Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

BEPPE GRILLO E LA FIABA DI CALVINO: "C'ERA UN PAESE DOVE TUTTI ERANO LADRI, INDOVINATE..."

01/01/2015 - Al messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ieri sera 31 dicembre 2014 alle ore 20.30, in diretta televisiva a reti unificate, si è 'sovrapposto' il leader del M%S Beppe Grillo, anche lui in diretta streaming alle ore 20.30, su http://bep.pe/DiscorsoFineAnno, in concomitanza con il saluto 'definitivo' del presidente Napolitano. "Siete tantissime "pecore nere", aveva preannunciato Grillo, sul suo blog. Grillo ha concluso il suo discorso di San Silvestro con una fiaba di Italo Calvino, scrittore e partigiano, intellettuale impegnato politicamente, uno dei narratori italiani più importanti del Secondo Novecento. Grillo ha tratto il suo finale in fiaba dal racconto “La pecora nera” di Italo
Calvino, pubblicato postumo nel 1993, nel volume “Prima che tu dica ‘Pronto’”

Ecco il finale in fiaba di Beppe Grillo:

"Voglio lasciarvi in modo sereno, però, voglio leggervi una piccola parabola, chiamiamola parabola, ma è una fiaba di Calvino(*), scritta qualche decennio fa. Io credo che questa sia proprio l’illustrazione proprio di come non è cambiato niente, da 20/25 anni fa quando l’ha scritta Calvino a oggi. E' veramente straordinaria. Provo a leggerla anche se non sono un fine dicitore per l’amor di Dio:

“C’era un paese dove erano tutti ladri – provate a indovinare che Paese è… - La notte ogni abitante usciva con i grimaldelli e la lanterna cieca e andava a scassinare la casa di un vicino, rincasava all’alba carico e trovava la casa svaligiata – fantastico! – E così tutti vivevano in concordia e senza danno poiché l’uno rubava all’altro e questo a un altro ancora e così via, finché non si rubava a un ultimo che rubava al primo. Il commercio di quel Paese si praticava solo sotto forma di imbroglio da parte di chi vendeva e da parte di chi comprava! Il governo era un’associazione a delinquere ai danni dei sudditi – ci sono delle strane assonanze – e i sudditi dal canto loro badavano solo a frodare il governo. Così la vita proseguiva senza inciampi e non c’erano né ricchi e né poveri.

Ora non si sa come accadde nel paese si venisse a trovare un uomo... onesto. La notte invece di uscirsene con il sacco e la lanterna stava a casa a fumare e a leggere romanzi, venivano i ladri, vedevano la luce accesa e non salivano. Questo fatto durò per un poco. Poi bisognò fargli comprendere che se lui voleva vivere senza fare niente non era una buona ragione per non lasciar fare agli altri, ogni notte che lui passava in casa era una famiglia che non mangiava l’indomani. Di fronte a queste ragioni l’uomo onesto non poteva opporsi, prese anche lui a uscire la sera per tornare all’alba, ma a rubare non ci andava. Onesto era e non c’era nulla da fare, andava fino al ponte e stava a vedere passare l’acqua sotto, tornava a casa e la trovava svaligiata, in meno di una settimana l’uomo onesto si trovò senza un soldo, senza di che mangiare, con la casa vuota, ma fin qui poco male perché era colpa sua.

Il guaio era che da questo suo modo di fare ne nasceva tutto un cambiamento, perché lui si faceva rubare tutto e intanto non rubava a nessuno, così c’era sempre qualcuno che rincasando all’alba trovava la casa intatta. La casa che avrebbe dovuto svaligiare lui era intatta, fatto sta che dopo un po’ quelli che non venivano derubati si trovarono a essere più ricchi degli altri e a non voler più rubare e d’altronde quelli che venivano per rubare in casa dell’uomo onesto la trovarono sempre vuota, così diventavano poveri. Intanto quelli diventati ricchi, presero l’abitudine anche loro di andare la notte sul ponte a vedere l’acqua che passava sotto, questo aumentò lo scompiglio perché ci furono molti altri che diventarono ricchi e molti altri che diventarono poveri. Ora i ricchi videro che andare la notte sul ponte dopo un po’ sarebbero diventati poveri pensarono: paghiamo dei poveri che vadano a rubare per conto nostro. Si fecero i contratti, furono stabiliti i salari, le percentuali e naturalmente sempre ladri erano e cercavano di ingannarsi gli uni con gli altri, ma come succede i ricchi diventavano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.

C’erano dei ricchi così ricchi da non avere più bisogno di rubare per continuare a essere ricchi però se smettevano di rubare diventavano poveri perché i poveri li derubavano, allora pagarono più poveri dei poveri per diventare la roba dagli altri poveri e così istituirono la polizia e costruirono le carceri. In tal modo pochi anni dopo l’avvenimento dell’uomo onesto non si parlava più di rubare o di essere derubati, ma si parlava solo di ricchi e poveri, eppure erano sempre tutti ladri, di onesti c’è stato solo quel tale che era morto subito e di fame”.

Con questa novella di Calvino vi auguro veramente delle buone cose!
Noi adesso ci faremo seppellire in questo ufficietto meraviglioso, io e l’ombra di Casaleggio.
Buon anno a tutti!"

Beppe Grillo

Commenti