Vittima di violenze: ok al distacco presso altra sede di lavoro

Vittima di violenze: ok al distacco presso altra sede di lavoro.  Una dipendente dell’Ufficio del processo presso il tribunale di Catania ha chiesto e ottenuto la proroga del distacco presso un’altra sede lavorativa, a tutela della sua incolumità. 8 mag 2024 - Dopo essere stata assunta a tempo determinato, la dipendente è stata vittima di violenze, regolarmente denunciate, che l’hanno costretta a chiedere il distacco dalla propria sede lavorativa perché non si sentiva più al sicuro. Il Tribunale di Catania le aveva però concesso il distacco fino a settembre 2024. Nel frattempo, la donna aveva denunciato altri reati contro la sua persona e il ritornare nella sede assegnatagli avrebbe messo a serio repentaglio la sua incolumità. Per tale ragione si è rivolta allo studio legale Leone-Fell & C. per ottenere la necessaria tutela. “Vista la gravità della situazione, abbiamo inoltrato un’istanza al ministero di Giustizia – spiegano i legali Francesco Leone, Simona Fell e Davide Marceca ch

“FRATTURE DI FEMORE E ALTRE FRATTURE DA FRAGILITA’ OSSEA. 10 + 1 CONSIGLI PER NON RICASCARCI”

Come deve comportarsi e quali accortezze deve seguire la paziente a seguito di un intervento di frattura di femore, conseguenza più temuta della fragilità ossea causata dall’osteoporosi severa? In un pratico booklet, da oggi scaricabile anche online, consigli pratici e indicazioni utili per trascorrere, serenamente e in sicurezza a casa propria, il periodo post-operatorio. Per tutte le donne siciliane, i Proff. Giuseppe Sessa e Michele D’Arienzo, sottolineano l’importanza di un corretto follow-up, che includa visite periodiche di controllo e l’aderenza alla terapia farmacologica

Palermo, 23 febbraio 2015 – In Italia, ogni anno si verificano nella popolazione anziana circa 100.000 fratture da fragilità del collo del femore, con netta prevalenza nelle donne (8 casi su 10). Un’incidenza già molto elevata ma che, per effetto dell’invecchiamento della popolazione, è destinata ad aumentare ulteriormente nei prossimi anni, dato che si stima che, nel 2040, gli over 65 anni raggiungeranno il 44,9% dell’intera popolazione mondiale[1]. Solo in Sicilia, si effettuano oltre 8.400 casi di ricovero per frattura di femore, con una netta prevalenza tra la popolazione femminile[2].

Proprio la frattura del collo del femore è la conseguenza delle cadute più frequente e più temuta dalle donne sopra i 65 anni poiché comporta importanti conseguenze per la paziente: dal ricovero per l’intervento chirurgico, a prolungati periodi di immobilità, fino a diventare spesso causa di invalidità con perdita del tutto, o in parte, dell’autonomia. L’intervento chirurgico è indispensabile per una rapida ripresa della funzionalità dell’arto fratturato, ma non può essere considerato il solo ed unico trattamento. Vera responsabile della frattura è infatti la fragilità ossea causata dall’osteoporosi severa che necessita di un percorso diagnostico/terapeutico/assistenziale (PDTA) per ridurre il rischio di nuove fratture e migliorare lo stato di salute e la qualità di vita della paziente.

Per accompagnare le pazienti fratturate di femore dal momento della dimissione dall’ospedale lungo tutto il periodo post-operatorio è nato l’opuscolo “Fratture di femore e altre fratture da fragilità ossea. 10 +1 consigli per non ricascarci”, prima e unica guida pratica italiana in quest’area terapeutica, firmata da 5 Società Scientifiche di riferimento nelle malattie metaboliche dell’osso, tra cui SIOT – Società Italiana di Ortopedia– di cui il Prof. Giuseppe Sessa, Direttore della II Clinica dell’Università degli Studi di Catania, è Vice Presidente.

