Capizzi, studente modello di 16 anni ucciso in piazza da un ventenne armato di pistola

Uno studente di 16 anni,  Giuseppe Di Dio, è stato ucciso sabato 1° novembre a Capizzi, piccolo comune dei Nebrodi in provincia di Messina, mentre un suo amico è rimasto ferito nella sparatoria. Fermate tre persone.  Giuseppe Di Dio frequentava la terza classe  dell'istituto alberghiero di Troina (Enna) e sarebbe stato attinto per errore dai colpi mortali esplosi da  Giacomo Frasconà Filaro , il 20.enne presunto assassino . 3 nov 2025 - Giuseppe Di Dio, 16 anni, e i suoi amici si trovavano  davanti a un bar di via Roma, a Capizzi, quando da un'automobile sarebbero scese tre persone, una delle quali avrebbe esploso i colpi di arma da fuoco che hanno attinto mortalmente il sedicenne, ferendo un altro giovane di 22 anni.  Si tratta di  Antonio Frasconà Filaro , 48 anni, e dei figli Mario, 18 anni, e Giacomo, 20 anni. Quest'ultimo, armato di pistola avrebbe fatto fuoco sulle persone presenti all'esterno del  bar di via Roma, a Capizzi, uccidendo ...

“OPERAZIONE OASI” A BARCELLONA P.G.: 7 MISURE CAUTELARI PER LE VIOLENZE ALLA FESTA PATRONALE

Nella prima mattinata di oggi, i Carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del locale Tribunale, Dott. Danilo Maffa, nei confronti di 7 soggetti che si sono resi responsabili di gravi disordini in occasione della festa patronale di San Sebastiano dell’anno scorso, avvenuti tra il 19 e il 20 gennaio
Barcellona Pozzo di Gotto, 13/01/2015 - L’indagine, convenzionalmente denominata “Oasi”, è stata condotta dalla Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto nella persona del Sostituto Procuratore Dott. Fabio Sozio e ha permesso di ricostruire le condotte dei 7 soggetti destinatari delle misure, tutti ritenuti responsabili del reato di violenza privata in concorso, aggravata poiché realizzata con la forza intimidatrice di 10 o più persone riunite.

I fatti sono ben noti a tutta la popolazione barcellonese poiché destarono molto scalpore e impedirono, di fatto, il sereno svolgimento dei festeggiamenti in onore del patrono S. Sebastiano. Nei giorni antecedenti alla festa del 2014, infatti, i venditori ambulanti che consuetudinariamente espongono e vendono la propria merce durante l’arco delle serate, hanno posto in essere una colorita protesta contro la scelta dell’amministrazione comunale di modificare la tradizionale ubicazione delle “bancarelle” nel centro cittadino, vietando gli spazi di via Roma e di piazza Duomo e assegnando le postazioni in strade limitrofe. 

Questa decisione ha creato forte malcontento tra gli ambulanti che si sono rifiutati di allestire le tipiche “bancarelle” e hanno attuato un sit-in di protesta dinanzi al palazzo comunale e in piazza Duomo, dove avevano anche approntato una raccolta firme, aperta a chiunque avesse voluto esprimere solidarietà o condividere il malcontento contro la decisione dell’Amministrazione Comunale. Molteplici sono stati i tentativi di mediazione tra l’amministrazione comunale e gli ambulanti in protesta, con interessamento anche delle Autorità Provinciali: il Prefetto di Messina Dott. Trotta e l’Arcivescovo La Piana, senza ottenere tuttavia una condivisione delle scelte da adottare.
Gli animi degli ambulanti erano quindi molto agitati già dai giorni precedenti. Infatti, domenica 19 gennaio, intorno alle 18.30, mentre nel centro della città di Barcellona P.G. erano in corso i festeggiamenti, un gruppo cospicuo di venditori ambulanti, si dirigeva minacciosamente verso il parco chiamato “Oasi”, dove si stava svolgendo una fiera di antiquariato ed artigianato locale che vedeva coinvolti diversi espositori.
I contestatori, circa 40, effettuavano una vera e propria irruzione tra gli espositori dell’artigianato pretendendo dai commercianti presenti un gesto di solidarietà alle loro proteste: che spegnessero le illuminazioni degli stand e andassero via, boicottando di fatto la festa patronale che era già in corso, secondo la logica (così come riportata dai testimoni): “se noi ambulanti non montiamo le nostre bancarelle, nemmeno voi espositori dovete”.

