Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

CAPO D’ORLANDO: CONFISCATI I BENI A FRANCESCO CANNIZZO, CONDANNATO PER 'MARE NOSTRUM'

Il primo sgombero lo scorso 3 dicembre, sequestrati i beni a Francesco Cannizzo, condannato nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum. Il secondo a carico di Concetto Bucceri, nell’ambito delle inchieste Gotha-Pozzo 2
05/12/2014 - Si sono concluse le operazioni di sgombero di due immobili sequestrati alla criminalità organizzata ed assegnati ai comuni di Capo d’Orlando e Letojanni. Il primo, per il cui sgombero si è proceduto lo scorso 3 dicembre, appartiene ai beni sequestrati a Francesco Cannizzo, condannato nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum. Il secondo rientra nella confisca a carico di Concetto Bucceri, personaggio noto nell’ambito delle conosciute inchieste Gotha-Pozzo 2.

L’atto finale di sgombero degli immobili, ad oggi occupati dai familiari dei due soggetti, è stato deciso in sede di riunione tecnica di coordinamento interforze presieduta dal Prefetto Trotta e finalmente eseguito con il concorso delle Forze di Polizia e delle Amministrazioni Comunali interessate nel corso di due mirati interventi pianificati dal Questore Cucchiara in un tavolo tecnico. Obiettivo principale quello di affidare ai Comuni d’appartenenza i due beni ritenuti provento di attività criminali affinchè possano essere utilizzati per fini di pubblica utilità.

Francesco Cannizzo, accusato di fare parte del clan dei tortoriciani, in carcere per essere stato condannato all'ergastolo nel processo 'Mare Nostrum', condannato a 16 anni ed 8 mesi per l'operazione antidroga 'Due Sicilie.' All'uomo, tuttavia, erano stati concessi i domiciliari per potersi sottoporre a cure riabilitative necessarie in conseguenza delle gravi ferite alle gambe riportate nell'agguato subìto nei primi anni '90. In seguito, pero', la polizia scoprì una serie di violazioni agli obblighi cui era stato sottoposto per usufruire dei domiciliari. Il Tribunale di sorveglianza di Messina aveva dapprima diffidato l'uomo e, poi revocato il beneficio, disponendo il ritorno in carcere.

Francesco Cannizzo, originario di Caronia (Me), detenuto per la condanna a 16 anni e 8 mesi, confermata in appello, nell’ambito dell’operazione “Le Due Sicilie”, è tra l'altro accusato di avere fatto parte del gruppo di fuoco che la notte tra il 28 e il 29 giugno 1990 uccise Calogero Franco, residente in contrada Piscittina di Capo d'Orlando.

Dopo le scarcerazioni del novembre 2007 di 12 appartenenti alle cosche barcellonesi e tortoriciane erano rimasti da processare 133 imputati in secondo grado nel cosiddetto processo “Mare Nostrum”. Dopo il 27 gennaio 1998 erano 271 i rinviati a giudizio dal Gup di Messina. Il processo andò avanti per otto anni ancora per concludersi, in primo grado, il 26 luglio 2006. Quel giorno la Corte d’Assise di Messina, nell’aula-bunker del carcere di Gazzi, affibbiò ben 28 ergastoli agli affiliati alle cosche mafiose dell’hinterland dei Nebrodi e tirrenico, dedite particolarmente alle estorsioni.

Sulle loro spalle pesavano 40 omicidi e 45 tentati omicidi, a fronte dei gravi attentati messi a segno. Francesco Cannizzo era stato condannato all'ergastolo.

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