Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

GIOIOSA MAREA: CATELLO FRAZIONE DIMENTICATA, DOVE MORIRE NON E’ COMPLICATO

Catello è la sola frazione del Comune di Gioiosa Marea a non avere una strada percorribile, che consenta agli abitanti e ai proprietari di raggiungerla. Una frazione ridente e prosperosa in uno stato pietoso di abbandono: impossibile raggiungere le abitazioni, i terreni coltivabili, determinando pericoli nella stagione degli incendi, impossibile sarebbe salvare vite umane. Catello è divenuta una discarica a cielo aperto: almeno 2 i sequestri operati da Carabinieri e Guardia Forestale negli ultimi anni, per le enormi quantità di amianto e rifiuti speciali là scaricate nei canaloni naturali di scolo delle acque piovane. Come se facesse parte di una realtà a sé stante, una contrada reietta e immeritevole di qualunque attenzione

Gioiosa Marea (Me), 28 ottobre 2014 – Acquasanta, Balsima, Calavà, Casale, Cicà, Cirene, Fico, Fontane, Francari, Galbato, Landro, Lauro, Maddalena, Magaro, Malagotta, Mangano, Marotta, Palombaro, Puleci, Rocca, Russa, Saliceto, San Filippo, San Filippo Armo, San Leonardo, San Francesco, San Giorgio, Santa Lucia, Santa Margherita, Santo Stefano sono considerate le frazioni facenti parte del territorio comunale di Gioiosa Marea.
Ne esiste(rebbe) un’altra, Catello, ma questa, oltre a non essere citata nemmeno su Wikipedia (pagina http://it.wikipedia.org/wiki/Gioiosa_Marea), è la sola frazione del Comune di Gioiosa Marea a non avere una strada percorribile, che consenta agli abitanti e ai proprietari dei numerosi fondi coltivati e coltivabili di raggiungerli normalmente, con le automobili e coi mezzi di lavoro.

Catello, frazione ridente, prosperosa ma dimenticata, versa così in uno stato pietoso di abbandono: impossibile raggiungere le abitazioni e i terreni coltivabili, se non con mezzi idonei alle strade sterrate e pericolosamente scoscese, piene di profonde buche e fenditure, segnata da preoccupanti fratture del terreno e cosparsa di massi che ne rendono praticamente impossibile l’attraversamento.
Qua provvedere ai lavori dei campi è divenuto impossibile, determinando l’abbandono dei fondi e pericoli nella stagione degli incendi: è praticamente impossibile provvedere al disboscamento come alla normale cura delle terre. Impossibile sarebbe salvare vite umane nel caso di un pronto soccorso, essendo – tuttavia – la frazione regolarmente abitata e praticata da cacciatori, proprietari dei terreni e braccianti, che vi si recano a piedi o con mezzi fuoristrada.

Catello di Gioiosa Marea (?). In questa frazione, divenuta ormai una discarica a cielo aperto, è gioco facile per i criminali che da qualche tempo vanno a riversare lastre di amianto e rifiuti speciali d'ogni genere nei canaloni naturali di scolo delle acque piovane: almeno due sono stati i sequestri operati da Carabinieri e Guardia Forestale negli ultimi due anni, per le enormi quantità di amianto e rifiuti speciali là scaricate.
Gli ultimi lavori di sistemazione del fondo stradale, nella frazione Catello di Gioiosa Marea, vennero disposti dall’allora assessore alle strade interne geom. Giuseppe Calabrese. Pur rimanendo in terra battuta, il fondo stradale fu allargato come non mai e reso compatto e ben percorribile.

La strada che porterebbe a Catello – tuttavia – rimane una strada dimenticata, mai asfaltata e mai curata, come se facesse parte di una realtà a sé stante, come una contrada reietta e immeritevole di qualunque attenzione. Dimenticata dagli uomini ma non da Dio, che qua ha destinato un territorio bellissimo, panoramico e rigoglioso. Sulla ‘cattiva strada’.

Perché?

D.M.C.

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