Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

VALLE DEL MELA, PADRE TRIFIRÒ: “IN CHE MANI SIAMO NOI POVERI CITTADINI!”

San Filippo del Mela (ME), 2 Dicembre 2014 – In data 08/11/2014 era pronta una lettera indirizzata All’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale; al Comitato tecnico Regionale Sicilia, all’Agenzia Regionale Protezione Ambiente Sicilia, e p.c. al Ministro dell’Ambiente e del Territorio e del Mare; al Ministro degli Interni; al Presidente della Regione Siciliana e all’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente con il seguente oggetto: Richiesta di ispezione Straordinaria, preventiva e urgente presso la Centrale Termoelettrica Edipower di San Filippo del Mela.
Sollecitato ulteriormente da alcuni cittadini, allarmati per dei fumi che uscivano da un impianto della centrale termoelettrica di Archi, ho creduto opportuno fermare momentaneamente l’invio della suddetta lettera in attesa di notizie in merito.

Mi sono affrettato di informare il consigliere comunale di San Filippo del Mela Bartolone Felice, invitandolo a prendere in considerazione tale problematica e caso mai, di chiedere spiegazione ai responsabili della centrale e portare a conoscenza dei fatti il Comune di San Filippo del Mela.

Felice, in data 20/11/2014, mi ha comunicato di aver già notato il 19/11/2014, personalmente, la presenza di quei fumi sospetti e di avere svolto il suo compito e che aspettava risposte, che fino ad oggi sono arrivate all’interessato solo telefonicamente dai Dirigenti della centrale, senza nulla di scritto. Mi ha comunicato, inoltre, di non aver ricevuto alcuna comunicazione da parte dei destinatari della lettera da lui inviata, il 19/11/2014, al Comune di San Filippo del Mela.
Questo antefatto per far capire come siamo tutelati dalla varie Istituzioni!
Lettera aperta

Carissimi, sono passati due mesi dal famoso incendio della Raffineria di Milazzo e come è costume dei nostri Governati e dei nostri Politici, passata la tempesta, tutto torna alla normalità e questo lo dico non soltanto per l’incendio della Raffineria, ma per tutti i disastri e alluvioni che sono diventati ormai il pane quotidiano della nostra Italia.

In una prima fase, quella immediatamente dopo il disastro, tutti i Governanti e Politici nazionali e regionali si attivano a fare la loro comparsa con dichiarazioni e promesse di interventi immediati, scaricando ognuno la responsabilità sugli altri. In una seconda fase si parla di meno e in maniera più pacata senza fare riferimento a interventi concreti. In una terza e ultima fase cade il silenzio assoluto.

Carissimi Ministri dell’Interno, della Salute e dell’Ambiente, carissimi Politici Nazionali e Regionali, a che punto siamo?


Sono passati due mesi e il nostro Territorio è come prima tale e quale: la Raffineria continua nel suo ritmo indisturbata, la Centrale termoelettrica di Archi insiste sul CSS, mentre l’aria è sempre irrespirabile, gli odori molesti continuano a provocare nausea e malessere, la popolazione è sempre più preoccupata e vive con l’incubo di un nuovo disastro.

Ancora una volta mi rivolgo a voi tutti che avete il potere legislativo, politico, amministrativo ed economico e vi esorto a cambiare politica prima che sia troppo tardi. La dottrina sociale della Chiesa, specialmente nella “Sollecitudo rei socialis” del 1987 e della “Centesimus annus” del 1991 di Giovanni Paolo II, ci invita a riflettere su questi tre principi:

- Il bene supremo non è la produzione o l’economia, ma la dignità della persona umana.
- La Chiesa si impegna con ogni energia a difendere i diritti umani contro ogni forma di razzismo, di violenza e di sfruttamento.
- La difesa del Creato è una delle più grandi preoccupazioni del mondo di oggi.

A questo terzo punto fa eco il papa Benedetto XVI quando dice. “Uno dei campi, nei quali appare urgente operare, è senz’altro quello della salvaguardia del creato” e papa Francesco, che sta preparando una nuova enciclica sull’Ambiente, ha detto tra l’altro:
“... che il creato non perdona”.

Carissimi, penso che molte leggi dello Stato, le quali ci hanno portato al disastro ecologico e alla fame, siano sbagliate perché vanno contro la Legge Naturale e vi esorto a cambiarle subito se volete salvare la vita, la salute, il lavoro e il creato.

Prima di tutto bisogna cambiare le leggi che regolano tutti gli inquinanti emessi dalle industrie e basate sulla media giornaliera, mensile o annuale. Non deve esistere nessuna media e il limite stabilito dalla legge, il minimo possibile, non deve essere mai superato perché il superamento anche di pochi minuti può recare un danno enorme alla salute e all’ambiente.

Bisogna cambiare anche la legge che regola la produzione e il trasporto dell’energia elettrica e far si che non sia tutto concentrato su un piccolo territorio. Non si può accettare neppure la legge che dà un compenso in denaro ai Comuni dove passano gli elettrodotti. Questo denaro dovrebbe essere impiegato per fare degli impianti il meno inquinanti possibili.

Sinceramente non riesco a capire, come in alcuni posti i cavi elettrici possono essere interrati o passati in centri non abitati mentre qui da noi passano tutti e numerosi nei centri abitati e sulle campagne, causando molto danno alle persone e all’agricoltura. Certamente si tratta solo di questione economica e questo è imperdonabile!

Abbiamo fatto capire, in moltissimi modi, il danno prodotto e che continua a produrre Terna, ma senza alcun risultato. Nell’ultimo incontro a Palermo si era deciso di rivolgersi all’OMS, per uno studio serio e approfondito, sull’elettrodotto a doppia Terna di 380 Kv. Questo studio non è stato mai fatto mentre l’elettrodotto è quasi terminato, pronto a entrare in funzione.

Carissimi, prima di terminare, sento il dovere di ringraziare tutti i Sindaci e Amministratori del Comprensorio che hanno preso a cuore il problema della salute dei cittadini e il risanamento ambientale e li invito a non demordere, ma a continuare a lottare accanto ai cittadini e di organizzarsi per creare un fronte comune sul Territorio.

Inoltre voglio ricordare che da più di 50 anni si sta facendo di tutto per distruggere non solo il nostro Territorio, ma tutto il Pianeta Terra. Stiamo toccando con mano, dove ci ha condotto questa politica affaristica che sta procurando disoccupazione, fame e miseria. Sono convinto che siamo giunti a questo punto perchè le leggi sono fatte per avvantaggiare i potenti, gli industriali e il potere politico ed economico.

In quasi 40 anni di lotta contro questi signori dell’inquinamento, della morte e del disastro economico, ho ricevuto e ricevo sempre la stessa risposta. “Noi lavoriamo in conformità alla legge e per il bene dei cittadini”.

Carissimi Politici e Legislatori, siete stati poco attenti alle esigenze e ai suggerimenti del popolo, togliendogli tutti i diritti e lasciandogli solo i doveri. Vi supplico, cambiate!

Sac. Giuseppe Trifirò

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