Banche: 1 milione di siciliani a forte rischio di esclusione sociale per la chiusura di sportelli

Banche in continuo abbandono.  In Sicilia 374mila persone non hanno accesso ai servizi bancari e altre 548mila hanno a disposizione un solo sportello. 1 milione di siciliani sono a forte rischio di esclusione sociale. Il risiko bancario potrebbe far aumentare la chiusura di sportelli. “La desertificazione bancaria è un’emergenza che impoverisce le comunità. Come Cisl e First Cisl Sicilia continueremo a battere sull’istituzione di un Osservatorio regionale sull’attività bancaria” 5 nov 2025 -   Le banche continuano a chiudere. Da gennaio a fine settembre 2025 altri 268 sportelli hanno cessato la loro attività. Sono adesso 3.419 i comuni italiani a secco di servizi finanziari e con il risiko bancario in corso il dato è destinato a peggiorare.   La Sicilia non si sottrae alla revisione commerciale del sistema bancario. Pure da noi spira forte il vento della desertificazione. 1 milione di cittadini è a forte rischio esclusione sociale. Il 20 per cento della popolazione reside...

SICILIA NAZIONE: L’APPELLO DI ARMAO AI SICILIANI LIBERI, SU MEZZOGIORNO E RIFORMA COSTITUZIONALE

L’appello ai siciliani liberi presentato questa mattina alla conferenza stampa di Sicilia Nazione nonché la riflessione del Prof. Avv. Gaetano Armao sul Mezzogiorno e riforma costituzionale

16/01/2015 - Il crescente divario tra il Nord ed il Sud del Paese ha generato disparità che non più superabili con strumenti di natura congiunturale, mentre l'enorme massa raggiunta dal debito pubblico impedirà per lungo tempo qualsiasi
ipotesi di riequilibrio. Per eliminare tale divario, e rendere così competitivo il
Paese, sarebbero necessari: una straordinaria convinzione, assente nell'arena
politica, ed un imponente investimento di capitali che appare tuttavia
irrealistico per l'irrigidimento dei vincoli di finanza pubblica europei.
Tuttavia, nella riaperta stagione delle riforme costituzionali l'irrisolta (ma non
irrisolvibile) questione meridionale e la specialità regionale rischiano di
restare ai margini del dibattito. Appare invece urgente non solo estendere il
perimetro dei temi delle riforme, ma far divenire il Mezzogiorno l'obiettivo di
una revisione, in un quadro federale, del Titolo V, seconda parte della
Costituzione, che restituisca alla sua valorizzazione quella preminenza che
aveva nell'originaria stesura dell'art. 119, terzo comma, della Carta
fondamentale, poi irragionevolmente cancellata dalla riforma del 2001.

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