo dell’Assemblea Regionale, chiamato pomposamente parlamento siciliano, ammontante per il 2014 alla cifra astronomica di 160.887.563,40 euro (centosessantamiloni e ottocentoottantamila e rotti !!!), due volte più del Lazio e cinque volte più della Lombardia.

La casta politica di questi balordi e manigoldi siciliani si ritaglia una fetta di risorse, il 153 % di quelle che devolve per la scassata scuola siciliana, mentre il popolo siciliano muore di fame. I 90 consiglieri regionali che si fanno chiamare deputati, si mangiano da soli più di una volta e mezzo di risorse di quelle che vengono destinate alle 874 scuole della Sicilia!
Le scuole siciliane e più in generale tutti i Siciliani aspettano solo di essere liberati da questa ulteriore dannazione.

Salvatore Indelicato,
Vice Pres. ASASI Associazione Scuole Sicilia
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