
Messina, 23 gennaio 2015 - In data 21 gennaio 2015 uomini del Corpo Forestale Regione Siciliana del Distaccamento Forestale di Caronia venivano predisposti per un servizio di vigilanza e controllo finalizzato alla repressione di eventuali illeciti di natura venatoria e/o ambientali all’interno del comprensorio del Parco Regionale dei Nebrodi, congiuntamente al Personale del Corpo di Vigilanza dell'Ente Parco dei Nebrodi sede di Caronia, e con la fattiva collaborazione delle pattuglie dei Distacc. F.li di Mistretta e S. Fratello, il tutto coordinato dal Commissario Superiore Forestale SCAFFIFI Fonti Salvatore con la supervisione dell'Ispettorato Ripartimentale
delle Foreste di Messina.
Dalle perlustrazioni poste in essere in territorio di Comune di Caronia, località “Sorba”, zona “B” del
Parco dei Nebrodi venivano sorprese e bloccate due persone, intente all'esercizio venatorio ed identificate
nei Sigg. C. B. anni 66 e C. F. anni 62 entrambi residenti a Como, mentre una terza V. A. anni 41 residente
a San Fratello si rendeva irreperibile e solo nel pomeriggio veniva accertata e confermata la presenza sui
luogo ove è stato perpetrato il reato.
Dalla verifica dei documenti in possesso i sigg. C. B. e C. F., è risultato che gli stessi, muniti di Licenze
di Porto di Fucile rilasciate dalla Questura di Como ed entrambi residenti a Como, non erano stati autorizzati
ad esercitare la caccia in Ambito Territoriale di Caccia della Regione Sicilia, in violazione alla L.R. 33/1997
art. 22 c. 5 lett. a) - d).
Si ritiene inoltre che l’azione posta in essere dai soggetti che si sono resi parte attrice, in concorso di
persona, dell’illecito in menzione, ha violato i principi generali dettati dall’art. 1 L. n. 394 del 06/12/2001 e
s.m.i., il cui comportamento e motivo di deterioramento di un patrimonio naturale di “rilevante valore
naturalistico e ambientale”, mettendo a rischio la conservazione di specie animali sottoposti ad uno speciale
regime di tutela e di gestione.
Considerato che tale attività è perpetrata in area protetta, si contestava l’illecito di natura penale
"introduzione, da parte di privati, di armi, esplosivi e qualsiasi mezzo distruttivo di cattura in area del Parco
dei Nebrodi - Esercizio della caccia in area del Parco dei Nebrodi".
Per i fatti sopra esposti, si ritiene che i rubricati, in concorso tra loro, abbiano esercitato l’esercizio
venatorio all’interno dell’area protetta Parco dei Nebrodi la cui prova è data dalle azioni poste in essere, dai
n. 2 fucili, dalle munizioni e dalla custodia in tela per fucile sottoposte a sequestro.
Si ritiene inoltre che il V. A. si sia reso inoltre responsabile dell’illecito p.p. dall’art. 650 C.P.
(Inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità) per non aver osservato l’intimazione dell’alt da parte del
Personale in pattuglia di Vigilanza.
I soggetti responsabili venivano deferiti e segnalati all’ A.G. della Procura della Repubblica presso il
Tribunale di Patti.
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