Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

“STRAGE DI NATALE”, UN LIBRO DI GIULIANA COVELLA PROVA A FARE LUCE

Il volume della giornalista Giuliana Covella Rapido 904 - La strage dimenticata (grauseditore) inaugura Lettera 32 la nuova collana dell’editore napoletano con uno dei casi italiani più eclatanti. Venerdì 6 febbraio, ore 10.30, presso il Centro Documentazione sulla Mafia e Movimento Antimafia di Corleone
verrà presentato il libro di Giuliana Covella Rapido 904 - La strage dimenticata (grauseditore). Intervengono Leoluchina Savona, Marcello Barbaro, Angelo Marino, Giusto Lo Franco

04/02/2015 - A Corleone città simbolo anche di Totò Riina, e che lo Stato sta cercando faticosamente di riportare alla normalità, arriva un libro simbolo che rimanda al boss corleonese come il solo mandante di un episodio drammatico, ancora avvolto nel mistero: quella che tristemente è nota come la “strage di Natale”.

“C’e una forza interna allo Stato, la stessa che compie le stragi, che impedisce l’accertamento della verità: lo Stato, anche in questo caso, non processerà mai se stesso”. A parlare è l'ex giudice Ferdinando Imposimato, nel libro "Rapido 904, la strage dimenticata" di Giuliana Covella (grauseditore). Alla vigilia del trentennale di quel massacro il volume (che inaugura la collana “Lettera 32”) ricostruisce quella che fu definita la “strage di Natale”, in cui morirono 17 persone e ne rimasero ferite 267. Era il 23 dicembre 1984. Poco più di dieci anni prima, il 4 agosto 1974, un’altra ecatombe aveva scosso l'Italia, quella dell’Italicus con il suo bilancio di sangue di 12 morti e 48 feriti, che fu poi rivendicata da “Ordine nero”.

Ma chi ha pagato per le vittime del Rapido 904? Di chi sono le responsabilità? Chi aveva interesse a far saltare in aria la nona carrozza del Napoli - Milano a bordo del quale viaggiavano tanti innocenti? I giudici condannarono il cassiere di Cosa Nostra Pippo Calò, i suoi aiutanti Guido Cercola e Franco Di Agostino e l’artificiere tedesco Friedrich Schaudinn, mentre fu assolto dal reato di strage il boss della camorra Giuseppe Misso, condannato solo per detenzione di esplosivo insieme all'ex parlamentare Massimo Abbatangelo. Ma nel 2010 – sulla base di nuove testimonianze di pentiti - spunta il nome di Totò Riina, che spinge i pm della Dda di Napoli a riaprire le indagini, poi trasferite per competenza a Firenze.

Secondo i magistrati la “strage di Natale” fu la prima risposta al maxiprocesso di Palermo ed è collegata agli attentati degli anni novanta: dalle consulenze tecniche è emerso che l'esplosivo usato per il Rapido 904 (pentrite, T4, nitroglicerina e tritolo) è lo stesso che negli anni ‘90 uccise Falcone e Borsellino. Il libro punta dunque a tracciare il quadro di un accordo mafia, Stato e Servizi segreti deviati, da cui non esce immune la camorra. Eppure oggi, a distanza di trent'anni, i mandanti restano ancora ignoti, i misteri ancora irrisolti. Lo Stato non processerà mai se stesso.

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