Gli ambulanti in protesta, forti del cospicuo numero, con atteggiamento prevaricatorio e intimidatorio, hanno imposto lo spegnimento dell’illuminazione e, dopo che alcuni venditori si sono azzardati a riallacciare la corrente elettrica a gruppi elettrogeni propri, hanno fisicamente strappato i cavi di illuminazione minacciando di “far saltare tutto per l’aria”. Tra i venditori si è presto diffusa la paura per la propria incolumità, tanto da indurre la gran parte di loro a smontare gli espositori e ad andar via, rinunciando anche il giorno successivo a effettuare la vendita dei loro prodotti. 

Immediatamente sono state avviate le indagini da parte dei Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Barcellona P.G., sotto la direzione del Pubblico Ministero della locale Procura della Repubblica, Sost. Proc. Dott. Fabio Sozio. Gli investigatori, dopo un’attenta analisi dei fatti ed una capillare azione investigativa, sono riusciti a raccogliere tutti gli elementi necessari alla ricostruzione dell’accaduto,all’individuazione dei promotori e dei partecipi più attivi all’azione criminosa. L’attività d’indagine si è sviluppata partendo prioritariamente dall’escussione di tutti i soggetti che avevano assistito alla violenta irruzione degli ambulanti all’interno del parco “Oasi”. Circa 90 le persone ascoltate, certosino il lavoro di ricostruzione della dinamica per confrontare le diverse versioni dei fatti e individuare i vari ruoli delle persone coinvolte. Da quanto riferito dai testimoni, il gruppo degli ambulanti in protesta avrebbe fatto irruzione nel parco con modalità estremamente aggressive, addirittura dividendosi in più aliquote per chiudere tutte le vie di fuga. Analogamente avrebbero aggredito i commercianti prima con intimidazioni poi con violenza strappando materialmente l’alimentazione elettrica, generando in loro il fondato timore per l’incolumità fisica. I toni delle minacce erano talmente accesi da sembrare “una rissa” agli occhi dei commercianti soggiogati. 

L’individuazione dei responsabili, ciascuno per le condotte autonomamente considerate, è avvenuta grazie alle numerose individuazioni fotografiche effettuate dai vari soggetti coinvolti della bagarre creatasi nel parchetto cittadino. 
Considerata la gravità dei fatti commessi, la pericolosità dei soggetti, la loro inclinazione a delinquere con precedenti specifici in materia e soprattutto il pericolo di reiterazione del reato, la Procura della Repubblica ha avanzato richiesta di misura cautelare pienamente accordata dal G.I.P. del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto.

La scrupolosa azione investigativa fornisce una risposta qualificata ad un grave fatto reato che, oltre a ledere le varie vittime, ha anche compromesso il regolare svolgimento della festa patronale di Barcellona Pozzo di Gotto, mortificando il desiderio dei tanti cittadini, comunque riversatisi per le strade, di poter commemorare secondo tradizione San Sebastiano.
I soggetti colpiti dai provvedimenti, tutti di Barcellona Pozzo di Gotto, sono:

- MAGGIO Orazio, classe ’72 e MAGGIO Filippo, classe ’45, ristretti agli arresti domiciliari;
- MAGGIO Domenico classe ‘74, MAGGIO Giuseppe Mariano classe ’80 e CRINO’ Giovanni classe ’74, per i quali è stato disposto il divieto di dimora nel Comune di Barcellona Pozzo di Gotto;
- MAGGIO Salvatore classe ’60 e TRIOLO Franco Tindaro classe ’63, per i quali è stato disposto l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.

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