Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

BARCELLONA P.G.: IL “GIARDINO DI PROSERPINA" DI HIDETOSHI NAGASAWA AL PARCO URBANO

Inaugurazione dell'opera "Giardino di Proserpina" di Hidetoshi Nagasawa e della Mostra fotografica "Il giardino Giapponese-L'estetica della tradizione", realizzata e concessa dall'Istituto Giapponese di Cultura (Japan Foundation) di Roma presso il Parco Urbano "Maggiore La Rosa", Città di Barcellona Pozzo di Gotto, sabato 18 aprile 2015, ore 17,30

09/04/2015 - Gli eventi, a cura di Nino Sottile Zumbo, sono promossi dal Comune di Barcellona Pozzo di Gotto col patrocinio dell'Ambasciata Giapponese di Roma, sponsor: l'Associazione "Lapis" e la Società "Cava di Billiemi" di Palermo, la Società "Mad" (Damigella marmi) di Grammichele (Ct), l'Associazione "Genius Loci" e l'Istituto Economico-Tecnologico "Fermi" di Barcellona Pozzo di Gotto.

Interverranno: il curatore Nino Sottile Zumbo; Toni Raimondo, rappresentante della "Cooprogetti" di Gubbio, Società progettista del Parco Urbano "Maggiore La Rosa"; Francesco Mannuccia, Presidente "Associazione Lapis" di Palermo, che ha coordinato il progetto per la realizzazione dei ponti in marmo disegnati da Hidetoshi Nagasawa; Daniela Motta, Presidente "Associazione Genius Loci" di Barcellona P.G.; l'artista Hidetoshi Nagasawa.

"Giardino di Proserpina" di Hidetoshi Nagasawa

Il Maestro giapponese ha realizzato a Barcellona Pozzo di Gotto un suggestivo e misterioso giardino mediterraneo intitolato alla divinità mitologica siciliana che governa, secondo la cultura classica antica, il flusso naturale delle stagioni: primavera, estate, autunno, inverno.
Il giardino a prato, cinto da uno steccato in tronchi di castagno e da una quinta in rosmarino, e' impreziosito da sette tronchi diseguali di cono a verde (allegoria delle sette isole Eolie), cespugli e piante (gelsomino, arancio, mirto, mandorlo, melo selvatico, Kumquat) che fioriscono e profumano a seconda delle stagioni e da una cascata in basalto dell'Etna, le cui acque fluiscono copiose in un sinuoso ruscello (creato con la pietra di Milici) attraversato da sette ponti, in marmo grigio di Billiemi (estratto dalle cave di Palermo), scolpiti con disegni geometrici.
Quest'opera ambientale (scultura), coi suoi elementi naturali locali (legno,cespugli, piante, pietra, marmo, lava) e il richiamo agli archetipi mitici, racconta la historia loci restituendone il significato più profondo.
Nagasawa, coi suoi rimandi stilistici al gusto estetico orientale [la prevalenza delle figure irregolari, dell'asimmetria e dei numeri dispari (nel giardino:sette ponti, sette isole)] crea un ponte ideale tra le culture d'Oriente e Occidente e ne sperimenta la sintesi lungo un territorio comune: quello della tensione verso una dimensione metafisica della realtà.
Ogni opera viene concepita come creatura, vive di se', si genera secondo una regola interna, una segreta geometria che rimanda a quel l'ordine aureo, naturale e spontaneo che regola le cose viventi.
Con le sculture egli vuole risvegliare il nostro sguardo: il nostro occhio, fuori o dentro il "Giardino di Proserpina", può superare il senso comune del vedere le cose per vedere noistessi tra le cose, partecipando al flusso perenne della Natura e della sua legge immutabile, di cui siamo parte.

Breve biografia di Hidetoshi Nagasawa

Nato a Tonei (Manciuria) nel 1940, laureato in Architettura ed interior design presso la Tama University di Tokyo, ha partecipato a numerose rassegne d'arte internazionali (tra cui Kunstmesse Art 3 '72 di Basilea, Biennale di Venezia, Documenta Kassel) ed esposto in importanti Musei (dal Palazzo delle Esposizioni di Roma al Centre Pompidou di Parigi, dalla Stadtishe Galerie im Lembachhaus di Monaco al National Museum of Modern Art di Tokyo e Kyoto, fino al Salomon Guggenheim di New York).

Mostra fotografica "Il giardino Giapponese-L'estetica della tradizione", realizzata e concessa dall'Istituto Giapponese di Cultura (Japan Foundation) di Roma.

La mostra per immagini documenta - affidandosi a trenta scatti d'arte di Takeji Iwamiya, Haruzo Ohashi, Yasuhiro Ishimoto, Yoshio Watanabe - l'arte del giardino giapponese (dal XII secolo fino al XX secolo d.C.), emblema dell'estetica orientale tradizionale, fiorito soprattutto a Kyoto, antica capitale dell'impero del Sol Levante.
Il giardino giapponese tradizionale richiama l'equivalente "locus amoenus" della tradizione del nostro umanesimo-rinascimento, ma se ne differisce.
Il giardino occidentale celebra il dominio dell'uomo sulla natura: dentro il perimetro cinto da cancellate in ferro battuto istoriate, arbusti e piante minori sono ordinatamente raccolti in aiuole, vasi, bordure e spalliere, regolari e simmetriche; gli alberi allineati in viali, le fonti costrette in vasche, dominano le statue a sottolineare la presenza regale dell'uomo.
I giardini orientali, soprattutto quelli giapponesi, mirano alla fusione dell'uomo nella natura, sono gustosamente disordinati e asimmetrici, ricchi di angolazioni e prospettive imprevisti; gli elementi naturali del paesaggio, pietre, acque, alberi cespugli, sono casualmente accostati per la delizia e la meditazione del fruitore.
La mano dell'uomo pur presente, deve restare nell'ombra, come se il giardino fosse una creazione spontanea della divina Natura.
Il giardino occidentale e' orgogliosamente antropocentrico, quello orientale rigorosamente naturocentrico.

In mostra, tra i giardini dei sublimi Templi di Kyoto: il Tempio del Grande Eremita (Daisen'in), inizio del XVI secolo e il suo giardino posto all'interno (tsubo) con vegetazione (enzai) e pietre; il Tempio del Riposo del Drago (Ryoanji), fine XV secolo, col giardino zen, simbolico e astratto, posto a sud della residenza dell'abate (hojo), che celebra il ritmo immoto del celebre 'paesaggio asciutto' (Karesansui); il Tempio del Drago Celeste (Tenrryuji), XIV secolo, e la sua magica armonia d'acque e pietre; l'incredibile giardino in miniatura Sanpoin, creato dallo Shogun Hideyoshi Toyomi nel XVII secolo; il giardino Sento-Gosho, XVII secolo, con la magnificenza degli alberi di Ginkgo disseminati sui ciottoli.

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