Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

OSPEDALE PIEMONTE MESSINA: “LA RIFORMA TARGATA CROCETTA BORSELLINO LASCIA MESSINA CON BEN 50 POSTI LETTO IN MENO NEL “SILENZIO TOTALE”

Messina, 07/11/2014 - Rifondazione comunista da sempre difende il sistema sanitario pubblico e non ci saremmo mai aspettati che la riforma delle rete ospedaliera targata Crocetta Borsellino, oggi in commissione all'ARS, penalizzasse la sola provincia di Messina con ben 50 posti letto in meno nel “silenzio totale” e con il solo motivo ricorrente (non sappiamo quanto sincero) “l'ospedale piemonte non deve chiudere”, prospettando così tante soluzioni diverse (presidio di comunità, accorpamento all'asp, accorpamento al neurolesi, ecc.) da restare attoniti.

Bisogna però chiedersi perché il presidio Piemonte non deve chiudere:
1. forse perché si sono spesi così tanti soldi dei contribuenti italiani per la ristrutturazione, da ritenere un peccato non utilizzarlo?
2. Perché i lavori sono stati programmati per consentire un presidio con 121 posti letto, quindi, se riduzione dei posti letto ci deve essere, non “dovrebbe” toccare l'azienda ospedaliera Papardo Piemonte e, soprattutto, perché dovrebbe toccare solo la provincia di Messina? Per favorire i privati?

3. La normativa, di cui in tanti sono paladini, e tacciano gli altri di “demagogia”, stabilisce che non possono esistere punti nascita con meno di 500 parti, perché NON SICURI (http://www.repubblica.it/salute/2014/10/20/news/sanit_26_ospedali_italiani_sotto_soglia_sicurezza_per_parti-98558800/), bene allora a chiudere “dovrebbe” essere Quello del Papardo, giusta delibera aziendale ( http://webpapardo/dbase/bachecaaoorpp/extern_single_bando.php?id_b=241&from=1&page=1); ed è così dal 11 agosto 2014, senza nessuna difficoltà per mamme o neonati (anzi, forse la maggior presenza di personale non ha potuto che giovare all'organizzazione); paradossalmente al PO Papardo la concomitanza dell'ostetricia con il reparto di malattie infettive e l'utilizzo comune di ascensori e scale, non aveva fino all'arrivo del DG Vullo fatto indignare nessuno!

4. Forse perché alcuni parametri dei trattamenti effettuati nel Po Piemonte presi in considerazione dal piano nazionale esiti, vedi frattura del femore, sono migliori della media nazionale?
5. Oppure perché il pronto soccorso del PO Piemonte effettua più prestazioni del vicino policlinico (30.008 contro 22.200 accessi)? Se si controllasse la residenza dei pazienti si scoprirebbe che non sono certamente tutti del centro storico. Non solo, la commissione aziendale per valutare l'appropriatezza percorso IMA STEMI dal PS Piemonte all'emodinamica del PO Papardo non ha dimostrato che non è sicuro, ma che spesso non ci sono posti letto al Po Piemonte (http://webpapardo/dbase/bachecautenza/extern_single_bando.php?id_b=115&from=1&page=1).

tabella 1 accessi pronto soccorso- anno 2013:
A.O.SSN G. Martino - Messina 22 200

A.O. Presidio Ospedaliero Piemonte - Messina 30 008

A.O. Papardo - Messina 32 268

Ora, fermo restando che siamo d'accordo con il Direttore generale dell'azienda ospedaliera Papardo Piemonte sul fatto che:
• bisogna realizzare tutti gli ambulatori nel PO Piemonte (e non a 650 mt di distanza in salita, veramente difficoltosa per la popolazione anziana e malata quando il servizio navetta non è attivo);
• occorre fare chiarezza tra attività svolta in modalità istituzionale rispetto a quella libero professionale (a pagamento) e che si dovrebbero separare gli spazi dedicati a ciascuna modalità;
e considerando inoltre che:
• sappiamo perfettamente che non si perdono posti di lavoro, visto che dall'assessorato regionale si parla di assunzioni;
• non ci interessa che si riducano i direttori (eravamo prima contrari alla creazioni di reparti per assegnare posti di primariato);
• la chiusura di reparti al PO Piemonte non significa automaticamente che i pazienti vadano al PO Papardo, anzi sarebbe l'ultima struttura scelta dai pazienti, vista la collocazione, per prestazioni che possono trovare altrove;

CHIEDIAMO

1.di pensare all'interezza dell'azienda e alla considerazione che l'esistenza del PO Piemonte non può che essere di sostegno al PO Papardo per l'incremento di ricoveri e interventi; perché non vorremmo domani assistere al lento smantellamento anche del PO Papardo, visto che già oggi si vocifera del trasferimento all'AO Policlinico di cardiochirurgia e neurochirurgia;

2. di tenere in prioritaria considerazione il sacrosanto diritto alla salute dei cittadini, soprattutto anziani, poveri, migranti che si rivolgono al presidio centrale della città, individuato anche dalla protezione civile come centro di riferimento per le calamità.

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