«La frattura del collo del femore è una delle più frequenti fratture da fragilità ossea causata dall’osteoporosi severa – dichiara il Prof. Giuseppe Sessa –. Non sempre, infatti, l’evento traumatico è l’unico responsabile della frattura: spesso il femore si frattura perché l’osso è fragile e non regge ad urti anche minimi che, invece, in condizioni di normalità sarebbero stati sopportati senza problema. Le fratture da fragilità, ed in particolare quelle del femore, hanno un elevato impatto sociale. Entro un anno dall’evento fratturativo, il 40% non è in grado di camminare autonomamente e più del 60% presenta limitazioni anche nelle più semplici attività quotidiane quali mangiare, vestirsi e lavarsi. Inoltre una paziente con frattura di femore ha il 20% di rischio di andare incontro alla frattura del femore controlaterale. Come ortopedici, ovvero come primi specialisti di riferimento nella gestione dei paziente con frattura da fragilità, dobbiamo purtroppo rimarcare come ancora oggi, nel 70% dei casi la frattura del femore sia associata a pregresse fratture vertebrali spesso misconosciute che possono rappresentare un campanello d’allarme da non sottovalutare. Questa guida pratica redatta da SIOT insieme alle altre Società Scientifiche che dal 2011 promuovono la Campagna “Stop alle Fratture”, si propone di illustrare, con un linguaggio semplice e diretto, proprio questi concetti, sottolineando ai pazienti, ai loro familiari e al personale rivolto alla loro assistenza l’importanza di mettere in sicurezza l’ambiente domestico, di adottare stili di vita corretti e moderatamente attivi, di non trascurare le visite periodiche di controllo e, soprattutto, di assumere correttamente, secondo le indicazioni fornite dal medico, i farmaci prescritti per il trattamento dell’osteoporosi, in associazione ad una giusta quantità di vitamina D e di calcio».

Soltanto in Italia, l’osteoporosi è una patologia che oggi riguarda circa 5.000.000 di persone, di cui l’80% sono donne in post-menopausa. In pratica, considerando l’intera popolazione over 50 anni, 1 donna su 3 è affetta da osteoporosi. La fragilità ossea, conseguenza dell’osteoporosi severa, è invece responsabile di oltre 280.000 fratture, il 70% delle quali riguarda il femore[3].

«Il progressivo invecchiamento della popolazione – precisa a riguardo il Prof. Michele D’Arienzo, Professore Ordinario e Direttore della Clinica Ortopedica dell'Università di Palermo e Presidente della Società di Ortopedia e Traumatologia dell’Italia Meridionale ed Insulare (SOTIMI) – determina inevitabilmente un incremento delle patologie croniche correlate all’età come l’osteoporosi che, negli ultimi decenni, è diventata una vera e propria priorità sanitaria e sociale. Stando alle stime, riteniamo infatti che nei prossimi 40 anni, in assenza di interventi terapeutici mirati a tutta la popolazione a rischio, assisteremo al raddoppiarsi dell’incidenza delle fratture da fragilità ossea. L’approccio alla frattura di femore, come alle altre fratture da fragilità, non deve, quindi, essere rivolto esclusivamente al trattamento chirurgico, ma deve essere invece parte di un percorso diagnostico, terapeutico ed assistenziale che permetta di inquadrare la patologia di base, l’osteoporosi severa, trattandola efficacemente per prevenire ulteriori fratture. Per sensibilizzare la popolazione femminile, ma anche l’opinione pubblica in generale, sono fondamentali iniziative di comunicazione rivolte alle pazienti, proprio come questa nuova guida il cui scopo è spiegare cos’è l’osteoporosi, ma anche cosa sono le fratture da fragilità ossea, come quelle del collo del femore, e come ridurre il rischio di fratturarsi nuovamente. Trascurare la cura della patologia scheletrica che è alla base delle fratture da fragilità significa, infatti, perdere un’importantissima opportunità per prevenire il rischio di ulteriori fratture».

L’opuscolo “Fratture di femore e altre fratture da fragilità ossea. 10 +1 consigli per non ricascarci” è disponibile, a partire dal mese di gennaio, nei principali Centri per il trattamento dell’Osteoporosi severa presenti in Sicilia, oltre che scaricabile online anche dal sito www.stopallefratture.it.

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