La richiesta inviata al Sindaco di Patti Avv. Mauro Aquino protocollata questa mattina n. 4896, per fare affiggere la lapide dedicata al corridore automobilistico e fondatore della scuderia Trinacria Gepy Faranda presso lo stadio comunale di Case Nuove Russo a lui dedicato, inaugurata dal Sindaco Nicola Marino in occasione della fine dei lavori del campo e di cui oggi non c'è più traccia.
Patti 11/03//2015 - Il sottoscritto Calabria Nicola Tindaro nella qualità di Presidente dell’Archeoclub di Patti con sede in via Regina Margherita 3, chiede di far nuovamente affiggere la lapide dedicata a Gepy Faranda nostro concittadino presso lo stadio comunale a lui intitolato in Case Nuove Russo di cui oggi non c’è più traccia. Infatti, dopo la morte del corridore pattese, la città di Patti gli dedicò l’allora costruendo campo sportivo inaugurato dal sindaco Nicola Marino, che molto commosso ricordò i motivi per cui lo stadio veniva intitolato al corridore: “Gepy Faranda,” dicendo che “oltre che un valoroso sportivo è stato un fulgido esempio di bontà e di altruismo”. All’inaugurazione erano presenti anche gli azzurri guidati dal vice presidente nazionale avv. Sardo, che lesse la preghiera dello sportivo e annunziò che l’Associazione degli Azzurri avrebbe conferito alla memoria di Gepy il distintivo d’oro degli Azzurri d’Italia.
Al termine fu scoperta la lapide di cui si chiede l’affissione posta a ricordo all’entrata del campo
sportivo dove si leggeva: “La sua grande anima troncata, il suo inquieto corpo troncato, la sua
vista che ancora scruta l’universo sollevano oggi e sempre verbi e aggettivi esaltanti la figura di
uno sportivo puro, Gepy Faranda, che morì donandosi. La cittadinanza pattese”.
Oltre ad essere stato un corridore automobilistico e fondatore della Scuderia Trinacria, attenzionato
dal team della Scuderia Ferrari, alla sua morte avvenuta durante una gara automobilistica furono
donati i suoi organi, così come lui stesso aveva scritto nel testamento trovatogli in tasca: “Io
sottoscritto Giusepe Faranda, nell’eventualità che un incidente od altra causa possa causare la mia
morte, dispongo che il mio corpo venga in questo caso utilizzato per quei fini scientifici od
umanitari per i quali qualche mio organo possa essere utile.
Sarò pertanto grato a quei medici che potranno esaudire questo mio ultimo desiderio, utilizzando
ad esempio i miei occhi per effettuare l’operazione di trapianto della cornea; o sfruttando qualsiasi
altro mio organo per effettuare studi od esperimenti scientifici, e comunque quant’altro possa
essere di vantaggio al mio prossimo.
Ritengo che l’importanza che viene attribuita all’integrità del cadavere sia quanto di più stolto ed
egoistico possa esistere, non mi dispiacerà quindi qualsiasi cosa ad esso venga fatto.
Prego quindi chiunque venga a conoscenza di questo mio desiderio di adoperarsi sollecitamente
perché possa essere esaudito.
In fede
Giuseppe Faranda. Roma addì 24 dicembre 1957”.
In attesa di un Suo gradito riscontro invio cordiali saluti.
Calabria Nicola Tindaro
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